La suggestione dei versi, nelle fotografie di Maria Monica Martino

Rita Occidente Lupo
Linguaggio verbale e non. In spaccati figurativi, che immortalano il passato, rinvigorendo il presente. Una personale intrisa d’un afflato campanilistico, che trasuda dietro ogni clik. Maria Monica Martino, alle sue spalle un nutrito curriculum poetico e saggistico. Un viaggio dell’anima, un excurus che rivisita il passato, per cogliere il contemporaneo senza sdolcinature. Fotografie, sopese a tratti, tra trascendente ed immanente, se per quest’ultimo s’intende la proiezione del terreno, verso una dimensione escatologica. Dall”Arco di pietra” dedicato ai genitori ed alla suocera Mamma Teresa col suo “Pescatoriello”, un insieme di bozzetti riflettenti, senza sbavature, il bel tempo che fu. Un passato le cui radici, insuperbiscono Salerno, ammantandolo delle vestigia nobiliari. Che l’Arechi svetta in cima alla collina, fino alle sue pendici dell’Annunziata. L’accattivante pubblicazione, che vanta in apertura il commento del cardinale Renato Raffaele Martino, cognato dell’autrice, invita a passeggiare tra fotografie, pennellate e parole, in un’atmosfera intrisa di profumi d’un tempo, giammai obsoleti. L’abilità della Martino sta proprio in questo: nell’essere riuscita giammai a caricare di tensione emotiva la quotidianaità ambientale, ma a porsi con tratto discreto, quasi a latere di una scenicità che s’impone da sola. Con i suoi palazzi, le sue architetture, la sua pietas popolare. Dal vicolo di Santa Lucia, a San Pietro a Corte, non traslando o posponendo la cura per il particolare naturalistico. Le fotografie, saggiate da una fine pennellata, si caricano di cromìe non decadenti. Lo stesso autunno, con l’ombrellone dischiuso, non saluta la bella stagione, ma invita alla prossima attraverso grappoli d’uva dai chicchi variegati. Palpiti di vita, proiettati in parole ed immagini, in una sinfonia che a volte sembra quasi planare sul contingente, come le vele, che creano il loro girotondo nello specchio salato. Altre, semplicemente rimanere ad ascoltare. Il mare, l’acqua, elemento primordiale, così cara alla Martino, assurge ad icona di un rigenerare energie e volitività Come dalle storie “Dormici su”, che vantano a protagonisti pesci d’ogni specie ed illustrati dalla matita dei piccoli, scritte d’un sol fiato, con l’unica pretesa d’affabulare l’infanzia e, perchè no, anche gli adulti, attraverso i ghirigori d’una fantasia che giammai avara d’emozioni, gioca sempre con la superficie idrica, spesso immergendosi per gustarne una totale rinascita.