Vita di Missione: marinaio…cercasi

Padre Oliviero Ferro

Per chi viene dai monti,imparare a navigare su un lago(anzi,bisognerebbe chiamarlo mare,non è facile. Ma bisogna fare di necessità,virtù. Visto che metà della parrocchia(130 chilometri di lunghezza) era lungo il lago Tanganyka(32.893 km2 ),non si poteva che utilizzare un battellino. Nuotare non era molto consigliato,vista l’accoglienza che ci avrebbero riservato i coccodrilli e gli ippopotami. Bisognava mettersi nelle mani dei due capitani e seguire i loro consigli. Il safari(viaggio) sul lago durava dieci giorni. Un’esperienza bellissima. A volte il lago era tranquillo; altre volte un po’ turbolento e tempestoso. Allora bisognava stendersi nel battellino e aspettare che tutto si calmasse,stomaco compreso. Se poi,con il vento,arrivava la pioggia,allora la benedizione era assicurata. Quando si sbarcava in un villaggio di pescatori,era la festa,la gioia. Tutti ti venivano incontro,soprattutto i bambini che si tuffavano in acqua. Ti aiutavano a scendere ed era uno stringere tante mani. Il “karibu”(benvenuti) usciva da tanti cuori. Ti accompagnavano nella capanna, ti davano da bere il the caldo con le banane fritte(deliziose!). E si cominciava a parlare. “Habari gani”(novità) era il ritornello. I nostri accompagnatori aprivano la valigie delle medicine(sembrava la valigia delle meraviglie!) e noi andavamo verso la cappellina del villaggio con il responsabile della comunità. Si parlava di tante cose, dei problemi,delle difficoltà,delle ingiustizie delle autorità,delle gioie e delle speranze. Si verificava il cammino di catechesi,i problemi delle famiglie. Si ascoltavano i giovani e gli anziani. E poi,tutti insieme si condivideva la Parola di Dio e l’Eucarestia. Che bei canti. Lo sfondo era meraviglioso. Il lago era là con i suoi profumi,i suoi colori,le sue voci. Sembrava che qualcuno lo avesse dipinto apposta per noi. Poi si ritornava nella capanna per condividere un po’ di vita e il pesce fresco. E la fraternità continuava. Un po’ di riposo e via di nuovo nel battellino per altri incontri. E così per dieci giorni. L’ultima sera,era il grande ritorno. Accompagnati dai raggi della luna e dal muto concerto dei pesci,il motore cantava e ci riportava da dove eravamo partiti. Una cosa fantastica!