Si scrive escort, si legge "Z…"

Angelo Cennamo

L’inesauribile dizionario del “politically correct”, già prodigo di termini quali “audioleso”, “operatore ecologico” e “diversamente abile”, si è arricchito di una nuova parola, dal sapore anglofono e dall’evocazione vagamente automobilistica : “escort”. La parola la leggiamo sui giornali ed ascoltiamo in tv da qualche mese. In principio venne attribuita a Patrizia D’Addario, la celebre compagna per una notte del premier Berlusconi, ma il suo uso sta avendo larga diffusione anche in altri ambienti, dallo spettacolo all’imprenditoria. L’Escort è una donna dall’aspetto presumibilmente gradevole, che non disdegna vendere il proprio corpo ad uomini d’affari e politici di alto bordo, in astinenza sessuale o semplicemente desiderosi di trasgredire alla routine familiare. I luoghi delle performance sono, perlopiù, hotel a 5 stelle, residenze e imbarcazioni lussuose, le ricompense laute. Insomma fare la escort conviene, garantisce molte opportunità e introduce in ambienti altolocati. Non appartengono al genere “escort” altre professioniste, meglio conosciute come “zoccole”, le quali, per sbarcare il lunario, sono costrette a trascorrere notti insonni, nel gelo invernale delle tangenziali e nell’afa estiva delle litoranee. Per poche decine di euro queste sfigate, non nel senso letterale del termine, rischiano di incrociare loschi figuri dai modi rozzi e dal certificato penale prolisso, e le loro prestazioni non hanno certo risalto nelle cronache dei giornali. Le escort, al contrario, non corrono alcun rischio, se non quello di essere reclutate nello show-business come attrici o shampiste da preserale. Niente male. Chi si redime, può anche ambire ad un matrimonio vantaggioso e sdoganarsi, perchè no, come first lady. Ecco lo spot al quale assistiamo da tempo. E’ questo il messaggio subliminale che i nostri media inviano alle teenager del belpaese, quelle che credono ancora nello studio e nei sani principi, mentre va in onda il solito predicozzo su Morgan.   

 

5 pensieri su “Si scrive escort, si legge "Z…"

  1. Gentile Autore, è con piacere che osservo che altre persone condividono le mie osservazioni sul “fenomeno” di cui Lei tratta. Nel mio articolo “E se da grandi volessero fare le escort?”,pubblicato lo scorso 5 dicembre, enfatizzavo il rischio emulazione da parte delle giovanissime.Lei affronta l’argomento con una punta d’ironia che è un gioiello. Mi permetto una piccola aggiunta: se la professione di escort fosse soggetta a tassazione, Lei crede che le professioniste in questione si esporrebbero così serenamente? Complimenti per l’articolo. Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  2. La ringrazio. Credo che la tassazione sarebbe un efficace deterrente e forse l’unico strumento per regolamentare un fenomeno che sta diventando addirittura grottesco.
    Saluti – AC

  3. Aggiungo una news di oggi: siccome abbiamo il dubbio privilegio di vivere nella regione che ospita il Festival di Sanremo, il quotidiano da noi più diffuso, “IL SECOLOXIX”, dedica pagine e pagine all’evento, ed oggi riporta la notizia che le hall degli alberghi sanremesi “straripano di aspiranti escort, soprattutto moldave ed ucraine. Tariffa cento euro.” Patrizia D’addario, appena partita perchè Sanremo è Sanremo e non si poteva fare a meno della sua presenza, se non sul palco perlomeno in città, ha dichiarato: “Le compiango, e posso solo invitarle a non fare come me”. Ecco il modello vincente del come far “carriera”, guadagnare esentasse, usando da parte della donna tutto il corpo (anche se forse non sembra, soprattutto il cervello), sfruttando il corpo dell’uomo (dal collo in giù).Questo per le libere professioniste, le escort. Ovviamente fuori dal discorso le prostitute vittime del racket. Ecco il trash che forse a Salerno non arriva insieme alle melodie nazional popolari, beati voi…
    Un cordiale saluto.
    Giovanna Rezzoagli

  4. Credo che in Italia si stia facendotroppo rumore circa l’esistenza delle “Escort”. Credo che questo sia un problema che nessuno al mondo potrà sconfiggere fino a quabdo esisteranno i due sessi contrastanti:Ricordo che già negli anni sessanta , in uno tra i migliori albrghi e ristoranti di New York, vi era un trafficare interessante e, nel contempo uggioso di tali brillantissime figure femminili che “ristoravano” clienti danarosi. La cosa non scandalizzava, e , ancora oggi, non vedo il motivo per farlo.A parer mio, sono faccende che non dovrebbero scandalizzare più del dovuto.Si sa bene che, molti di chi ha soldi, non lesina a divertirsi.Forse è una fonte di guadagno per chi “risuscita il morto”. Ma , parliamoci chiaro: cosa rappresentavano le case di tolleranza d’un tempo passato? Non erano queste anche una fonte di guadagno e di tasse da pagare?Non so se mi sbaglio, e chiedo venia se sono in errore.

  5. Caro Varriale, la questione non è scandalizzarsi o meno per l’esistenza delle prostitute, ma per lo “sdoganamento” morale che di questa professione stanno facendo i media. In altri termini, un tempo fare la mignotta era immorale e scandaloso, oggi, al contrario, si veicola alle ragazze avvenenti questo messaggio : fate le escort, si guadagna bene e si diventa famosi.

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