Anna Frank, testimonianza sul male

 Alessio Ganci

Due mesi fa ho terminato la lettura del Diario di Anne Frank. Un diario contenente storie di sacrifici, momenti di ansia e soprattutto un profondo odio razziale che nessuno risparmia. Si sta narrando di una vicenda realmente accaduta, tutta scritta nel diario di Anne Frank, svoltasi nel periodo della seconda guerra mondiale. Una famiglia ebrea è costretta a trovare rifugio in un ambiente segreto, sperando di non essere scoperta dalla polizia nazista. Un periodo di tre anni trascorso con la speranza di non essere rintracciati dalla polizia nazista, per poi essere comunque scoperti e deportati nei campi di concentramento. Tantissime persone, per ben tre anni hanno dovuto convivere in un’area stretta e non adatta a contenere così tanta gente. E per questo, era molto alto il nervosismo e i litigi erano frequenti: si voleva che la guerra finisse presto e che si ricominciasse una vita normale. Senza dubbio, la base del diario di  Anne Frank è il profondo odio razziale nei confronti degli ebrei da parte dei nazisti. Il razzismo era ed è tuttora un odio molto diffuso nell’essere umano. Anche oggi, spesso capita di leggere notizie di cronaca in cui il razzismo è presente. Come mai? Si percepisce che il “diverso” sia sempre “negativo”? Qui si denotano sempre gli istinti dell’uomo, tendenze alla vanità ed alla considerazione di essere migliori degli altri. Leggendo il libro, mi è sembrato che tutte le vicende in cui erano coinvolti ebrei e nazisti fossero originate da questa pericolosa sopravvalutazione dell’ io e dalla sottovalutazione del noi.