“Nuovo PSI”, il partito che non c’è

Aldo Bianchini
Con sorpresa ho letto da qualche parte che il neo governatore della Campania Stefano Caldoro nel segno della discontinuità ( si fa per dire!!) ha deciso di chiudere la prestigiosa “Fondazione Rive Mediterranee” per spegnere definitivamente l’era Bassolino. E lo fa con un atto, anzi con un incarico, di assoluta trasparenza e democraticità (anche qui si fa per dire!!) nominando l’avvocato Luigi Giordano (di Sala Consilina) commissario liquidatore dell’odiata fondazione. Ovviamente nel mio scritto non c’è assolutamente nulla contro la persona di Giordano e per la sua professionalità anche in campo turistico, ma la considerazione ovvia che trattasi di un personaggio che è sempre entrato dalla finestra, dopo continue batoste elettorali, nessuno me la può vietare. Da quando cadde precipitosamente il mitico PSI del 33% non ho mai ben capito attraverso quale raggruppamento politico Giordano sia stato fedele interprete delle istanze del territorio. Ha oscillato sempre di qua e di là, eppure è riuscito sempre ad ottenere incarichi anche di prestigio finanche in seno al consiglio provinciale di Salerno. Ma quella, dimenticavo, era l’epoca del Giordano di sinistra. Ritorno, però, rapidamente alla nomina sottoscritta da Caldoro per constatare che, forse s, spegne l’era Bassolino, ma apre la sua fatta con sistemi non tanto dissimili. Bisogna, però, andare  con ordine e capire il perché di questa nomina. E’ possibile che essa sia il frutto di un accordo diretto Caldoro-Fasolino (il nipote Antonio e non lo zio Gaetano) in un quadro più generale di un partito, il Nuovo PSI, che non c’è e che è stato creato e poi sponsorizzato dallo stesso Edmondo Cirielli quasi a mo’ di argine contro le intransigenze degli uomini dell’UdC. Altra cosa è il Nuovo PSI nel resto della Campania dove, grazie a Caldoro, ha raccolto voti e consensi. In provincia di Salerno in forza di un’operazione combinata dal duo Fasolino-Cirielli il Nuovo PSI riesce a prendere un seggio nel basso cilento con il sindaco Giovanni Fortunato che subito viene cooptato da Cirielli nell’associazione “Principe Arechi” mentre il giovane Fasolino occupa la poltrona di coordinatore provinciale del partito e di membro del direttivo regionale. Poi arriva l’esigenza del Presidente Cirielli di costruire una lista forte in cui inserire il neo consigliere Fortunato (già nelle file dell’Udeur di Mastella) per portarlo alla regione. E qui l’azione di Antonio Fasolino è davvero brillante. Riesce a coinvolgere tutti gli scontenti dell’ex PS (Pignata ed altri) che fino alla Caporetto del giugno 2009 avevano spalleggiato Angelo Villani e con il miraggio di una facile elezione li candida alla regione. Vince, ovviamente, Giovanni Fortunato su diktat di Cirielli ed anche per l’impegno di Ernesto Sica (a Pontecagnano, da sconosciuto, Fortunato ha raccolto oltre seicento preferenze!!) e di altri. Sfruttando l’emorragia degli altri partiti, Fasolino (giovane e brillante) immette nei ranghi e nei ruoli anche gli scontentissimi Rocco Giuliano (uno che i voti li ha per davvero!!) e Massimo Cariello, entrambi ex assessori della giunta Villani e presenta poche settimane fa, nel palazzo Sant’Agostino, alla presenza di Cirielli, il partito che non c’è. O meglio, c’è ed è uno strumento personale di contrattazione politico-amministrativa. Ed è lo stesso Cirielli a porre le condizioni ed a gettare le basi per un assessorato a favore del partito che non c’è nella realtà ma che è ben presente sulla carta della nuova geografia politica locale. Recitano entrambi una pantomina quando si tratta di indicare il nominativo; soltanto qualche ora dopo l’arcano segreto è svelato con la nomina dello stesso Fasolino alla protezione civile. Atto di omaggio di Cirielli verso Caldoro? Chissà! E’, forse,  più semplicemente un atto di difesa contro Caldoro.  E adesso viene il bello, o meglio il difficile. Da un partito che non c’è potrebbe anche nascere un partito che c’è. Dipende essenzialmente da due fattori. In primo luogo dal potere che Cirielli eserciterà sulle scelte future del partito ed in secondo luogo dalla capacità di Fasolino (che già sta evidenziando un presenzialismo eccessivo!!) di resistere ad una logica così marchianamente dichiarata. Nel frattempo gli uomini d’oro del partito che non c’è, gli uomini cioè che hanno i voti, già scalpitano ed hanno ingoiato di traverso la nomina di Giordano che non ha mai vinto un’elezione. Sopravviverà e, soprattutto, crescerà il partito che non c’è? Molto dipenderà dalle prossime mosse del giovane Fasolino che dopo la prima sbandata dovrà rivedere velocemente la sua posizione non potendosi più nascondere dietro presunte scelte di altri.

Un pensiero su ““Nuovo PSI”, il partito che non c’è

  1. Si rivoltano nelle tombe:
    Filippo Turati
    Giacomo Matteotti
    Sandro Pertini
    Pietro Nenni
    Riccardo Lombardi
    Francesco De Martino



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