Ritratti Africani: Scouts

Padre Oliviero Ferro

Quando nel 1907, Baden Powell fondò gli Scouts, non immaginava che tante persone avrebbero trovato che la sua idea era geniale. Noi, modestamente, come direbbe Totò, abbiamo cercato di farlo conoscere anche in Africa. Per molto tempo, a causa dei regimi totalitari, gli Scouts sono stati messi da parte per fare entrare i giovani e i bambini nei movimenti giovanili dei partiti. Poi, piano piano, si è ritornati alla libertà e allora gli scout sono risorti. O meglio, c’erano sempre, anche se nascosti da altri nomi. Infatti, “una volta scout, sempre scout”. Abbiamo iniziato da un piccolo gruppetto, nella parrocchia in Camerun. Vent’anni prima già c’erano. Ma poi furono abbandonati. Quando sono arrivato nel 2003, essendo già scout, ho proposto a un gruppo di giovani di entrare in questa avventura. E così,anno dopo anno, il gruppo è diventato sempre più grande, fino ad essere un centinaio di persone. Abbiamo recuperato qualche vecchio scout che ci ha aiutato. Ci siamo messi nella formazione e nelle attività, cercando anche di togliere i pregiudizi (lo scout è quello che mena le mani e che ruba nei campi). Abbiamo costruito qualche cosa di importante. Il gruppo è stato riconosciuto sia a livello della città, che della regione come anche dai responsabili nazionali. Si è cercato di lavorare seriamente,non solo per farci vedere nelle sfilate,ma anche e soprattutto, per costruire delle persone solide e solidali. Il lavoro continua, anche se non ci sono più fisicamente. Le difficoltà sono tante, ma l’entusiasmo è rimasto. Si cerca sempre di “fare del proprio meglio e di lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”.