Polla: ospedale off limits

Aldo Bianchini

All’inizio di questa nuova inchiesta giornalistica incentrata sulla struttura ospedaliera complessa di Polla-Sant’Arsenio è doveroso rimarcare che tutta la stampa locale ha dato, e sta dando, ampio risalto alla crisi di personale, soprattutto medico, che attanaglia da tempo i due plessi sanitari che nel tempo hanno, comunque, segnato la storia socio-economico e politica dell’intero Vallo di Diano. Dai vari report giornalistici esaminati ho tratto la convinzione che un po’ tutti,  per brevità di cronaca, si sono fermati sulla soglia del portone delle responsabilità o al massimo raccogliendo semplici sfoghi personali. Spetta all’inchiesta giornalistica oltrepassare quella soglia e denunciare con chiarezza fatti e misfatti, ove ce ne siano. Insomma dove si registra uno sfascio è segno evidente che ci sono anche delle responsabilità da distinguere, semmai, tra oggettive e soggettive ma è ineludibile che esse ci siano; e svelare tutto questo, ripeto, è compito dell’inchiesta e non della cronaca giornalistica. Per affrontare meglio l’argomento, che rimane tuttavia complesso e di non facile comprensione, bisogna allontanarsi dai luoghi comuni che vogliono una sanità pubblica allo sfascio per colpa della politica, dei dirigenti, dei primari, dei medici, dei paramedici, dei tagli governativi o più semplicemente delle condizioni ambientali. Dobbiamo partire dall’inizio e catalogare reparto per reparto i due plessi ospedalieri. A Polla ci sono i reparti di medicina, chirurgia, ginecologia pediatrica, urologia, nefrologia, otorino, oculistica, rianimazione, accettazione e pronto soccorso con la radiologia. A Sant’Arsenio, invece, c’è  geriatria,  neurologia,  fisiopatologia respiratoria, malattie infettive e psichiatria. Non me ne vogliano, ovviamente, gli addetti ai lavori se ho citato male o mancato di citare qualche reparto o servizio. Insomma voglio far capire a tutti i non addetti ai lavori che l’elevato numero dei reparti e dei servizi è rimasta immutabile e radicata nel tempo, fin dalla concezione che una volta si aveva di questi due plessi che erano stati inquadrati in una più larga organizzazione che portava il nome di “Ospedali Riuniti Luigi Curto di Polla e SS. Annunziata di Sant’Arsenio”, passati poi sotto la titolazione di “Usl n.57” ed, infine, sotto quella di “Asl Sa/3”. Come dire che la cocciutaggine ed anche l’ottusità della politica locale non si è mai resa conto dell’assoluta antistoricità del forzato mantenimento di una situazione che può solo andare verso lo sfascio totale. Ma si sa, il mantenimento di tanti reparti, di tanti servizi, di tante strutture, di tanti primari, di tanti piccoli orticelli di potere (e quello della salute è devastante!!) porta alla politica consenso e voti. E per i voti, in questo Paese, si fa tutto e il contrario di tutto. In un’epoca in cui, sul piano della salute, si parla di centralità e di specialità ed anche di sprechi, è semplicemente assurdo pensare a mantenere in piedi una struttura con più ramificazioni che, nel migliore dei casi, non valgono a  niente. Chiudere, trasferire o ridimensionare diversi reparti è l’unica occasione d’oro che Polla e Sant’Arsenio hanno per rilanciare le pur ottime qualità professionali degli operatori e la buona disposizione territoriale delle strutture. Faccio un solo esempio per tutti. Vorrei capire a cosa serve l’ottimo reparto di oculistica (non  me ne voglia l’amico primario Iovieno!!) in un sito come Polla dove però coesistono reparti come la rianimazione e il pronto soccorso (senza la prima riabilitazione!!)  che oggi sono quasi allo stato brado e che, invece, dovrebbero essere poli di eccellenza in considerazione della posizione territoriale strategica dell’ospedale a cavallo di uno dei tratti più pericolosi della Salerno-Reggio. Oggi, in un avamposto sanitario come quello in questione, va strutturata ed incentivata l’emergenza e non l’ordinarietà. Gli sprechi derivano proprio da questa sorda incomprensione che la politica, ma anche gli addetti ai lavori, hanno del problema che prima o poi si riverserà sulla stessa politica e sugli stessi addetti. E’ chiaro che in questo clima si innestano fatali scontri, incomprensioni e cadute di identità professionali. Insomma, quasi come dire che chi protesta sembra aver ragione e chi, invece, cerca di organizzare sembra aver decisamente torto. Di tutto questo, ovviamente, avremo tempo e modo di parlarne nelle prossime puntate. Voglio chiudere questa prima puntata individuando nella famosa e famigerata “contrattazione separata dell’attività libero-professionale” uno degli strumenti più dannosi dell’intero pianeta della sanità pubblica. Nel nostro specifico detto strumento ha prodotto, tra l’altro,  casi in cui un radiologo incassa in un anno la modica somma di € 364.373,53= o di un medico che ne guadagna semplicemente 234.558,54=. Provate a cliccare sul sito dell’Asl Sa/3, riquadro trasparenza, e ne leggerete di tutto e di più. Alla faccia della sanità pubblica e di tutti noi cittadini. Alla prossima.

3 pensieri su “Polla: ospedale off limits

  1. Caro Aldo varca la soglia e poi raccontaci …come stanno effettivamente le cose..

  2. In bocca al lupo per questa nuova inchiesta….sento che ne scoprirai delle belle…

  3. Caro Aldo, l’ospedale di Polla negli anni 70 era veramente una struttura all’avanguardia, che funzionava e serviva i Cittadini nel migliore dei modi. Dagli anni 80 in poi, quando la politica ha incominciato a gestire la struttura in modo molto “invasivo”, il nosocomio ha incominciato a perdere qualità delle prestazioni e credibilità complessiva. Il problema principale e che negli anni si è assistito ad una gestione in cui la politica ha guardato più agli equilibri partitici, nel senso di gestire nomine e selezionare personale medico che rispondessero più alle loro logiche che alle effettive capacità professionali della classe medica. A parte qualche eccezione, il problema dell’Ospedale di Polla è rappresentato dalla scarsa qualita della classe medica, tutti lo sanno, ma nessuno lo dice. Chiedersi il perchè tanti medici di valore, professionalità di primo livello, negli anni hanno lasciato l’ospedale di Polla e si sono trsferiti altrove e, dare una risposta, sarebbe molto utile al fine di capire le motivazioni che lo hanno ridotto in queste condizioni.

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