Yara Gambirasio: la madre vuole ritrovarla, nel frattempo spuntano due indagati

Valentina Manzo

Nella serata di ieri si sono conclusi senza risultati gli accertamenti su un trentenne italiano che, secondo una segnalazione anonima arrivata alla trasmissione “Chi l’ha visto?”, sarebbe stato a bordo del furgone bianco di cui si e’ parlato spesso e con il quale, assieme ad altri coetanei, avrebbe girato per i paesi molestando le minorenni. Finora la terza settimana di ricerche di Yara si chiude senza alcun risultato, con molti dubbi e con anche le poche certezze messe in dubbio. Per esempio i due famosi uomini che due testimoni hanno visto litigare nei pressi del luogo in cui la ragazza era stata vista l’ultima volta: il vicino di Yara, Enrico Tironi e l’impiegata Marina Abeni hanno sempre parlato di due uomini, mentre ora l’ex guardia giurata Mario Torracco precisa che forse erano una coppia di fidanzati perche’ si stringevano alla vita. Una mezza certezza ce l’ha in compenso la polizia: che si tratti di un rapimento effettuato da professionisti, che non hanno lasciato alcuna traccia e che per comunicare tra loro hanno usato le vecchie trasmittenti Cb, come quelle che per molto tempo hanno usato i camionisti. Quindi non un maniaco, che agisce d’istinto seguendo il proprio impulso morboso, ma proprio per questo lascia tracce dappertutto. Una teoria che per essere confermata ha pero’ bisogno di un movente, la cui mancanza finora non ha permesso di indirizzare le indagini verso una pista specifica. Invece niente. Come nessun risultato hanno dato le ricerche di oggi nei boschi di Strozza o nel laghetto delle Ghiaie di Bonate Sopra, dov’e’ stata trovata una maglietta risultata poi non appartenente a Yara. Intanto continuano ad arrivare segnalazioni che hanno portato a controlli in Svizzera, a Renate in Valsassina e a Tricase in Puglia, e in altre trenta zone, sempre senza alcun risultato. Il caso continua ad attirare anche i mitomani, con decine di veggenti e pranoterapeuti che continuano a telefonare agli investigatori proponendo le tesi piu’ strampalate. E’ tornata la neve, le ricerche si spostano nella bassa Bergamasca, a tre settimane esatte dalla scomparsa, questa mattina le ricerche di Yara Gambirasio si sono spostate verso la Bassa Bergamasca. I carabinieri sono al lavoro nella zona di Zingonia e Osio Sotto, dove controlleranno, tra l’altro, anche un paio di aziende con il supporto delle unita’ cinofile. Da qualche giorno, ormai, i militari si stanno concentrando sulle numerose segnalazioni, spesso anonime, che arrivano quotidianamente in caserma. Gli investigatori fanno sapere comunque che l’attivita’ di oggi non ha nulla a che vedere con le segnalazioni di un furgone bianco, circolate nei giorni scorsi. Si continua a cercare Yara, dunque, a 21 giorni dalla scomparsa dal centro sportivo di Brembate Sopra, nonostante la neve che e’ tornata a cadere di prima mattina sulla provincia di Bergamo. Gli inquirenti non trascurano alcuna ipotesi, tanto che nelle scorse ore accertamenti sono stati effettuati anche a Tricase (Lecce), il paese d’origine dei nonni materni di Yara, dove la ragazzina e’ solita passare le vacanze estive con la famiglia.