L’arte antica dell’ospitalità
Giuseppe Lembo
Il Sud e la Campania in particolare, ha conosciuto per secoli, l’arte antica dell’ospitalità. Ovunque sul territorio, l’ospite che non era ancora il “turista” dei nostri giorni, era sacro. Con rispetto e forte spirito di amicale accoglienza si aprivano le porte dei ricchi e dei meno ricchi per ricevere in casa propria quel viandante e/o quell’uomo-esploratore che, tra mille difficoltà e sacrifici, affrontava le fatiche di un viaggio alla cui fine c’era sempre una persona amica pronta a riceverlo in casa, ad offrire tutto quanto era possibile offrire e tra un bicchiere di vino e l’altro, donare e donarsi in un vincolo spontaneo di ospitalità e di amicizia. All’ospite era riservato il migliore letto che era in casa; il migliore vino che era nel bottaio e tutti quei piatti di un cibo fatto in casa, dal sapore squisitamente contadino. Questo era il Sud contadino; questa era la Campania ed il suo estremo lembo, geograficamente configurabile anche nel passato come una vera e propria regione, contenuta nei confini che appartenevano alla sacralità di Paestum ed alla Terra dei saperi parmenidei nella città antica di Elea-Velia, dove il pensiero filosofico di una scuola di pensiero che faceva capo a Parmenide e Zenone, si preoccupò di studiare l’essere, i valori dell’essere, oggi compromessi da un apparire sempre più invadente ed al centro di un’umanità che, a distanza di secoli, sembra voler cancellare i valori del proprio essere, per riconoscersi nel mito di un invadente apparire che, purtroppo, non porta da nessuna parte. Il Sud, molte parti del Sud, nel corso della sua storia di secoli, hanno conosciuto e vissuto importanti esperienze umane, culturali e di pensiero. Hanno, attraverso le sovrapposizioni di diverse dominazioni, fatto proprio un modello di pensiero che è arrivato per molti suoi aspetti anche ai giorni nostri. Sono state tante le popolazioni che si sono incontrate sulle terre meridionali; nel corso dei secoli hanno dato vita ad importanti percorsi di vita e di cultura, di cui ancora si conservano le tracce e le testimonianze. Dal mondo greco, con i racconti di Omero il Sud, ma soprattutto la Campania, si è conquistato un posto di primo piano nella mitologia antica fatta di uomini, di leggende e di luoghi mitologici, ancora conservati intatti nella loro originale ed unica bellezza. Importanti testimonianze ci vengono anche dai romani che, subentrando ai greci, non ne cancellarono le tracce ma rispettandone l’identità, realizzarono interessanti percorsi antropici ed urbani con alla base la loro cultura e il loro modo di intendere la vita d’insieme, al cui centro c’era la terra che, generava i frutti necessari a vivere, i luoghi di culto e la piazza (l’antica agorà), dove si esprimeva quell’insieme sociale fatto di rapporti quotidiani della gente che, con protagonismo si ritrovava insieme ed insieme prendeva le decisioni e/o discuteva delle stagioni, della vita dei campi e di tutte le possibili nuove tecniche, utili a migliorare la coltivazione e quindi i raccolti.Tutto questo è un patrimonio che, sfidando il tempo, ci è pervenuto e che, con intelligenza, dobbiamo saper conservare, lasciandolo in eredità anche alla memoria storica di quelli che verranno.
Complimenti per il tuo blog