Salerno Solidale: fuori Memoli, dentro Arcieri

Aldo Bianchini

Se non ci saranno ripensamenti dell’ultima ora il cambio è ormai cosa fatta. Parlo di Salerno Solidale. Alla presidenza dovrebbe subentrare Mena Arcieri al posto di Salvatore Memoli. Si annuncia, così, un altro imperdonabile errore di valutazione e di scelta politica del sindaco Vincenzo De Luca. Con tanto ciarpame che gli ronza intorno da decenni chi va a silurare il buon De Luca se non l’unico uomo, vero manager, che dopo aver letteralmente salvato dal fallimento l’Azienda del Gas (attuale Salerno Energia) ha riportato a galla Salerno Solidale trasformando una piccola cinquecento con gomme bucate in una ruggente Ferrari. Crisi d’identità o debiti elettorali da pagare? potrà rispondere soltanto il sindaco. Non mi permetto di mettere in discussione le probabili capacità manageriali di Filomena Arcieri ma al di là di un assessorato comunale all’ambiente di molti anni fa e di una efficiente organizzazione della segreteria politica di De Luca sembra che non possa vantare titoli specifici in fatto di riconosciuta managerialità. Vedremo nei prossimi mesi. Il problema politico che si apre è, invece, immediato e la Provincia comincia a scottare per davvero. Al gruppo misto indipendente creato proprio in queste ore da Angelo Villani e Massimo Cariello potrebbe affiancarsi, come indipendente puro, lo stesso Salvatore Memoli che verosimilmente non accetterà di buon grado la sua epurazione dai vertici di Salerno Solidale. E per tutti e tre, probabilmente, la sirena Cirielli è già in attesa sullo scoglio sicuro in un mare in tempesta. Senza contare che il potere di De Luca sull’ente provincia si riduce di tre unità che certamente non risponderanno ai suoi comandi. Insomma all’onnipotente sindaco non gliene riesce più nemmeno una, e pensare che fino a meno di un anno fa tutte le ciambelle gli riuscivano con il classico buco. Ma come si fa, lo dico innanzitutto da osservatore, a silurare un manager che ha portato Salerno Solidale dal deficit totale alla posizione di creditore di circa sei milioni di euro dal comune di Salerno, comune che naviga sempre più rapidamente verso il dissesto generale. Ormai è pieno di debiti: sei milioni a Salerno Solidale, circa diciotto all’Asi, e chi più ne ha più ne metta. Sono chiare le avvisaglie della fine, e dove andranno, mi chiedo, tutti gli uomini che da oltre quindici anni vivono e vegetano all’ombra del Re Sole. Se proviamo a fare l’elenco di tutti gli enti e società miste perse negli ultimi mesi da De Luca viene fuori un dato impressionante. Non governa l’Autorità Portuale, sta mollando la CCIAA e con essa l’Aeroporto, ha perso i Consorzi Destra e Sinistra Sele, gli hanno scippato i quattro Bacini rifiuti, non avrà il termovalorizzatore, la Provincia non è sua, presto perderà l’ASI, il CSTP e Salerno Manutenzioni, ecc. ecc.. Ormai l’assedio è concentrico e Lui rimane sempre più solo al riparo, ancora per poco, nel mitico Fort Apache.

2 pensieri su “Salerno Solidale: fuori Memoli, dentro Arcieri

  1. Queste so’ cose da pazzi!Sindaco e’ arrivato il momento di andare in pensione.

  2. la “fellaziocrazia” oltre che al Governo, imperversa anche a Salerno……………

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