“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 46°25 agosto 2011, giorni-17

 Dal Capitolo 46 Hotel San Pietro di Positano Parte prima 09-15 agosto 2003 – Il poeta Il taxi si arrestò sulla piazzola dell’Hotel San Pietro nel primo pomeriggio del 9 agosto 2003. L’autista consegnò i bagagli ad un inserviente, che si avviò verso l’ascensore di servizio. Il nuovo ospite, invece, dopo avere saldato il conto, si avvicinò a quello riservato ai clienti. Era occupato ma, poco dopo, la porta si aprì. Dal di dentro giunse l’eco di una voce allegra e conosciuta. Ne uscì un uomo grassoccio, dal volto assai simpatico, sui sessantacinque anni. Insieme a lui una coppia di americani di alto livello. Gli sguardi di Mimì e del nuovo cliente si incrociarono inavvertitamente, lasciando entrambi perplessi. La sensazione reciproca fu quella di conoscersi. Ma, mentre il primo accennò a chiederlo, l’altro voltò il capo altrove, scoraggiandone la curiosità. I capelli ricci e neri del nuovo cliente non gli dicevano niente, ma quei due occhi ombrosi e diffidenti sì.Sembravano grigi, densi di una strana luminosità. Gli ricordavano qualcuno che aveva certamente incontrato, neppure tanto tempo prima. Tuttavia, per quanti sforzi facesse, Mimì non riuscì a metterne a fuoco l’immagine. Nel suo profondo rimase solo l’intimo, ma inutile convincimento del contrario.— Everything all right? — gli chiese premurosa la gentile signora americana, distraendolo.— Yes, yes, madam, it’s all right! — rispose Mimì, aprendole lo sportello della sua nuova e fiammante Mercedes blu notte metallizzata, modello 270.Quanto al nuovo cliente, infilatosi rapidamente nell’ascensore, l’accoglienza riservatagli fu adeguata al rango. Si ritrovò nel grande salone della hall con una veduta sterminata sul mare, proiettata frontalmente verso l’Isola dei Galli e, a destra, verso Positano.Gli tornarono alla mente le più belle descrizioni fatte a suo tempo da Mimì. Tutto corrispondeva in pieno. L’intensità della luce di un incantevole pomeriggio d’estate si irradiava così irragionevolmente su quello spicchio di natura inventato a parte da suscitare nel visitatore ignaro una condizione di estasi interiore particolare, qualunque fossero la sua provenienza, le sue origini, la sua cultura. Trattandosi di un ex-ministro dell’economia del governo messicano proveniente da un paese a sua volta baciato dalle bellezze della natura, e poeta nel tempo libero, quell’armonia di luci e di colori, di odori e di profumi, così ben curata dalla mano sapiente e delicata dell’uomo, fece sì che rapimento ed estasi si confondessero in un’alternanza fatta di godimento e di diletto interiori, tali da imporre all’io stupito un rispettoso silenzio.Proprio per questo, forse, il poeta non notò una leggiadra signora di squisita eleganza alzarsi dal divano di colore panna, ubicato al centro della sala e avanzare verso di lui. Era la proprietaria dell’albergo.— Sono Erminia, Erminia Giannattasio. Benvenuto nel nostro albergo, signor Fernandez!La donna si sentì immediatamente attratta da quell’uomo giovane e affascinante. L’espressione del suo viso, liscio e ben curato, incuteva soggezione e ammirazione in chiunque lo conoscesse per la prima volta.Diventare popolare in politica in così giovane età e nutrire, in pari tempo, amore per l’arte era indice di una sensibilità spiccata, che non poteva passare inosservata. Specie da parte di chi, come Erminia, all’arte e alla cultura dedicava continui sforzi e concreto impegno.A Positano, città cresciuta troppo in fretta nel benessere e nella ricchezza, era lei la promotrice delle più importanti manifestazioni culturali, per la sana passione che sovente anima uomini e donne, selezionati dalla vita a svolgere un compito così nobile e generoso. Il signor Fernandez si inchinò, baciandole la mano e ringraziandola per l’accoglienza così calorosa da lui ricevuta.— Gradisce un drink? È di benvenuto particolare!— Con vivo piacere! — rispose l’uomo, accettando di buongrado. — Mi spiace che mia moglie abbia dovuto rinunciare all’ultimo momento.— Oh, non si preoccupi. Del resto il conto è stato già pagato in anticipo. Saremo noi, eventualmente, a restituirLe parte del denaro, come personale atto di cortesia nei Suoi confronti.Si sedettero su un divano alla destra del grande salone, alle spalle del bar, con vista mare. Accanto all’uomo, una quarantottore nera di indubbio valore.Chiacchierarono a lungo e in inglese. Poi, Fernandez si accomiatò dal proprio anfitrione, chiudendosi nella speciale suite riservatagli, dove il resto del suo bagaglio era già stato sistemato. In una pensione a tre chilometri di distanza dall’Hotel San Pietro, in direzione Amalfi, era giunta da qualche giorno una splendida signora bionda, francese, abbastanza vistosa, amante del sole e delle lunghe passeggiate. Era partita la mattina da Napoli, dalla stazione SITA di Piazza Municipio, per Amalfi via Agerola. Poi, dalla celebre località balneare, sempre con la SITA, aveva proseguito con un altro pullman in coincidenza per Praiano-Positano. Si chiamava Françoise Dupardieu e veniva da Parigi. Nonostante le molteplici attenzioni a cui veniva sottoposta quotidianamente dai maschi latini del luogo, manteneva un contegno dignitoso, benché in contrasto con un look appariscente e un trucco vistoso e provocante, che fungevano da inevitabile richiamo.Stranamente non andava in spiaggia, né sulle rocce sottostanti alla pensione in cui alloggiava. Di mattina preferiva distendersi al sole sul piccolo terrazzo della sua camera, infilandosi di tanto in tanto sotto la doccia, ma evitando accuratamente di bagnarsi i capelli.Erano in tanti a non capire il perché di un comportamento così defilato e distaccato in un luogo di vacanza famoso e ospitale. Forse aspettava il suo uomo. Infatti, dopo averne preannunciato l’arrivo alla proprietaria della pensione per il 16 agosto, ammiccamenti, approcci e tentativi vari di seduzione, rustici ed eleganti che fossero, svanirono come per incanto. Il tam-tam della notizia di quell’arrivo era filtrato rapidamente e, tranne rari e casuali episodi, da quel momento in poi fu lasciata in pace. (…)