In nome dei diritti: SOS normalità!

di Rita Occidente Lupo

La verità che fa male, quella che non si vuol ascoltare o che si ha paura di professare! Paura di parlare, in nome dei diritti civili. Una costante avanzata dell’anormale, del diverso, dell’amorale, spacciata per parità sociale. Ed il quadro del lecito, obnubilato. Ritrosìa nel temere obiettività, per scongiurare il made “retrò”. La novità, dalla tecnologia, impastocchia la vita umana. La stessa nascita, in molti casi, scarabocchio della provetta. La nuova frontiera dei camici bianchi, sbanca il naturale, facendo riflettere sullo stesso monopolio dell’intelligenza, tra non molto, artificiosamente robotica. Nell’era tecnologica, la vita, i sentimenti, i desideri, le attese, glissati in quel fluido scorrere del tempo vertiginoso. Una società liquida, nella quale pochi a raccapezzarsi, dimenandosi per continuare una sopravvivenza ogni giorno con vittime, sull’asfalto della solitudine. Un tempo, la celia,  “sul sesso degli angeli”. Oggi, del sesso, emblema se diverso, con ostentazioni accumulanti storpiature. In ogni salsa, in ogni fiction, in quasi ogni realtà sociale,  intrufolate note omo, anche in programmi in prima serata, a mo’ di lasciapassare naturale. Eppure le amplificazioni di certi fenomeni, finiscono per creare stanchezza, anche arrancando pride, strappa-diritti. In una grande  babele, dalla parte dei diritti naturali, flebili voci. Sparuti paladini, pavidi nell’osare di dichiarare il lecito, sulla dilagante amoralità! Non ultima, la fecondazione eterologa, fuori dalle righe del Magistero ecclesiastico. Più giusto sarebbe stato accelerare, snellire, favorire la legge sull’adozione, rendendo tante coppie sterili, felici di prole. Ed altruiste, nell’allietare un orfano o un pargolo “mal capitato”, ricoverandolo tra pareti fasciate d’amore e di protezione! Tra adozioni internazionali, crociate sempre più acrobatiche, per uomini di buona volontà, accelerati uteri in affitto, liceizzate cellule uovo da donare e spermatozoi che, in corsa  per il mondo, rischiano anche di creare consanguineità! Pur rispettando la diversità, in qualsiasi forma si presenti, oggi l’SOS lanciato dalla normalità, cioè da quanto dettato dalla natura: non cifra meramente soggettiva, deprivata dell’etica, nel momento in cui segue l’istinto o l’egoismo. In quanto alle recenti dichiarazioni di Francesca Pascale, gonfia di progressismo, in nome di apertura alla società civile,  una considerazione spontanea. Bypassante le battutine del Cavaliere pregresse, dichiarandosi etero a scanso d’equivoci, la Pascale dovrebbe non passeggiare sui nervi di uno Stivale affranto d’economia. A tale Paese farebbe maggiormente piacere non conoscere i suoi orientamenti sessuali, bensì avere speranze di sopravvivenza occupazionali, per potersi sentire degnamente rappresentato nell’Unione!Foto repubblica.it