Fisciano: presentazione libro Michele Sessa

Anna Maria Noia

In occasione dei festeggiamenti per il bicentenario dell’istituzione del Comune di Fisciano, avvenuta in pratica insieme all’istituzione del Comune di Mercato S. Severino, nello stesso anno e con la stessa “firma” – anche se S. Severino organizzerà iniziative prossimamente – il giorno 10 aprile si è tenuta presso la sede municipale di Fisciano e nell’aula consiliare intitolata al compianto “don” Gaetano Sessa – amato sindaco scomparso alcuni anni fa – la presentazione del volume “La città di Fisciano”; nel corso della importante serata Michele Sessa, il vate-avvocato, letterato e pluridecorato “notabile” di Lancusi, frazione di Fisciano, ha voluto dare alle stampe una rinnovata edizione, ad hoc per le celebrazioni del duecentesimo anniversario, di una sua opera precedente, testimonianza – come sempre – di un mai cessato e anzi di un ritrovato amore viscerale per la propria terra e il proprio paese, Fisciano appunto…Gli interventi – molto dotti, esaurienti e prestigiosi – sono stati a cura del sindaco Tommaso Amabile; di Mimmo Sessa, presidente della Banca di Credito Cooperativo (Bcc) della cittadina; del noto storico salernitano Pasquale Natella; di Vincenzo Aversano, docente di geografia all’università di Salerno; ha coordinato (moderato) e condotto la discussione il preside Rubino Luongo, storico e letterato. Al termine, dopo la descrizione del logo e del gadget per il genetliaco di Fisciano – a cura della giovane artista locale Alessandra Sessa – e il taglio augurale della torta per il bicentenario, il simpatico concertino classico napoletano “Re di cuori”. Ha preso la parola Luongo, che si è dilungato sull’opera di Sessa piuttosto che sui duecento anni del Comune anfitrione, soffermandosi brevemente ma comunque egregiamente sull’avvenimento. La terza edizione del volume di Sessa – ha espresso il preside – è stata riveduta, aggiornata, ampliata e tratta molti aspetti del comune di Fisciano, che nel 2003 ha acquisito la denominazione e il titolo di Città [come anche Mercato S. Severino nda]. “ Il moderatore ha ricordato come la kermesse storicoletteraria incentrata sull’opera del letterato nello stesso 10 aprile sia coincisa con la costituzione del Comune di Fisciano ma anche con l’altro non meno significativo “appuntamento” e traguardo del trentennale della Bcc di Fisciano.Luongo ha parlato del duecentesimo compleanno della Città – alla quale ha dedicato dieci anni del suo operato – come un punto di partenza e non giammai di arrivo riguardante il grande affresco di civiltà, come emerge nella ricerca compiuta anche da parte di Michele Sessa, e della cultura del territorio a partire dall’età romana, con evidenze archeologiche ancora visibili sul territorio, fino al Medioevo.L’opera di Sessa appare –a detta di Rubino Luongo – molto complessa, stratificata e non inquadrabile in schemi fissi e rigidi. Però essa è proiettata verso la modernità, in tensione continua con istituzioni quali la Bcc e soprattutto l’ateneo situato nel comprensorio fiscianese. La ricerca del poeta lancusano vuole anche illustrare una rassegna di personaggi celebri del territorio: patrioti, poeti eccetera, mediante un’analisi antropologica della città ma anche attraverso una silloge di poesie e racconti che ne colgono e rappresentano l’anima profonda.Poeticità, passione, vis teatrale e accademica nelle parole di Luongo, che ha ravvisato nel libro presentato un ritratto di Fisciano da borgo rurale ed isola artigiana a vera e propria città europea.Nel volume – a detta del coordinatore dei lavori del 10 aprile – coesistono la Fisciano che c’era e quella proiettata nel futuro.Indi ha proseguito Amabile, in un discorso a noi apparso non proprio convincente, ma comunque politico, amministrativo, quasi “burocratico”, secco sebbene preciso, coeso e coerente.Tra le altre cose, il sindaco ha inteso rimembrare il suo più famoso predecessore Gaetano Sessa nell’intervento di recupero culturale e storico della Fisciano di oggi grazie all’intento di preservare il bene architettonico di S. Michele già attuato con lungimiranza da “don” Gaetano. È toccato quindi al simpatico e umano Mimmo Sessa, che ha puntualizzato e focalizzato il proprio intervento sul camminare insieme del volume di Michele Sessa e della Banca che egli dirige con professionalità, percorso comune fin dal lontano 1980, allorquando il poeta e letterato diede alla luce la prima edizione dell’opera mentre