Primarie in Campania tra rinvii, consultazioni on line e probabili tweet

Maddalena Robustelli       

Neppure l’ufficializzazione della quinta candidatura alle primarie del centro-sinistra campano per la data del 22 febbraio ha fugato le ombre che si addensano pesanti sul suo prossimo svolgimento. Avere determinato le condizioni per lo slittamento di una settimana dalla data del 1 febbraio per la presentazione di Giordano, quale ulteriore opzione per la scelta del possibile governatore della Campania, ha reso ancora di più comprensibile che il Pd nazionale non gradisca gli altri candidati in lizza. Candidati che dal proprio conto non intendono desistere dalla competizione elettorale, certi che lo stesso partito non abbia nel contempo voglia di costringerli all’abbandono. Tentativi di mediazione, compromesso, conciliazione ci saranno ancora per evitare che dall’eccessiva frantumazione del voto delle primarie esca un candidato debole. Sta di fatto che mai come nelle altre consultazioni interne alla coalizione di centro-sinistra, svoltesi  in precedenza nelle altre regioni al voto, la vicenda delle primarie in Campania assuma contorni surreali a dir poco. La modifica per ben quattro volte della loro data ha indubbiamente reso le stesse votazioni poco credibili agli occhi degli spettatori esterni ad esse, offrendo peraltro il fianco alle critiche di chi, come Caldoro, da presidente uscente della giunta regionale ancora non ha visto ufficializzare dalla coalizione di centro-destra la riconferma della sua candidatura. D’altro canto gli stessi simpatizzanti ed iscritti del Pd campano sono rimasti costernati nell’assistere ad uno spettacolo poco decoroso per la dignità del partito in cui militano. Il continuo e martellante eco della derisione e dello sberleffo li ha indubbiamente colpiti. Ci mancava anche la consultazione on line della scorsa direzione regionale del 26 gennaio, volta a convalidare l’ipotesi dell’ulteriore rinvio al 22 febbraio delle primarie, per offrire lo spunto alle conseguenti critihe dei suoi denigratori. E, pare, che non sia finita lì, perché continuano a rincorrersi voci di corridoio in base alle quali si descrive il partito nazionale alle prese con un lavoro sotterraneo per evitare la consultazione, lavoro volto all’individuazione di un candidato unitario che funga da “salvatore” della Campania dopo cinque anni di “nefasto” governo del centro-destra. Eppure, se c’è qualcuno da tutelare in primis e conseguentemente valorizzare ci sarebbe proprio lo stesso Partito democratico regionale, atteso che i cinque candidati al voto -Cozzolino, De Luca, De Nardo, Di Lello e Giordano- potrebbero ben rappresentarne la sua pluralità, comprovata dai variegati e diversificati programmi elettorali da sottoporre alla scelta del c.d. popolo delle primarie. Appare, quindi, negativo continuare a mettere in campo manovre di palazzo per inquinare il clima in cui esse si svolgeranno, perseverando nel gioco del bubu settete. Non v’è chi non veda che da questo clima d’incertezza ne discenda un ulteriore screditamento della consultazione interna alla coalizione di centro-sinistra, che dopo le criticabili esperienze della Liguria e dell’Emilia-Romagna non abbisognava di altre prove di svilimento. Tant’è che ai probabili votanti alle primarie sta montando un pensiero, per così dire, malizioso: forse che i vertici nazionali e regionali del Pd vogliono portarli allo sfinimento per consentire la digestione incruenta del designato definitivo con un tweet proveniente da Roma? D’altronde non è escluso che ciò possa accadere, visto che non esiste più un partito “pesante”, in grado di mobilitarsi nelle piazze per fare sentire la voce delle sue proteste per lo spettacolo poco decoroso a cui è sottoposto. Ci sta, eccome, un leggero cinguettio di annuncio del candidato ideale, se solo si tenga nel debito conto lo stato odierno del partito. Ben ha scritto qualche giorno fa il prof. I. Diamanti a proposito dell’attuale premier-segretario, quasi a profezia del transito nel Pd di innumerevoli ”responsabili” provenienti da altre formazioni politiche: “Capace di cambiare forma e di adattarsi a un sistema politico liquefatto….In questi tempi liquidi esiste solo il presente, ogni giorno un porto nuovo, un equipaggio diverso. E nuove insidie, nuovi nemici. Il viaggio potrebbe diventare faticoso. E rischioso. Anche per un navigatore “liquido”. Figurarsi per il Pd della Campania che, mancando di nocchieri liquidi, potrebbe ineludibilmente infrangersi contro lo scoglio ben in vista del mancato svolgimento delle primarie e di conseguenza colare irreparabilmente a picco.