Campora: presentato il primo dizionario italiano/camporese

Maria Pina Cirillo

Profondi dirupi che sembrano voler penetrare l’essenza stessa di questa terra, boschi ombrosi di elci e castagni, due fiumi spumeggianti che le fanno da corona, un pugno di case strette intorno ad un antico campanile, viuzze serpeggianti che parlano un linguaggio remoto, uomini e donne che conservano ancora nei tratti, nei modi le tracce di un’antica saggezza: Campora si presenta così a chi per la prima volta arriva in quest’angolo di Cilento. Secoli di isolamento a causa di una disagevole rete viaria ne hanno forgiato la struttura, la lingua, il carattere di cose e persone tanto che un osservatorio internazionale sull’ipertensione ha scelto questo paese nascosto tra i monti per monitorarne  gli  abitanti e portare avanti un’importante ricerca medica. Peculiarità  e specificità riconosciute dagli stessi  paesi circostanti per i quali Campora  è una Repubblica.  Ed è allora evidente perchè proprio qui sia nato il Dizionario Italiano/Camporese, il primo che in forma organica e strutturata trasla un dialetto cilentano nella lingua nazionale. Opera del Prof. Gimino Veltri, il volume, che consta di circa seimila parole ed è corredato da note di lettura, un piccolo assaggio di coniugazione, una breve raccolta di aneddoti, raccontini, riferimenti alle tradizioni civili e religiose e da accenni alle superstizioni popolari, è stato presentato a Campora grazie all’impegno ed alla disponibilità del Comune e della Pro-Loco  che hanno avuto la lungimiranza di intuirne il valore storico ed etnografico oltre che affettivo ed emozionale. All’ombra di alberi secolari, in una fresca sera di quest’estate ormai declinante, davanti ad un numeroso ed interessato pubblico, il 20 agosto in una manifestazione brillantemente diretta e coordinata dall’avv. Marcello Feola, rappresentanti della politica, della cultura, del mondo dell’imprenditoria, delle professioni e dei mestieri ma, soprattutto della realtà quotidiana di un paese orgoglioso della propria identità e della propria millenaria storia, si sono ritrovati insieme, concordi, per ritrovare le proprie radici, chere  rrareche   che sono alla base di questa come di tante importanti occasioni di crescita umana e sociale oltre che culturale. Dopo i saluti del sindaco avv. Giuseppe Vitale e dell’ avv. Marcello Giuseppe Feola assessore ai LLPP alla provincia di Salerno, che hanno ricordato anche la valenza politica ed economica di quest’evento culturale,  le parole commosse del prof. Veltri  hanno portato l’attenzione su uno spaccato di vita che fino a pochi anni fa era ancora la norma e che è stata spazzata via in pochi anni da una globalizzazione galoppante che, nei piccoli paesi dell’entroterra cilentano, ha distrutto il passato senza creare un futuro e, spesso, neanche un presente. Le relazioni dei proff Giuseppe Galzerano e Lanfranco Cirillo hanno poi dato vita ad un momento particolarmente interessante. L’analisi precisa ed organica del lavoro presentato ha messo in luce i punti di forza del volume: i rapporti tra lingua ed etnografia, lingua e società e, soprattutto, il valore della lingua come momento ineludibile della comunicazione  a tutti i livelli ed ha portato ad un’analisi del rapporto dialetto-italiano sia per quanto riguarda gli aspetti più specificamente scientifici che quelli legati all’uso quotidiano del parlato. E’ stata inoltre analizzata la scelta linguistica del prof Gemino Veltri relativamente alla translitterazione fonetica ed all’ortoepia ed il valore didattico della trasmissione intergenerazionale del dialetto dei piccoli centri che rischia  di essere fagocitato dalle lingue veicolate dai mass media. Gli interventi dei dott. Maurizio Caronna, Francesco Carone e Angelo Rizzo in rappresentanza  degli Enti comunitari, degli ex sindaci di Campora : dott. Angelo Feola e rag Giovanni Gnarra  e del presidente della Pro Loco di Campora,  dott Remo Picecchi  hanno posto in primo piano il rapporto cultura-politica intesa come scienza del buon governo e come  attività al servizio dei cittadini.  Infine le parole dei proff Angelo Paolo Perriello e Maria Pina Cirillo hanno riportato l’attenzione sugli aspetti più specificamente culturali quali l’importanza del dialetto nella tradizione letteraria europea e il valore dei toponimi ai fini della ricostruzione della microstoria come momento ineludibile di un corretto processo identitario. La serata che ha unito un alto valore culturale a momenti gradevoli ed alla rievocazione di sapidi episodi e si è snodata con leggerezza grazie all’ironia ed alla verve del conduttore, si è conclusa con il saluto dell’autore al suo paese con la lirica  Campora, commosso omaggio alla terra-madre che è stata la vera, indiscussa, amata  protagonista   della manifestazione.