Mercato San Severino: Mespi, ing. Francesco Terrone scrive a Roberto Saviano “Difendere Sud e tradizioni”

Carissimo Roberto,
io non sono conosciuto quanto te, forse perché ho una mia professione e probabilmente sono un po’ più serio di te.

Amo il Meridione, amo l’Italia tutta.

Devo subito dirti che, all’inizio, ti ho apprezzato molto per il coraggio che hai avuto nel denunciare; successivamente ho capito che la tua volontà di esporre denunce, seppur importanti, aveva messo in atto un meccanismo per crearti lavoro. E allora ho provato un senso di tenerezza, compassione che man mano mi ha portato ad allontanarmi completamente da te.

Carissimo Roberto,
non trovo tollerabile che attraverso i tuoi romanzi, spesso trasformati in serie televisive e film, abbia potuto divulgare un’immagine distorta e di cattivo esempio della nostra terra. Mi si apre un vuoto nello stomaco di disgusto e immagino sia la stessa sensazione per tutti coloro che, come me, amano la nostra terra, il nostro Sud, la città di Napoli.

Carissimo Roberto,
chi ti parla non ha mai avuto la scorta per proteggerlo pur avendo ricevuto minacce e un attentato per aver difeso i più fragili. Di questo accadimento non ne hanno scritto né giornali né ne ha parlato la TV. Chi ti parla si è sempre inventato il proprio lavoro per poter dare il pane a quante più persone possibili.

Carissimo Roberto,
tra le tante fantasie romanzate che hai raccontato, ne hai sparata una veramente tremenda. Ti ricordo che la famiglia è formata da padre, madre e figli e su di essi si basano le fondamenta della civiltà. La famiglia, carissimo Roberto, non si tocca.

Se continui a scrivere in questi termini, diventerai un bravo fumettista e farai ridere racimolando degli inaspettati applausi.

Carissimo Roberto,
non ti offendere; ho voluto darti qualche consiglio per sbirciare in essi la verità che ti potrà aiutare, a te giovane, a vivere in pace e serenità.

Il Presidente

Ing. Francesco Terrone