Salerno: Fli, Farina e il fattore “D”

 Aldo Bianchini

Nel salone di rappresentanza della CCIAA stracolmo di gente è andata in scena la “prima” di Futuro e Libertà nella corsa verso l’ambita poltrona di sindaco di Salerno. Una grossa manifestazione alla presenza di Nicola Pagano (resp. naz. Circoli GI-FLI) e dell’ottimo moderatore Gigi Caliulo (dir. Il Guiscardo). Sembrava di essere ritornati d’incanto ai vecchi tempi della politica discussa e concertata con la base. La sfida l’ha lanciata l’uomo che in questi ultimi anni ha più perso che vinto, Michele Sarno, l’ultimo idealista di una categoria che non c’è più. E lo ha fatto dallo scranno più alto di una delle istituzioni provinciali più ambite, la Camera di Commercio. Proprio per colpa di quello scranno Michele Sarno, nell’estate del 2007, subì una delle sconfitte più brucianti della sua lunga vita politica quando ormai era ad un passo dal traguardo. Allora il suo partito non seppe difenderlo contro la voracità deluchiana, oggi il partito è tutto con lui. E quale migliore occasione per vendicarsi di tutto e di tutti e candidarsi in prima persona per la poltrona più alta. Invece no, ha saputo frenare se stesso e, con grande umiltà, ha lanciato nella sfida impossibile Francesco Farina partendo da un assunto fondamentale che pone “il progetto” al centro di qualsiasi azione politica finalizzata all’interesse collettivo. Ha reagito “violentemente” all’offerta di Cirielli “che voleva toglierselo dalle scatole” pur di mantenere la sua coerenza e la risposta per i suoi elettori. E’ una linea nuova ed accattivante, quella di Sarno, e su questo non ci sono dubbi; quanto e se renderà in termini di consensi sarà l’incognita della prossima campagna elettorale. Una realtà confortante comunque esiste. Salerno è una città più di destra che di sinistra, da sempre, e su questo “fattore D” dovranno quotidianamente lavorare sia Sarno che Farina, nel senso che dovranno riannodare i fili tra la politica e la gente passando per il patrimonio culturale e trasparente della storica destra salernitana. In pratica bisognerà che i due alfieri del FLI facciano opera certosina con tutti e su tutti gli argomenti per evidenziare le differenze e convincere l’elettore medio che queste differenze esistono davvero. Il FLI dovrà porsi, come manifesto politico, una condizione assolutamente credibile, quella cioè di non apparire come l’ennesima armata brancaleone lanciata alla conquista del potere. Ed in questo i due leader’s dovranno impegnarsi con tutte le loro forze nel tentativo di non imbarcare nell’avventura nessun elemento a rischio; nelle liste del FLI non dovrà essere inserito nessuno che possa far pensare a cambiamenti di casacca o a vendette personali. Soltanto così Francesco Farina potrà imporsi all’attenzione della città come l’elemento nuovo ed incontaminato della politica locale, cioè come il tanto atteso “fattore D”. Le carte Farina le ha e sono tutte in regola e nel suo discorso parte a testa bassa con un colpo ad effetto come la citazione del “progetto Fini” da contrapporre a quello di De Luca, senza trascurare il fatto che il sindaco dice di avere il consenso del 60% degli elettori in una città dove il 58% dei residenti è costretto a rivolgersi alla Caritas per sopravvivere alla fine del mese. Dunque bisognerà bandire le clientele, curare il livello occupazionale, la legalità e la trasparenza senza essere disfattisti per far capire a tutti che il “fattore D” è anche, se non soprattutto, progettualità e senso della gestione della cosa pubblica. Sono cose più facili da enunciare che da fare, ma è questa la svolta che deve far passare nell’immaginario collettivo chi si candida alla guida, anche parziale o solo da opposizione, dell’amministrazione pubblica di questa città. Accettando anche il dissenso interno senza ostracizzarlo ma accogliendo dallo stesso le cose migliori. Dopo, soltanto dopo, potranno anche venire gli accordi e le alleanze; ed in questo Michele Sarno è stato abbastanza esplicito e determinato. Se il messaggio sarà chiaro la Città, o almeno buona parte di essa, capirà e sceglierà per una Salerno che abbia “un futuro di libertà”.