Denunciato per stalking ottiene di vivere con la ex moglie

Sergio Barletta

Stalking è un termine che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, perseguitandola ed ingenerandole stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. Questo tipo di condotta è penalmente rilevante in molti ordinamenti; in quello italiano la fattispecie è rubricata come atti persecutori, riprendendo una delle diverse locuzioni con le quali è tradotto il termine stalking. Il fenomeno è anche chiamato sindrome del molestatore assillante. Tre anni fa, dopo un tormentato rapporto fatto di violenze, soprusi e malversazioni subite, nonchè due figli messi al mondo; una donna, che chiameremo Marina, professionista salernitana di 42 anni, decide di troncare la relazione con un uomo di qualche mese più giovane di lei, che chiameremo Carmine, conosciuto sui banchi del liceo e che praticamente da sempre le usava violenza, seminando terrore nel suo ambiente familiare. La donna finalmente trova il coraggio di prendere i figli, due adolescenti e tornare a vivere dai suoi genitori, lasciando solo il marito nella villa fuori città, ricevuta in dono dal padre di lei ed intestata esclusivamente alla stessa donna. Dopo qualche giorno, Carmine, si mostra pentito e, grazie all’intervento di un parente che fa da mediatore, cerca di sanare la situazione. Sembra un banale litigio risolto per il meglio. Invece è l’inizio di un calvario per la malcapitata Marina. Al fine di spiegare il suo nervosismo e lo stato di prostrazione l’uomo racconta che in quella villa fuori città si sente tagliato dal mondo e che il fatto che sia “ospite” in casa della moglie lo irretisce. Così, per quieto vivere, il suocero consiglia di vendere la villa e comprare un appartamento in centro. Lo sceglie Carmine e, all’atto del pagamento si fa versare la metà del ricavato della vendita della villa sul proprio conto corrente bancario e con questi soldi, dinanzi al notaio paga la sua metà della casa. Tutto bene se non fossero continuate le violenze e le ingiurie, che portano Marina, esasperata, a tornare sui suoi passi e tornare a vivere in famiglia con i figli. A questo punto il marito, rimasto solo e andato anche lui a vivere presso l’abitazione della sua famiglia, minaccia il suicidio, continua l’opera di violenza e pressione anche verso i figli. Al punto che il secondogenito chiede alla madre di andare a stare con il papà al fine di controllarlo, per evitare che questi commetta sciocchezze. In tutto questo, nonostante ci fossero stati interveti della forza pubblica e denunce anche di vicini e parenti, nessuno si muove. L’uomo arriva finanche a minacciare di impiccarsi davanti ai figli, ma, nessuno lo induce a curare i suoi scompensi psichici, nonostante gli appelli della stessa Marina. Ma, il paradosso è ancora lontano. L’uomo, uno psicopatico ossessivo, riesce a fare pressione sul figlio, che dopo qualche settimana non vuole vedere più la madre e la disconosce come tale, rifiutandosi di incontrarla nonostante fosse minorenne e bisognoso di cure. E, anche qui, nonostante tutti i ricorsi e le richieste, nessuno ha mosso un dito, neppure il Tribunale di Salerno e i servizi sociali. Comincia la causa di separazione e, senza tenere conto delle disastrate condizioni psicologiche di Carmine che, nel frattempo ha perso il lavoro, unica rivalsa di un’esistenza nata tra gli strati più bassi della società, gli viene concesso l’affido condiviso di entrambi i figli. Quello che vive con la madre, viene spinto da quest’ultima, nonostante le violenze subite e vedute, a riallacciare un rapporto con il genitore. L’altro, quello che sta con il padre, viene alimentato esclusivamente di odio nei confronti della madre e di tutti gli altri parenti di linea materna. Ma, gli episodi di stalking non si fermano. L’uomo comincia una campagna di diffamazione nei confronti della moglie, accusandola di ogni nefandezza e, soprattutto di tradimenti con linguaggio volgare che non modifica neppure alla presenza dei figli. Danneggia il veicolo di Marina, nonchè alcune strutture dove la donna svolge la sua professione. Ma, l’apice di questa storia assurda si ha quando la donna decide di lasciare la casa dell’anziano genitore e tornare a vivere in quella che doveva essere la nuova casa familiare. A questo punto si scatena la rabbia dell’ex marito, che si sente spogliato del “suo” bene e comincia una serie di azioni “vessatorie” al solo scopo di ottenere la sua parte. Ricorre ai magistrati, prima chiedendo di dividere in due un appartamento che di fatto è indivisibile e, si badi bene, il magistrato asseconda le sue richieste; poi, chiede il compossesso, ovvero chiede di andare a vivere nella casa dove risiede la ex moglie, motivando la sua richiesta con il fatto che non ha soldi per poter fittare una casa per se. Detto questo bisogna aggiungere che la donna, pur di tenerlo lontano non aveva richiesto nè per se , nè per il figlio convivente gli alimenti. Ma, bisogna anche dire che lo stesso Carmine trova una nuova occupazione, nonchè i denari per comprare una macchina e una motocicletta nuova. Riesce finanche a trovarsi una fidanzata, ma, le minacce, gli episodi di malversazione e violenza nei confronti della ex moglie non cessano. Al punto che, il figlio maggiorenne, che vive con la madre, decide di allontanare da se il padre. La donna spaventata per la richiesta del marito e non avendo più alcuna fiducia nei giudici che fino ad ora hanno ignorato la sua difficile condizione, decide di denunciare lo stalking subito, depositando una dettagliata denuncia presso la Procura della Repubblica di Salerno. Penserete che la storia sia finita con provvedimenti duri nei confronti dell’ex coniuge violento. Invece no. Il giudice a cui viene assegnato il procedimento per stalking va in ferie per un lungo periodo, mentre quello del procedimento civile si affretta a concedere all’ex marito il compossesso della casa. Così, la vittima dello stalking è costretta, per il bene della figlia a cambiare le serrature e beccarsi una denuncia penale dal marito per non aver ottemperato ad un comando del giudice. Ma, intanto se si dovesse verificare un’altra tragedia familiare di chi sarà la colpa? Speriamo che questo non avvenga mai. Gli atti di questa tremenda vicenda sono in possesso dell’ avv. Donatella Martuscelli e copia degli stessi è custodita da una redazione giornalistica.