Mercato San Severino: ad Acigliano, ritorna festa Assunta con Ciuccio di fuoco

Anna Maria Noia

A mezzanotte e un minuto tra il 15 e il 16 agosto, la frazione sanseverinese di Acigliano si abbiglia a festa per il consueto appuntamento etnografico del ciuccio di fuoco. Che, da qualche edizione a questa parte, torna “tra la gente”. Un omaggio alle antiche tradizioni popolari, tanto care ai nostri antenati. Dopo alcuni anni in cui, per motivi di sicurezza, il metaforico ciuchino – con in groppa uno o più personaggi simbolo della nostra società e della realtà attuale – veniva acceso in piazza, adesso il simulacro percorre in lungo e in largo la strada di Acigliano. Tutto merito del sodalizio “Beata Maria vergine Assunta in cielo” – una quarantina di iscritti, venti dei quali effettivi – che si è occupato anche di organizzare iniziative collaterali in atto il 14 e il 15 del mese. In precedenza, il retaggio del ciuccio era stato ripreso dall’associazione “San Magno”. Pur avendo origine in realtà pagana, la tradizione è in onore della Madonna Assunta – il cui culto è particolarmente sentito nella frazione. Ad aprire le danze, già il 14 di agosto alle 21, lo spettacolo musicale a cura dell’ensemble “Tammorrasìa” – direttamente da Battipaglia. Entrando – poi – più nel vivo della manifestazione, alle 23 di ferragosto si terrà lo spettacolo di apertura. Con il corteo storico in costume da contadini, a rappresentare l’antica civiltà agricola – che ha dato origine, appunto, all’ancestrale ritualità. Una piccola rappresentanza di figuranti – tra donne, bambini e alcuni uomini. Per l’occasione, sfileranno due asini veri – uno piccolo e l’altro più grande. Un allestimento ad hoc, come negli anni scorsi ma più in grande, abbellirà il lungo “corridoio” viario della località: si punta sempre più in alto, con banner pubblicitari ad illustrare l’orgoglio aciglianese. Le scritte identificano le caratteristiche del popolo del ciuccio: “passione”, “devozione”, “folklore”, “identità”, eccetera. E proprio in mezzo ai banner, nonché tra la gente eccitata – 3mila i visitatori nel 2017, provenienti anche da Francia (c’è un gemellaggio di alcuni anni fa); Belgio e perfino Spagna – il ciuccio di cartapesta passerà il 15 notte. Anche stavolta il personaggio, pare non un politico, rappresenterà una “metafora” degli ultimi accadimenti a livello nazionale e non. Per mezz’ora, a mo’ di rito apotropaico (ovvero, di allontanamento degli spiriti “maligni”), l’asino bardato con fuochi freddi, razzi, biancali e altri accorgimenti pirotecnici darà il là alla manifestazione. Ad accendere la miccia, come da tradizione, il primo cittadino Antonio Somma. Anticamente, il compito era riservato al più anziano o al più stupido della collettività – lo “scemo” del villaggio (oggi, più che mai, globale). Tre sono le ipotesi prevalenti sulla nascita della leggenda del ciuccio: l’insediamento franco-spagnolo; l’indizione bizantina, ovvero il rinnovo dei contratti agrari tra agosto e settembre; le tradizioni legate alla terra. Per una kermesse che si perde nella notte dei tempi. Pare, inoltre, che gli scherzi salaci tra le due frazioni confinanti (e “rivali”) Pandola ed appunto Acigliano fossero alla base di questo evento, avendo per scherno gettato gli abitanti di Pandola una carcassa di asino ai confini con Acigliano. Dopo la spettacolare manifestazione, ovvero quando il ciuchino avrà terminato di bruciare, dopo lo “scoppio” – presenti la locale Protezione Civile o Epi (Emergenza pubblica Irno) e gli altri responsabili della sicurezza – si terrà un maestoso show piro-musicale. A cura della Salvati Fireworks. Numerosi gli sponsor (forse 40 o più) – tra attività commerciali ed altri soggetti, provenienti anche da Salerno e Montoro – che hanno supportato egregiamente l’iniziativa. I membri dell’associazione “Beata Maria vergine Assunta in cielo” ringraziano inoltre tutti coloro (negozianti e non) che hanno aderito a questa vera e propria avventura. Non si dimentichi, però, che alle 19 di ferragosto si vivrà la processione della statua dell’Assunta – dalla chiesa di S. Magno – con anche i simulacri di S. Magno e di S. Giuseppe. I ragazzi del sodalizio hanno da poco donato alla statua di Maria la corona, in quanto l’effige possedeva solo le dodici stelle (o “stellario”). La frazione di Acigliano, dunque, assiste al ripetersi di questa millenaria tradizione culturale (e popolare). Che reca vanto e lustro all’orgoglioso popolo, che tanti sacrifici ha effettuato nel tempo – emigrando per portare il pane a casa. Che il ciuccio apporti auspici di serenità e prosperità all’intera popolazione – come una volta.