Salerno: Questura, lotta alla criminalità

Un sessantenne cavese, tale B. R., che picchiava e maltrattava da tempo la moglie ucraina, 40enne, anche alla presenza dei figli, è stato “allontanato” ieri pomeriggio dai Poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Cava de’ Tirreni dalla “casa familiare”, in esecuzione di uno specifico provvedimento emesso, il 14 gennaio u.s., in costanza di procedimento penale, dal G.I.P. del Tribunale di Salerno. L’uomo si era reso protagonista di diversi episodi di violenza fisica nei confronti della moglie, con lui coabitante a Cava de’ Tirreni, ed era stato più volte deferito all’Autorità Giudiziaria dai poliziotti cavesi per maltrattamenti in famiglia, violazione degli obblighi di assistenza familiare, lesioni personali aggravate, ingiurie, minacce. Una coppia di giovani salernitani, lui F. C., di anni 25, lei A. D.F., di anni 20, incensurati, sono stati denunciati dai Poliziotti della Sezione Volanti della Questura di Salerno, nella giornata di ieri, per tentata truffa. F.C. è stato anche denunciato per detenzione illegale di armi (oltre 50 coltelli a serramanico o a scatto).I due giovani hanno simulato la vendita di alcuni telefoni cellulari ad un acquirente, un uomo 43enne originario del Molise, col quale avevano appuntamento nel quartiere Fratte di Salerno, prendendosi i soldi pattuiti, senza consegnare alcun telefonino. Da qui ne è scaturita una lite. A seguito della richiesta d’intervento della Polizia, inoltrata al numero d’emergenza “112” dal cittadino molisano, è immediatamente giunta sul posto una Volante che, in breve tempo, ha identificato gli autori della truffa. Trattandosi di un raggiro legato alla vendita di telefoni cellulari gli Agenti hanno proceduto ad ulteriori indagini sull’accaduto, perquisendo i due giovani e le loro abitazioni, dove sono state trovate e sequestrate circa 30 schede telefoniche “SIM”. Presso l’abitazione di F.C. i poliziotti hanno trovato e sequestrato, inoltre, una collezione di coltelli a serramanico ed a scatto, detenuti illegalmente. Sull’episodio sono in corso ulteriori indagini dei poliziotti salernitani, soprattutto in relazione al possesso ed utilizzo delle schede “SIM” sequestrate.