La Libertà di stampa in Italia vista dall’Estero

Ivan Re

«La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire», George Orwell. Tempo fa mi capitò di sentire di una classifica che relegava il nostro paese al 40’ posto in materia di libertà di informazione, la notizia mi colpì molto, soprattutto dopo aver notato che sia i media, sia i giornali fatto eccezione di rari casi trascurarono la notizia come se non fosse importante quel dato o semplicemente venne reputata come notizia “scomoda” e perciò non citata dai mezzi di informazione. Ho fatto una ricerca a proposito del tema sulla libera informazione in Italia, dando non certo dati empirici, ma documenti ufficiali di istituzioni autorevoli, dati trovati attraverso internet, l’unico mezzo che ancora oggi non risente della censura. Facciamo un passo indietro nella storia per capire come nasce la libertà di stampa nel nostro paese, nasce con la caduta del regime fascista di Benito Mussolini, verso la fine della dittatura del maresciallo Pietro Badoglio, con la Liberazione di Roma nel 1944, esplodono una serie di idee politiche fino ad allora soppresse dalla censura fascista, queste idee si esprimono sotto forma di giornali stampati in fogli ciclostilati che vengono distribuiti a mano nelle grandi città. In Italia la libertà di stampa è sancita dall’Art. 21 della Costituzione, anche se l’associazione Reporter Senza Frontiere ha sospettato alcune limitazioni durante i vari governi di Silvio Berlusconi tra fine anni 90’ ed inizio 2000. Cominciamo ad analizzare i dati dell’associazione Reporter sans frontiers che da 18 anni si occupa di difendere la libertà di stampa, ogni anno pubblica un rapporto sulla libertà di stampa in vari paesi, il rapporto 2005 vede l’Italia al 42’ posto, dietro al Costa Rica, e viene considerata a livello di libertà d’informazione solo parzialmente libera. L’International Press Institute è un network globale di editori che ha membri in 120 paesi nel mondo, ha un ruolo di consulta con L’ONU, L’UNESCO e il consiglio Europeo, pubblica una vera e propria statistica “World Press Freedom Review” il quadro riguardante l’Italia è preoccupante per una democrazia occidentale, ne cito un passaggio, “Per quanto riguarda la libertà dei media, l’Italia ha un posto speciale in Europa in quanto in nessun altro paese il Primo Ministro, capo del governo (il politico che può esercitare il maggior potere sullo stato dei media), possiede la maggior parte degli altri media televisivi e molti dei quotidiani nazionali.”L’European Federation of Journalists è rappresentato da circa 280.000 giornalisti in 30 paesi, è la più grande associazione giornalistica d’Europa, che grazie ad una risoluzione nel meeting di Praga del 2003 si è interessata alla situazione dei media in Italia, le conclusioni del meeting sono 8, cito il 1’,  “E’ impossibile non concludere che in Italia la crisi dei media sia seria e profonda. C’è un sistema di gestione profondamente sbagliato, una carenza di consapevolezza pubblica, un elemento di paralisi politica e una seria preoccupazione tra i giornalisti italiani sul futuro dei media”. Altri dati, quelli Audiweb del 20 maggio 2009 mostrano che in Italia circa 30 milioni di persone hanno un accesso a internet e di queste circa l’80% ha una connessione veloce. Tra questi c’è addirittura un valoroso 6% che ha abbandonato la televisione a favore della rete, ma nonostante questi dati siamo ancora lontani da Paesi come Inghilterra, Germania, Francia in cui la percentuale di persone che usa internet abitualmente, usufruendo di una connessione veloce, è nettamente superiore ai dati del nostro Paese. In Italia c’è una parte di persone che non naviga in rete in quanto non sa usare il computer. E’ importante invece avviare un processo di alfabetizzazione informatica affinchè si possa superare il digitale che ancora ci appartiene. La rete offre informazioni senza censura, in tempo reale e, soprattutto, in rete esiste un feedback che in televisione non c’è. Ci sono stati politici che hanno provato ad aprire un loro blog, ma hanno ricevuto talmente tanti commenti negativi che hanno deciso subito di chiuderlo. In Italia l’informazione è parzialmente libera, è il dato ufficiale espresso da Freedom House, un istituto di ricerca situato a Washington che ha come obiettivo la promozione della democrazia liberale nel mondo. Nel rapporto 2009 di F.H. il nostro Paese viene declassato da Paese “libero” a “parzialmente libero”, siamo l’unico caso nell’Europa Occidentale insieme alla Turchia. Tra le cause di questa situazione Freedom House cita le continue intimidazioni ai giornalisti e i tanti processi per diffamazione a carico di altrettanti giornalisti, tra cui ne cita alcuni tra i più eclatanti, tra i quali quelli a carico di Alexander Stille e di Marco Travaglio. In Italia i giornalisti “subiscono intimidazioni” tali da indurli ad “essere condizionati”. Ecco perchè la televisione ed i giornali sono diventati dei mezzi di comunicazione al servizio del potere. Per questo motivo la televisione ed i giornali non servono più. Milioni di euro “regalati” dallo Stato per finanziare giornali che non fanno vero giornalismo. Occorrono informazioni reali, occorre giornalismo vero. “La società non ha bisogno dei giornali, ha bisogno di giornalismo (Clay Shirky)”. In questa Italia in cui l’informazione è malata, la rete è la nostra unica speranza per informare e per resistere.