“Oro Rosa” di Carla Petruzziello ad Aldebaran

Rita Occidente Lupo

“Oro Rosa”, pseudonimo usato dall’autrice e simbolo esoterico di sapienza. Così sull’aletta della silloge poetica e narrativa, la motivazione cromatica della copertina e del titolo. Carla Petruzziello, l’autrice deceduta prematuramente, stroncata da quel male che ancora spesso canta vittoria nel nostro tempo. Una donna eclettica, estrosa, solare, raffinata, colta. E potrei continuare ancora con tanti attributi, avendo con lei condiviso i banchi della scuola primaria. Ci separammo per le scuole medie. Ritrovandoci donne all’Università. Accomunate dalla Facoltà di Lettere e Filosofia: ci stringemmo nel giorno della laurea  il 31 luglio dell’80:  pieni voti. Ma Carla, era sempre la migliore. La prima della classe alle elementari ed il genietto anche all’Università. Iclassici, per lei, amici affabili. Estremamente colta, ma severa al punto giusto con gli allievi. Aperta ai rapporti umani, ma dignitosamente riservata. Qualcuno, in passato, la vedeva rigida. Rigorosa, il termine giusto, prima con se stessa. Pedante forse, come la nostra forma mentis, che spesso ci spinge a voler spaccare il capello. Ad esigere dagli altri rispetto e correttezza. Avendone a sufficienza. Dalle nostre madri, docenti al tempo in cui le donne erano ancora per lo più casalinghe, valori intramontabili. Carla ha ricercato a lungo anche una sua specifica dimensione interiore. A volte, attraverso anche la conoscenza dell’esoterico, dell’orientale, di tutto ciò che sfugge ai canonoi della banale quotidianità. Con enfasi, la sua produzione creativa. Trasudante di gioia. Contagiante voglia di vivere. Quella che l’ha scortata fino agli ultimi mesi della malattia. Non ci pensava proprio a mollare. Anche quando il male avanzava, continuava a curare il suo aspetto esteriore, per non essere la piagnucolona da commiserare. Quell’alto senso del dovere e della dignità sempre, l’ha sostenuta insieme ad una fede ritrovata “Sento con certezza che la mia vita, come la vita di tutti, è guidata da una volontà più alta, arcana e non rivelata alla conoscenza ordinaria, che conduce per percorsi diversi al comune approdo dell’evoluzione”. Il messaggio nella prefazione firmato da Carla. Di lei, della sua caparbia nell’andare sempre avanti, nel rigar dritto, calcando le orme familiari, della sua sopita melanconia, tanta nostalgia. La sua fertile penna, non poteva non portarle successi saggistici e poetici. Una scheggia di vita.  All’unanimità amici, conoscenti e familiari, nel corso della presentazione, organizzata presso la libreria Aldebaran a Salerno, dalla sorella Marisa hanno plaudito all’iniziativa di ricordare Carla, proprio in occasione del suo onomastico, unendosi a Marisa nella sua postilla prefattiva alla silloge “Grazie per il segno di luce che hai lasciato in tutti noi!”