La relativita’ della morale

Giovanna Rezzoagli

Che parola densa di significati, “morale”. Tutti intuitivamente sappiamo a cosa ci vogliamo riferire quando parliamo di morale, però se proviamo a definirla si fatica. Perlomeno se proviamo a definirla con parole nostre, con i nostri significati, che poi dipendono strettamente dai parametri educativi ed esistenziali che compongono la nostra interiorità. Precisiamo: io faccio fatica a definire la moralità, tolto il mio contesto lavorativo in cui le idee le ho piuttosto chiare, non solo per rispetto di un codice deontologico ma anche e soprattutto per convinzione. Intuitivamente posseggo un concetto di moralità, e quindi di morale, piuttosto rigido, specialmente con me stessa, per cui tendo a spaccare il capello in otto. Come non notare, pertanto, che nel nostro Paese è passata sotto silenzio la notizia relativa alle dimissioni del ministro tedesco della difesa Karl-Theodor zu Guttenberg? L’astro nascente della Cdu si è dovuto dimettere a causa del copygate: il ministro veniva accusato di plagio della sua tesi di dottorato, dopo le dichiarazioni di un professore di diritto, rilasciate lo scorso mese ad un noto giornale tedesco, cui è stato dato ampio risalto.Dopo la dimostrazione che ben 475 pagine della sua tesi erano una copiatura letterale di altri autori, il ministro ha preferito dimettersi dall’incarico pubblico. Sul concetto di moralità di chi si fa strada col lavoro altrui, in Germania sembrano avere le idee chiare. Sarebbe interessante poter verificare cosa succederebbe da noi, ma ciò è del tutto improbabile che accada, non per una tesi copiata. Da noi le tesi si acquistano senza troppi problemi, perché fare la fatica di copiarle? Anche gli esami si comprano, non è un mistero trascendente. Persino alla sottoscritta, nel lontano 1992 venne chiesto “quanto?” per cedere il posto nella graduatoria per accedere alla facoltà di Medicina e Chirurgia da chi veniva immediatamente dopo. Un Ministro che si dimette per aver copiato? E che sarà mai, da noi l’unico che si è dimesso lo ha fatto perché non si era accorto che gli avevano regalato una casa. L’ex ministro Guttemberg, probabile futuro ex dottore, è nato nel posto sbagliato. Da noi la moralità, e quindi la morale, è quanto di più relativo ci sia, se si escludono forse gli oroscopi. Già, perché da noi uno che si laurea copiando è uno “furbo”, non un emerito delinquente. Da noi chi evade le tasse non è certo messo all’indice come succede, per esempio, in Svezia. Basta esempi, perché sarebbe quantomeno imbarazzante proseguire. Resta l’evidenza che nel nostro Paese la notizia non ha avuto tanto risalto. E’ pur vero che le notizie suscitano un interesse relativo, anche alla cultura di chi le ascolta. La moralità allora è un assoluto o è relativa?

11 pensieri su “La relativita’ della morale

  1. Lei, couselor Rezzoagli, ha ben dimostrato che la moralità è relativa,tuttavia la Chiesa, pur praticando ogni giorno il relativismo morale,nel corteggiare e farsi corteggiare continuamente dal più forte di turno,ingurgitando ogni nefandezza e scelleratezza, GIUSTIFICANDOLE A SECONDA DEL CONTESTO per esclusivo interesse di potere,ufficialmente lo condanna. Come dire:”fate come vi dico e non fate come faccio”. Troppo comodo lorsignori..! e la Coscienza..quella dove la mettiamo, eh? Essa non sarà mica solo una questione di coscie, si spera?!!

  2. A proposito di dimissioni, non dimentichiamo quelle del ministro rwandese di cui riporto uno stralcio di Spazio Italia:”Joseph Habineza, da semplice Ministro dello Sport del Ruanda, in seguito alla pubblicazione sul Web di alcune foto che lo ritraevano abbracciato con alcune ragazzine ha rassegnato le proprie dimissioni che sono state immediatamente accolte dal Primo Ministro Bernard Makuza.
    Nonostante fosse un personaggio ben visto e molto popolare ha ritenuto giusto rassegnare le proprie dimissioni e ha sottolineato che gli sembrava giusto farlo visto che immagini del genere (molto ma molto pudiche a cospetto di ciò che ormai siamo abituati a vedere nella nostra Patria intesa come status di suolo italico, ex simbolo della Cultura, dell’Arte, della Letteratura, madre di buona parte delle lingue moderne e madre del Diritto che regolamenta i rapporti ancor oggi a livello planetario, etc. etc.) non sono adatte ad un Ministro!” L’unico giornale a riportare la notizia è stato IL FATTO QUOTIDIANO, quando si dice del giornalismo LIBERO e quando ormai c’è da considerare che non abbiamo più niente da insegnare a nessuno, neppure agli africani! Probabilmente al mondo non abbiamo più termini di paragone! Purtroppo c’è chi scende e c’è chi sale:noi, oggi, non ci accontentiamo solo di scendere, ma di sprofondare fino alle viscere della terra,e non per la vergogna, che non sappiamo più cosa sia, ma per superbia, ingordigia,immoralità, sete di potere da una parte e narcolessia dall’altra!

