“Sono tornate le rane nell’alveo nocerino”

Giulio Caso
Gli anziani ci raccontavano di quando facevano i bagni nell’alveo nocerino, in estate ( fino agli anni 30/40), e ci sembrava una favola, poi sono arrivati gli sversamenti delle fabbriche nella Cavaiola e delle industrie di pellami nella Solofrana e con essi la fine dell’attività vitale nell’alveo comune nocerino. Ora i maschietti più intraprendenti delle rane hanno risalito l’alveo partendo dalla confluenza nel Sarno; pochi chilometri e, forse, acque un poco più pulite,  e sono arrivati a “cantare” i loro richiami per attirare le compagne: un simpatico gracchiare che reca gioia. W le rane. A quando anche i “vammarielli”, i gamberetti e le anguille? Speriamo a presto. Nel frattempo s’innesca la catena biologica con i merli che per primi, golosamente, si sono accorti dell’evento ed i gabbiani che gironzolano come se fossero a mare. Già qualche serpentello (innocue bisce)) s’intravede nei pressi. Le rondini s’approfittano anch’esse degli sciami di insetti sul torrente, che, alla fine della catena alimentare, nutrono tutti. Un episodio interessante è stato quello capitatomi la settimana scorsa quando, passando per Via Solimena sono stato circondato da uno sciame d’insetti composto di milioni d’individui. Centinaia di rondini accorrevano da ogni luogo per partecipare all’aereo banchetto. Ho visto uno dei più veloci insetti salire in alto.. e scomparire al passaggio di una rondine più veloce ed affamata.

 

2 pensieri su ““Sono tornate le rane nell’alveo nocerino”

  1. Queste rane sono geneticamente modificate per poter resistere all’ambiente insalubre dell’alveo. Gli sciami d’insetti non sono altro che i milioni di zanzare presenti in zona da anni. I gabbiani gironzolano anche laddove ci sono discariche. Infatti il letto del fiume non viene pulito ormai da decenni. Esso presenta elementi tossici difficili da smaltire e noi ce li dobbiamo respirare tutti i giorni. Ne l’Azienda Sanitaria Locale ne il Consorzio di Bonifica se ne sono mai interessati.

  2. Descrivi bene la situazione attuale, Enzo. Proponevo, appunto, questo segnale di speranza che “la natura” ci invia. Se poi le rane sopravvivono poco, se sono geneticamente modificate, è un motivo in più per studiare il sito e trovare reali rimedi. Speriamo.

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