Papa Francesco: 4 suore canonizzate, donne rivalutate

di Rita Occidente Lupo

Il Papa  di tutti, il caso di dire, alla luce del costante successo che Bergoglio riscuote anche presso scettici ed indifferenti alla dottrina cattolica. Nel suo fecondo pontificato spiccata attenzione al lavoro umano ed alla parità dei sessi, così come voluta dal Creatore. Di qui l’appello alla pari dignità, nel corrispettivo anche remunerativo sul lavoro, alla donna, analogo a quello maschile. Papa Francesco, in tale ottica, invita anche a non aver paura dei legami stabili, ad avere il coraggio dell’impegno nuziale, scartando l’idea del provvisorio, alla base di sempre maggiori convivenze e separazioni. Una rivalutazione della donna, depennando la vecchia convinzione dell’associazione alla primitiva Eva, responsabile d’aver offerto ad Adamo, il pomo peccaminoso! Lo dimostra la canonizzazione di ieri, di 4 religiose, 2 palestinesi, 1 italiana ed 1 francese. Esempi per il nostro tempo, di donne che vissute nella seconda metà dell’800 e nella prima del ‘900 hanno scelto di vivere appieno la dimensione terrena, non smettendo di guardare al cielo, nel dedicarsi agli altri. Ognuno, libero di scegliere, col libero arbitrio, il bene ed il male, autonomamente: di qui l’invito a rivalutare l’unione sacramentale, evangelicamente benedetta a Cana di Galilea, dove Cristo operò il primo miracolo, tramutando l’acqua in vino, per non guastare la festa! Sollecitato dalla premura materna di Maria, che subito s’accorse del disagio che i due sposi avrebbero avvertito, nel non poter offrire, a tutti gl’invitati al loro Sì, il vino per festeggiare. Di qui le mosse, per rivalutare la famiglia, che per Bergoglio vive la lacerazione odierna, ma implora difesa, nel rispetto della sua identità. Quella famiglia nella quale, a Nazareth, il piccolo Gesù crebbe con un Padre putativo e con una Madre che dovette subire impotente lo strazio della Sua crocifissione. Famiglia naturale, che puntualmente ogni Natale ripropone attraverso scorci presepiali, con l’appello a vivere autentici valori, ancora ossatura portante di una società asfissiata di modernismo, che collassata dallo smarrimento nella continua violenza, non riesce più a fruire la serenità che proviene dall’amore fondante!