Monte San Giacomo: Valdo Spini “Vent’anni dopo la Bolognina”

 Michele D’Alessio

Vent’anni dopo la Bolognina” il libro può sembrare una provocazione  e far venir rimpianti, agli ex  socialisti di Bettino Craxi, che in questa vasta platea  di Monte S. Giacomo ( ricordiamo che il piccolo centro del Vallo Di Diano  è stato uno dei paesi d’Italia con la maggiore gestione  Socialista, di oltre 30 anni) vedo ancora  numerosi e  sentono, ancora, il profumo degli anni d’oro del PSI ….” Con queste parole il  moderatore, anzi meglio definirlo coordinatore, Aldo Bianchini, che con la sua  solita  maestria e destrezza  di giornalista (ora anche direttore di Tele Vallo),  venerdì  Sera 26 novembre a Monte San Giacomo (Salerno),  nello splendido scenario del Palazzo dei Convegni di Casa Marone, ha aperto i  lavori della Tavola rotonda sulla  presentazione del libro “Vent’anni dopo la Bolognina” di Valdo Spini, edito da Rubbettino di Firenze. Al Tavolo oltre all’Autore, erano presenti, a fare gli onori di casa , in sostituzione del Sindaco Dott. Franz Nicodemo, l’arch. Raffaele Accetta  in rappresentanza in  Primis dell’Amministrazione Comunale e del Ente Montano “Vallo Di Diano”, che ha dato il benvenuto a tutti gli ospiti e ha salutato  la folta platea presente. L’introduzione al libro è stata affidata  ad Angela D’alto, consigliere Comunale Locale. “… Il libro ricostruisce  e percorre i motivi dell’attuale stato di grave crisi della sinistra italiana, segnalando gli errori e  le responsabilità  che hanno contribuito a permesso a Silvio Berlusconi di governare per oltre 15 anni di De Gasperi…L’onorevole, da politico esperto e navigato qual è,  in modo analitico e chiaro, ha tracciato quali sono stati i veri errori della Sinistra … le paure e le vicende del congresso del Partito Democratico, fino all’elezione di Pierluigi Bersani alla segreteria ….trattate nei loro aspetti problematici, ma dà anche spazio alla speranza e possibili prospettive di ripresa, anzi a conclusione del libro…Valdo  Spini  si augura  e non esclude una coalizione di una costituente tra il Pd e le forze della sinistra disponibili….”. L’intervento dell’onorevole  Regionale Donato Pica  prendendo spunto  dall’intervento  di Angela   “… non nego che gli errori non ci sono stati…se la destra  comanda, è anche perché ci sono persone  messe lì dall’alto, senza alcuna esperienza politica, bisogna ritornare  alla preferenza elettorale come prima, anche per questo è urgente la nuova riforma elettorale….” Prima, di  continuare per una  completa informazione, ricordiamo cos’è la “Bolognina”, o meglio cos’è la “Svolta della Bolognina”. Il 12 novembre 1989 , il segretario del Partito comunista italiano Achille Occhetto, sulla scia degli eventi che hanno portato alla caduta del muro di Berlino e che stanno mettendo in crisi i regimi comunisti dell’Est europeo, lancia un appello ai progressisti per creare un nuovo partito di sinistra allargato a energie cattoliche, ecologiste e radicali, puntando all’Internazionale socialista, ma senza concessioni al Partito socialista italiano di Bettino Craxi. Occhetto parla a Bologna , al 45° anniversario della battaglia della Bolognina , che vide opposti nel 1944 diciassette gappisti a 900 nazifascisti. Davanti a ex partigiani e iscritti alla sezione del Pci intitolata a quell’evento, annuncia che il Pci cambierà nome, simbolo, forma, e l’avvio di una fase costituente da cui nascerà il nuovo partito. Il 24 novembre ‘89, il Comitato centrale del Pci approva la proposta di Occhetto con il 67,7% dei voti e indice un congresso straordinario. Il discorso del  Prof. Carmine Pinto  ricercatore e quasi uno storico dell’Università di Salerno, ha fatto un excursus, partendo da un quadro politico, bloccato dalle sue negatività, che rischia di far scaturire una crisi costituzionale, le cui radici affondano essenzialmente nei limiti politici degli opposti schieramenti, resi ancor più intollerabili dalla crisi economica, sociale e finanziaria che attanaglia l’Italia, e richiederebbe quale unica via di equilibrata, solida, e sicura soluzione strutturale l’impostazione di un nuovo modello di sviluppo della società e del sistema produttivo del Paese. Questa instabilità politica, si riflette anche sulle scelte di un Paese, aggravando ancora sulla gestione e sul funzionamento dello Stato-Amministrazione, con ripercussione sull’occupazione, produzione  di un Paese. A concludere gli interventi dei Relatori della Tavola è stata una figura politica nazionale, il  Vicepresidente del gruppo del Pd al Senato e componente della II commissione Giustizia, On. Nicola Latorre ,  che ha detto di considerare “stimolante ” la proposta di Spini, che il Pd dia luogo a un’assemblea costituente, e ha parlato della possibilità di aggiornare la “Carta dei valori”che ha presieduto alla costituzione del Pd, che in passato ha dato vita a parecchie commissioni inesistenti. Ha parlato immancabilmente di Giustizia e riforme , confessando  “…c’e’ un assoluto bisogno, per questo Paese,  che serve per riequilibrare il rapporto tra politica e magistratura andato a deteriorarsi in questi ultimi anni”  “Vent’anni dopo la Bolognina” perché la sinistra si è ridotta così?  Chi di sinistra non si è fatto questa domanda, passando da una maggioranza assoluta  ad  opposizione …”Ha aperto cosi  le conclusioni della serata l’autore Valdo Spini “Nel mio testo  cerco di ricostruire le ragioni dell’attuale grave crisi della sinistra italiana, a partire dalle mosse più o meno sbagliate, o più o meno corrette, che i leader dell’ex Partito Comunista Italiano hanno compiuto nella difficile transizione di inizio anni Novanta”. L’ ex ministro dell’ Agricoltura del governo Prodi, si è concentrato sulle maggiori problematiche della sinistra italiana, come ad esempio la perdita dell’egemonia culturale; dal canto suo, anche come direttore,  Spini ha sottolineato come un recente studio di Nicola Maggini (Quaderni del Circolo Rosselli, n. 3-4/2010) documenti che nelle 13 Regioni a statuto ordinario, in cui si è votato, quest’anno il Pd ha perso più di 4 milioni e mezzo di voti. Il Pd deve dunque aprirsi, per ritrovare il suo elettorato potenziale. La stessa presunta urgenza di una complessiva riforma degli equilibri costituzionali trae alimento essenzialmente da questa immaturità democratica e dalla contemporanea inadeguatezza politica di una opposizione che continua a privilegiare il dialogo con poteri estranei al confronto politico, ritenendo in tal modo di poter supplire alla propria difficoltà di condurre una politica di aggregazioni di consensi sociali ed elettorali. Terminati  gli interventi, sono state affrontate, anche se in modo superficiale le questioni, sollevate da alcuni presenti,  come dal rapporto che il Partito Democratico dovrebbe avere con gli alleati e con le “altre” sinistre, alla crescita politica di Nichi Vendola ed alle differenze fra i quadri dirigenziali locali e nazionali.