la Bcc allora muoveva i primi passi. Il presidente della banca di credito cooperativo Mimmo Sessa ha poi voluto analizzare molto brevemente in un discorso “tecnico” ma anche con amarcord i punti salienti della storia di Fisciano e ha invitato i presenti per il 24 aprile all’inaugurazione della nuova sede della Banca da lui amministrata. I momenti clou della serata, comunque, sono stati condotti da Pasquale Natella e Vincenzo Aversano: in particolare Natella in un suo breve ma valido e interessante, puntuale studio del volume presentato ha detto molto sulla storia e i toponimi del territorio, ha messo tanta carne a cuocere e ha rivelato sue ricerche tramite la presenza di antichi e inediti, importanti documenti che si innesterebbero anche nel lavoro del Sessa. Lo studioso salernitano ha parlato dei vari modi di scrivere la storia, i modi sincronico e diacronico; l’uno ordinato in modo temporale, l’altro estemporaneo, basatosi su oggetti del divenire. Il Natella si è soffermato con cura e perizia, con rara e preziosa maestria sui ventitrè capitoli e le centoquindici pagine dell’opera ampliata, riveduta, aggiornata dal suo autore. Un universo in cui scorre la nostra vita quotidiana sia spirituale che materiale è la Fisciano descritta da Michele Sessa; egli ha inteso studiare e descrivere un particolare stampo della realtà, non soltanto con l’anelito “normale” da parte del cittadino fiscianese di lavorare e produrre, ma con quel quid in più… Poi il competente Natella ha descritto pedissequamente (nel senso positivo del termine) il libro di Sessa argomentando – argutamente – e dirigendo, indirizzando le sue parole verso l’artigianato e l’arte del Fiscianese, sulle emergenze artistiche e architettoniche del paese e così via. Particolare il modo di narrare del poeta e scrittore – ricordiamo: diacronico e non sincronico, anche se l’interesse di Sessa verso gli eventi non astratti è tipico degli avvenimenti sincronici – ma Sessa punta al recupero delle tradizioni artigianali di Fisciano, parlando infatti di “via del ferro e del fuoco”. Ciò vede recuperare e ripercorrere la valenza di artigiani meccanici risalenti a tempi antichissimi (1400-1500, sotto i conti Sanseverino). Natella ha attuato una calzante similitudine con la storia di S. Severino, riguardo molti toponimi di altre zone; ha dissertato dei suffissi romani (in “-anus”, come termina la parola “Fisciano” ma anche come Pellezzano, Gaiano, Bolano, Pizzolano, eccetera…) e dell’origine “doppia” appunto del termine Fisciano, derivante sia dal prediale romano che da un nome di famiglia nobile: “Fisius”. Questa e altre vere e proprie chicche di tale relatore, che possiede documenti recenti e inediti riguardo appunto la storia di questo paese. Altro momento clou della soirèe è stato incentrato sulla relazione di Aversano. Anche lui si è soffermato sui nomi dei luoghi, iniziando in maniera ironica e simpatica con una “polemica” e una riflessione aperta e precisa, attenta, sui concetti di storia e geografia ma anche di tempo e spazio. Aversano ha discusso sul termine “bacino” (idrografico), sul fatto – importante – che in realtà geograficamente parlando sia Fisciano che Mercato S. Severino non facciano parte della Valle dell’Irno bensì di quella del Sarno. Anche Aversano ha tracciato un profilo storico sui toponimi, proprio come Natella, in un ideale incontro, un abbraccio tra geografia, storia e perfino religione: ha parlato della zona locale detta “mesànole”, che deriverebbe da termini da cui si originano i nomi “mensa”, “messa”, “Meseta”. Nel corso dell’intervento, il docente universitario Aversano ha posto non politicamente ma eticamente la questione – modernissima, attuale – della privatizzazione dell’acqua, che il nostro governo vorrebbe attuare, quando – dopo ben otto secoli di gestione privata – i Napoleonidi dell’800 (epoca a cui risale il comune di Fisciano come quello di S. Severino) riuscirono a rendere l’acqua pubblica grazie alla cosiddetta “eversione dalla feudalità”. Aversano ha trattato, come Natella, dei ventitrè capitoli non numerati e diacronici (anche se non solo) del volume, che si pone in modo descrittivo e più analitico che sintetico come vera e propria “miniera” di informazioni e di umanità profonda da cui attingere – come da una “summa” – valori e sapere. La cerimonia si è conclusa con poche sentite e commosse parole dell’autore, anch’egli emozionato fino alle lacrime; poi il buffet e il concertino dei “posteggiatori”.