Ravello: Lilt, chiuso convegno sui “tumori rari”

Si è conclusa questa mattina a Ravello la convention di due giorni organizzata dalla sezione salernitana della LILT, dedicata al tema “I tumori rari” e che ha messo a confronto politici, studiosi e ricercatori operanti in campo medico-sanitario. Il dibattito, ampiamente centrato sulle nuove possibilità diagnostiche ma anche sui più moderni protocolli terapeutici, non ha lesinato approfondimenti, come di consueto, sulle tematiche legate alla programmazione della spesa sanitaria.«Oggi – ha dichiarato Giuseppe Comella, primario di oncologia medica e capo del Dipartimento di terapia medica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli – sappiamo con certezza che i tumori rari non sono più tali: ma non sappiamo se ciò sia legato alle diagnosi sempre più affinate o ad una maggiore incidenza di queste patologie. Ciò in quanto scontiamo la mancata istituzione, in Campania, del Registro dei Tumori, fondamentale per comprendere la reale incidenza delle patologie oncologiche. Per la programmazione sanitaria ci si basa solo sul dato Istat della mortalità e delle informazioni che vengono dal Registro dei tumori dell’Asl Napoli 4. Ma non basta assolutamente. In Regione devono capire che non si può fare una programmazione delle strutture sul territorio in materia oncologica, se non si ha una base di conoscenza reale e attendibile sulla incidenza di queste malattie sul territorio. Senza queste informazioni è elevato il rischio di sovrastimare o sottostimare le strutture operanti nel campo: danneggiando comunque il paziente, in termini economici o di assistenza medica». «Questa iniziativa della LILT è sicuramente di grande importanza – ha commentato Michele Schiano di Visconti, presidente della V Commissione consiliare Sanità e Sicurezza Sociale della Regione Campania – perché ha garantito un ampio ed estremamente qualificato confronto tra le parti in materia di politiche sanitarie ed attenzioni per il paziente. Gli enti devono avere la capacità della sintesi delle varie istanze, passando anche attraverso il difficile momento economico, mettendo in campo tutte le risorse giuste perché la salute venga tutelata. Solo così si può arrivare ad una sanità di qualità. In Campania ci sono alte professionalità che le istituzioni devono saper valorizzare al meglio, promuovendo e pubblicizzando i centri di eccellenza per evitare i viaggi della speranza». «La qualità e quantità complessiva di stimoli che viene fuori da queste opportunità di confronto – ha commentato Antonio Giordano, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Monaldi, del Cotugno,  e del CTO di Napoli – deriva anche dal fatto che gli oncologi hanno una visione complessiva delle problematiche della sanità e quindi forniscono continui stimoli a migliorare e ottimizzare. La scommessa del futuro è investire sulle terapie più innovative, sulla diagnostica della cronicità, ma anche sulla prevenzione e sul contrasto alle cattive abitudini che alimentano la diffusione delle patologie neoplastiche».  «Molte criticità permangono – ha aggiunto Ferdinando De Angelis, già commissario straordinario dell’ASL unica salernitana e coordinatore generale dell’area Bilancio e Tributi della Regione Campania – e stiamo cercando di affrontarle nell’ottica del piano di rientro concordato dalla Regione Campania con il Governo. Abbiamo professionisti di ottimo livello e centri altamente competitivi. Il problema è snidare le diseconomie per riequilibrare i conti, rimetterci in carreggiata e riallinearci con il trend dei conti nazionali». «I tumori rari creano molti problemi in termini diagnostici ma anche terapeutici – è stato il commento di Salvatore Del Prete, primario del reparto di oncologia all’Ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore (NA) – per cui è estremamente importante, in un terreno orfano di terapie diagnostiche e specifiche, coordinare i colleghi che operano sul campo. Bisogna ottimizzare le risorse e promuovere le eccellenze che non mancano. Altrimenti si continuerà coi viaggi della speranza, che determinano ulteriori diseconomie. Non a caso in questi due giorni abbiamo parlato di etica dell’organizzazione: se c’è un bisogno dobbiamo saperlo intercettare, e non mandarlo allo sbaraglio». «Anche sul fronte dei tumori rari – ha concluso Clementina Savastano, responsabile dell’U.O. di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno” – stanno venendo fuori farmaci, anche biologici, che aiutano nella fase metastatica di questi tumori o quando, nella fase post-operatoria cosiddetta adiuvante, non c’è evidenza di malattia ed efficacia terapeutica. In Regione purtroppo si continua a dibattere su chi deve fare e cosa, e si avverte la mancanza di poteri decisionali forti. Ci si barcamena per non scontentare nessuno, ma alla fine si scontenta tutti, soprattutto il paziente, alimentando i viaggi della speranza».