Salerno: Violante, una lectio “ poco” magistralis

Aldo Bianchini

In apertura intendo chiarire subito qual è il mio pensiero. Luciano Violante non è un padre della Patria, è stato semmai un servitore dello Stato (e non so fino a che punto fedele!!). In questa veste è certamente il depositario di numerosi ed inquietanti segreti che accompagnano la nostra Repubblica fin dai tempi della Resistenza. E proprio della Resistenza è venuto a parlare nel Liceo Tasso di Salerno. A chi è rimasto deluso, e sono stati tanti, vorrei semplicemente dire che da Violante, obiettivamente, non ci si poteva aspettare di più, neppure sul piano squisitamente storico-repubblicano, non fosse altro che per il fatto di essere nato nel settembre del 1941. Sostenere che le grandi potenze come la Germania e il Giappone non conobbero la resistenza e non persero le loro potenzialità economico-industriali è come non ricordare che la “nostra resistenza” prese piede per la semplice circostanza che il “popolo italiano” (in senso lato) si era già consegnato spontaneamente agli alleati, avendo già perso tutte le sue potenzialità. Proprio per questo motivo, a mio opinabile avviso, la Resistenza comunque la si guardi, sia da destra che da sinistra, è stata quel movimento che ha coinvolto le coscienze di un intero popolo, dalle Alpi alla Sicilia. E’ stata più coinvolgente finanche dei moti rivoluzionari e delle guerre che portarono 150 anni fa all’Unità d’Italia; quelli erano movimenti quasi radical-schick dalle colorazioni prettamente economiche; la resistenza ha, come dicevo, coinvolto le coscienze di un popolo che si era reso conto di aver operato delle scelte assolutamente sbagliate. In forme ed in maniere diverse e più o meno intense lanciò il vero messaggio di unità e di democrazia. Secondo Violante la Resistenza si è sostanziata in tre momenti distinti: la Resistenza come battaglia, la Repubblica e la Costituzione, facendo arrivare nel nostro Paese con un ritardo di almeno cento anni il valore della libertà democratica. E questo è un principio senza dubbio condivisibile della “lectio” di Violante, il quale ha aggiunto che la lotta di resistenza fu il momento più esaltante della concertazione politica che riuscì a produrre, in rapida successione, la Repubblica e la Costituzione bandendo tutti i più bassi e speculari interessi politici di parte. “Insomma  -ha detto Violante- non ci fu quell’infantilismo politico che caratterizza i nostri giorni”. Violante, poi, ha evocato anche il manifesto di Cirielli per la Festa della Liberazione 2010 affermando che se non è vero che tutto o quasi dobbiamo agli americani è altrettanto vero che sbaglia chi ritiene che la resistenza sia patrimonio soltanto delle sinistre. Così come vanno rispettati tutti coloro che caddero nel nome di un ideale sbagliato (repubblica di Salò!!), pur in presenza di un giudizio storico-politico molto duro. Con un colpo solo Violante spegne le polemiche che qualche mese fa sollevò il manifesto del Presidente della Provincia di Salerno. “La Repubblica e la sua Costituzione –ha continuato Violante- sono la carta d’identità politica del nostro Paese che si sta avviando rischiosamente verso una presidenzializzazione che va oltre il problema contingente del presidente Berlusconi e dei suoi conflitti d’interesse perché la spinta della personalizzazione, con l’attenuante della rapidità delle decisioni, viene sia da destra che da sinistra. In questo dovrà recitare un ruolo decisivo l’informazione che in questo momento storico, però, sembra privilegiare la teatralizzazione della politica e la presenzializzazione più rispondente all’apparente velocità del decisionismo”. L’ultima battuta il presidente Violante la riserva alla scuola ed agli studenti ai quali suggerisce di non dimenticare che ci sono valori che non possono essere né venduti né disattesi. Il preside Salvatore Carfagna annuncia, tra emozione e riconoscenza, la nomina honoris causa di Violante a “docente del liceo Tasso di Salerno”.  L’arrivo di Violante era stato salutato dal coro del Tasso (diretto da 19 anni dal maestro Romeo Pepe) con l’Inno di Mameli. Tutti sull’attenti, oltre al folto pubblico, i personaggi presenti: Il sindaco De Luca, Il comandante della Finanza, il col. Merone dei Carabinieri, il prefetto Marchione, il questore De Jesu e il segretario generale della CGIL Franco Tavella.