Cava de’ Tirreni: alla Cobbler, personale di Antonio Petti

Rita Occidente Lupo

Quella di Antonio Petti, artista partenopeo, residente a Salerno, una scommessa con l’arte. E con quanto ancora riserva tra la fretta contemporanea ed i risvolti passati. Alla galleria Cobbler di Cava de’ Tirreni, la sua personale, organizzata dai galleristi Rosa Cuccurullo e dal suo collaboratore Giovanni Loria. Le opere, fruibili fino al 30 dicembre, in parte anche al ristorante pappa Carbone, tra stuzzicanti snack e frittelle. “Ombre”, il titolo della kermesse, compendiante le opere più recenti dell’ artista che, dopo anni di lavoro come disegnatore, scenografo e altro ancora, propone il suo famoso mondo di personaggi dalla forte connotazione introspettiva. Dieci tele, tutte realizzate nel corrente anno, di piccole e medie dimensioni, connotate dal segno: una linea colorata fa emergere le figure, la struttura spaziale della tela risponde a rigorosi e precisi ritmi di costruzione, sapientemente dosati, che catturano la luce dove il colore sempre ben calibrato è materia raffinata. Artista non per caso, giacchè i suoi primi anni di vita già lo colsero a maneggiare colori e pennelli, Petti ama polarizzare l’attenzione sull’identità umana, spersonalizzata dalla sua essenza. Svuotata da quella tipizzazione, che la rende catalogabile: tra onirismo e realtà, alcune sue tele in acrilico, che generosamente offrono campiture cromatiche, in cui la tavolozza arieggia luminosità. Il segno, quello primordiale, che impresse l’input al suo modo di creare l’arte e d’identificare i suoi stati emotivi, nel canovaccio della ricerca non sistematica, incipit del percorso. “La novità-sostiene Petti- far divenatre opera più completa il disegno, in un’armonica struttura compositiva.” Ed i ritmi scanditi dalle cromie, anche se allungano il passo dalle antiche raffigurazioni ad inchiostro, ricalcano sempre i bandoli della memoria, che non cessa di giocare tra l’immanente ed il trascendente, il reale ed il soprannaturale, in un’ alternanza tra onirismo e presente, rivisitando moti dell’anima e reminescenze.