Fecondazione eterologa: crollo etico, la Chiesa dice no!

  Rita Occidente Lupo

Al via fecondazione eterologa,  con tanto di benedizione regionale. Quella ecclesiale assolutamente no! Papa Francesco ha più che mai rimarcato la strada maestra etica, ribadendo il valore sacro della vita umana e sollevando l’indice contro ogni sabotaggio alla natura stessa dell’esistenza: aborto, eutanasia, fecondazione artificiale o eterologa. Intanto, i viaggi della speranza, che nel tempo hanno dirottato tante coppie sterili verso altri Paesi, quali la Spagna, in battuta d’arresto giacchè sarà possibile, mettendosi in lista d’attesa e pagando un semplice ticket, accedere a tale pratica anche in Italia, in barba alla tradizione cattolica, culla petrina! Tetto anagrafico: donne riceventi, fino a 43 anni. I  nati da tale fecondazione, stesso colore di pelle della coppia ricevente detenendo, per quanto possibile, analogo fenotipo per colore anche dei capelli e del gruppo sanguigno. Il bebè, a richiesta, potrà conoscere l’identità genitoriale a 25 anni d’ età: dietro contattazione del donatore, che potrà decidere liberamente se rivelare la propria identità. Genitori biologici, fino a 10 nati ed anche per la stessa coppia. Donne tra i 20 e i 35 anni ed uomini tra i 18-40. Dalla prossima settimana, il via libera regionale, dopo la Toscana. La Corte Costituzionale, decapitata la legge 40, autrice di un caos genetico, che preoccupa fortemente non solo la Chiesa. Questa, con uno  stop, ricorda  la genesi di ogni nascita, sotto la ricaduta naturale e psicologica, incisivizzando come la prole “non diritto, ma dono”. Rischio d’ingenerare un Far West, con derive eugenetiche e mercato procreativo, l’allarme che dal Vaticano mitraglia camici bianchi, legislatori e quanti credono che un figlio, prodotto confezionato da esigere a tutti i costi. Crollando canoni etici, sgretolandosi convinzioni che per secoli, da quando il mondo è mondo, hanno visto l’alternarsi della vita, nel suo naturale ciclo produttivo, perpetrarsi nell’unione. Sconvolgimento totale nelle dinamiche della coppia: genitorialità non più consequenziale all’integrazione etero, ma riproduzione all’impazzata, pur di sortire l’effetto desiderato. Figli un tempo della provetta, oggi di donatori a volte anonimi a vita: manipolazione genetica, embrioni mutuati, spermatozoi e cellule uovo…pronti all’uso! Una vera e propria corsa alla genitorialità, annientandone le leggi: forzando la natura, calpestando il corso della coppia fertile o meno. La Chiesa ricorda che dall’Humanae vitae, ad Amore e Responsabilità, ha già esaminato il problema della riproduzione, accentando il valore affettivo e psicologico. Perché nella coppia etero dev’ esser nutrito ed allevato il nascituro. Come voluto dal Creatore dalla Genesi, passando per il Diluvio biblico, in cui lo stesso Noè scampò la coppia d’ogni specie animale, per la riproduzione. Da che mondo è mondo, il ciclo biologico della vita, come l’alternarsi delle stagioni e l’avvicendarsi del giorno e della notte, dettati dalla natura stessa: ora l’uomo, per le sue aspirazioni, seppur legittime, quali quella della genitorialità, pronto a tutto! A svendere la valenza psicologica, insita nell’atto stesso della riproduzione, nell’ambito di una relazione affettiva, che su cardini stabili, quali quelli matrimoniali, impernia l’apertura dell’atto sessuale riproduttivo. La Chiesa, dinanzi all’insistenza di quanti non accettano la propria sterilità, mutilati nel desiderio di prole, ha sempre suggerito l’adozione di fatto o morale. Dinanzi ai tempi che mutano, non variando il messaggio evangelico, ricorda Papa Francesco, chiamati proprio i cattolici alla coerenza, senza lasciarsi disorientare dalle mode imperanti contro la natura stessa della vita: “Passeranno i cieli e la terra, ma le mie parole non passeranno!”

 

 

 

 

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