  3. Carissima Civetta, ben ritrovata. Ha già detto tutto Lei: è tutto relativo, a seconda che serva. La vera fortitudine sta nel vivere ciò che si pensa alla luce del sole. Per dirla tutta: Le sembra logico che un soggetto affermi di non possedere (più) un telefonino per paura di essere intercettato?non è più coerente non aver nulla da temere? È relativo anche questo, forse…
    Un carissimo saluto
    Giovanna

  4. Sig. Rezzoagli, ad onor del vero, dobbiamo dire che in Italia abbiamo avuto un esempio di dimissioni da ministro, ma uno ed uno solo: l’On. Antonio Di Pietro, quando solo sfiorato da un dubbio accusatorio (accusa per altro montata ad arte)si dimise da Ministro dei Lavori Pubblici nel primo governo Prodi,nonostante quest’ultimo avesse respinto le sue dimissioni, e lo fece con grande dispiacere da parte di tutti i dipendenti del suo Ministero..Ricordo che allora,fu sbeffegiato per essersi dimesso da quelli che sullo stomaco hanno un palmo di pelo, non riuscendo a cogliere l’alto valore morale del suo gesto! Forse è per questo che viene continuamente insultato e deriso, per distruggerlo, non potendogli fargli fare la fine di Matteotti!

  5. Cara sig.ra Rezzoagli, NON AVERE NULLA DA TEMERE è da persone di elevata statura….morale, non certo da ominicchi e quacquaracquà di qualunque specie!

  6. Cara sig.ra Rezzoagli, NON AVERE NULLA DA TEMERE è da persone di alta statura…morale, non certo da ominicchi e quaqquaraquà!

  7. Gentile Counselor Rezzoagli, eccellente l’articolo e pregevoli i contenuti espressi con quell’usuale “neutralità” che mi lascia sempre stupito. E’ evidente che la morale e l’etica di un Tedesco siano anni luce dai pessimi esempi che abbiamo in Italia. In Italia una docente di Macerata scopiazza la tesi di un laureando che si fa prete e continua la sua opera senza fare una piega. Cosa abbiamo di diverso dalla Germania lo sappiamo tutti ma non sta bene dirlo.
    Con stima e cordialità
    Giangastone

  8. So di essere fuori tema, ma a cominciare dall’infanzia abituata a prendere atto che il modello vincente è conoscere un politico (anche di bassa tacca)o tentare un concorso di bellezza per accompagnarsi con “chi conta” che ci si aspetta? Che i corrotti e i corruttori finiscano davvero in galera? Che la scuola sia una istituzione seria? che una laurea non si possa comprare? Che un concorso selezioni con giustizia? La Germania divisa dopo la guerra, ha probabilmente sofferto molto più di noi la ricostruzione e la volontà di tornare unita. Una coscienza civica dalla quale avremmo molto da imparare.
    Complimnenti per l’articolo
    Ernestina

  9. Gentile amica Dottoressa Giovanna,
    La parola “Morale” non vorrei in nessun modo collocarla e/o mischiarla nella funzione di certi politicanti , ma , a dire il vero, pare che quella deontologia che Lei spera di trovare in grande abbondanza nel totale del genere umano, sia solo un sogno. Certo, grazie Iddio vi è ancora tantissima gente con senso comportamentale di immane probità., ma ciò non esclude che esistono verosimili masse di gente, in ogni campo, che si sollazzano nella più disumana immoralità. Basta dare un’occhiata fuggevole ad un qualsiasi notiziario quotidiano e si ha la conferma della enorme amoralità che galoppa sulla coscienza umana.
    Ma lei più di me sa che , spesso, bisogna ingoiare il “rospo” e far finta di niente, contrariamente, ci sarebbe da impazzire di fronte a tanti insegnamenti e manifestazioni di malcostume.
    Un abbraccio sincero

  10. Carissima Civetta, quando voglio impormi un filo di ottimismo lavorativo mi capita di pensare che Antonio Di Pietro sarebbe perfetto con un buon Counselor che lo aiutasse a migliorare la comunicazione, mentre invece sorrido di fronte alle artefatte costruzioni di altri personaggi, che devono far sudare non poco chi le ha suggerite. Scherzi a parte, sa che le dico? Che riguardo alla storia del telefonino siamo stati considerati tutti vagamente ingenui, perchè il non dire non significa non fare…
    Io sarò pure cretina ma non ho nessun timore a usare il cellulare, e nemmeno a confrontarmi nei miei pensieri con chi legge, delle due l’una: o sono temeraria, o non ho nulla da temere. Male non fare…
    Cordialmente
    giovanna

  11. Ringrazio tutti, sentitamente ,per i vostri commenti. Eggo una disillusione nel commento del mio Amico Alfredo, e la condivido in pieno. L’Italia ha molto da imparare dall’estero, noi abbiamo da imparare a discriminare. Grazie a tutti, sinceramente.
    Giovanna

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