L’angolo dei giovanissimi: Musica tra i banchi

 Alessio Ganci

Generalmente nella scuola dell’obbligo vengono insegnate due ore di Educazione Musicale alla settimana. Tale disciplina scolastica cambia radicalmente negli ambiti di insegnamento dalla Scuola Primaria di Stato, in cui si imparano le fondamenta della disciplina (per esempio il solfeggio o la divisione delle note in battute sui pentagrammi), alla Scuola Secondaria di Primo Grado di Stato, in cui si iniziano a suonare degli strumenti musicali, e a studiare la storia della Musica e  qualche “cenno psicologico” relativo all’argomento musicale (ovviamente a livello introduttivo). Già nella Scuola Secondaria di Secondo Grado di Stato la Musica non è più insegnata (a meno di non frequentare il Conservatorio). Però nella scuola dell’obbligo la disciplina musicale viene insegnata comunque adeguatamente, creando un approccio di insegnamento basato sulla teoria (oggetto della Scuola Primaria di Stato; acquisizioni basilari) e sulla pratica (oggetto della Scuola Secondaria di Primo Grado di Stato; sfruttamento delle acquisizioni basilari per approfondire ulteriormente la disciplina). Lo studio e la padronanza di uno strumento musicale può comportare anche la partecipazione a concerti e ad altri eventi artistico – culturali, in cui molto spesso vengono selezionati gli studenti più interessati alla disciplina per questo tipo di eventi. Ad esempio concreto di questa mia affermazione, riporto l’esperienza che ho vissuto la scorsa Primavera con la mia scuola: un concerto tenuto dagli studenti presso il Palazzo Ducale di Genova per ricordare lo scomparso Fabrizio de Andrè cui è intitolata la scuola che io frequento. Come specificato prima, nella Scuola Secondaria di Primo Grado oltre alla pratica  degli strumenti musicali (quasi sempre flauti, tastiere e chitarre; in aggiunta vi sono altri strumenti se si frequentano corsi pomeridiani riguardanti la disciplina), viene approfondito lo studio della storia della Musica, spesso allineato negli argomenti in studio attualmente con la storia dell’Arte e la Storia della cultura. Di solito, nello studio di questo ambito della disciplina, si tende a descrivere ampliamente il quadro storico, evidenziando eventuali movimenti culturali di un’epoca e a riprodurre qualche brano musicale dell’epoca, nel caso i testi scolastici siano provvisti di CD. Infine, nello studio dei “cenni psicologici” non c’è molto da dire: generalmente è diffuso l’approfondimento delle pubblicità televisive (e chiaramente della musica nelle pubblicità televisive) e dei condizionamenti che ne derivano. Questo settore include quasi sempre oltre alla musica, anche altre caratteristiche artistico-culturali.