Falsa perizia per la Camorra: arrestato docente universitario

 Salvatore Ganci

Secondo l’accusa avrebbe prodotto una falsa perizia nella quale attestava che le voci captate in una intercettazione disposta in una indagine per un duplice omicidio avvenuto nel 1999 non erano quelle degli indagati.  Con questa ipotesi di reato è stato arrestato dagli agenti della Dia di Napoli e di Catania un Docente universitario e ingegnere a Catania. Dopo i fatterelli di Salerno sembra che il fenomeno si stia diffondendo (o stanno cambiando i tempi?).Un Giudice “vede” attraverso gli occhi del Perito e un perito infedele è, sul piano morale,  sullo stesso livello del giudice corrotto. Specie quando il “titolo” e il “ruolo ricoperto” possono cambiare la vita di una persona. Professori “periti”, il perito dei R.I.S. condannato per avere manipolato la Scienza a danno di una persona poi prosciolta ma con la vita distrutta, non vi ha insegnato niente?  Eppure un tempo i “poveri” docenti universitari arrotondavano il magro stipendio scrivendo il “proprio” testo del corso sfruttando alla grande gli appunti presi da uno “zelante” pupillo e ricopiati su matrice litografica con grafia bellissima da quattro poveri diavoli di “Assistenti Volontari” che aspiravano … Faceva schifo, ma era meno immorale. Oggi le tecniche sono cambiate perché i libri “non pagano”. Eppure uno “spectrum analyzer” lo sa usare anche un ragazzetto della scuola media che maneggia i computer.

 

4 pensieri su “Falsa perizia per la Camorra: arrestato docente universitario

  1. Mi è capitato altre volte di commentare gli scritti del prof. Ganci. In questo caso, secondo le informazioni in mio possesso, sembra che il docente sia stato assoldato dal pericoloso clan dei Casalesi per la non irrilevante cifra di 120 mila euro.
    Riportando allora una frase del giudice Scarpinato, tratta dal suo recente lavoro “Il Ritorno del Principe”, ovvero che “la criminalità dei potenti si è manifestata essenzialmente in tre forme: a) la corruzione sistemica; b) lo stragismo e l’omicidio per fini politici; c) la mafia”, ci rendiamo conto di quanta parte il “potere” sia anche responsabile di queste manifestazioni criminali.
    Il punto a) è importantissimo per comprendere che nel sistema della corruzione oggi vi è anche, a pieno titolo, l’istituzione universitaria. Dispiace solo per gli studenti che, credendo di vivere un momento formativo al fianco di persone integre, non si accorgono di essere, già da giovani, inconsapevolmente a contatto con tanti sepolcri imbiancati che del sistema del potere sono coprotagonisti. Alcuni di questi, addirittura, sono proiettati nelle posizioni nevralgiche dei nostri atenei. In questo modo, a parte qualche tenue tentativo della magistratura nell’arginare questa deriva, il punto a) non risparmia nemmeno la punta di diamante di una società evoluta.

  2. Gentile Commentatrice,
    non essendo il mio mestiere quello di “cronista” di professione ho riferito il fatto neppure producendo il nome stesso di tanto docente. L’aspetto inquietante non è in qusto caso il “corruttore sistemico” e la cifra di 120000 euro ma il parallelismo con quel “perito” dei R.I.S. che con la sua perizia “manomessa” ha condizionato più vite. Anche questo signore è sullo stesso livello perché sappiamo tutti molto bene che le perizie di parte contrapposte si annullano per somma algebrica e che il Giudice vedrà secondo gli occhi del perito. Anche il tribunale di Chiavari commissiona perizie analoghe ad un Ingegnere che mi fece conoscere il software in oggetto e con il quale “non si può sbagliare”.
    Mi chiedo: il “malcostume sistemico” è legato alla latitudine? Gli studenti ignorano davvero quanto schifo c’è nel loro ambiente? qualcuno ha pensato ad azioni associative per far cadere dal piedistallo questi “piccoli dei”? Ma lì a Salerno non scappa da ridere a nessuno per una recente “perizia infedele” di qualche vostro “ingegnere” universitario?
    Cordiali saluti
    Salvatore Ganci

  3. Caro prof. Ganci,
    qui la camorra è parte integrante del contesto socio-economico e nessuno si meraviglia più di nulla, nemmeno di un arresto di un docente universitario per questioni non direttamente legate alla sua funzione pubblica. Non saprei dirLe se è una questione di latitudine, ma, certamente, si stenta a capire come persone pluri-indagate, rinviate a giudizio e, in qualche caso, addirittura raggiunte da mandati di cattura, come nel caso del docente catanese, sembrano riscuotere, sempre e comunque, ampi consensi in ambito locale.
    Per quanto concerne il caso specifico a cui Ella accennava, mi sembra che già si sia levato, quasi unanime, un coro di voci solidali con l’ingegnere. Qui si usa fare così. A Genova forse qualcuno osa dire che la magistratura deve essere sostenuta in azioni di questo tipo? Se fosse così, allora dovremmo davvero pensare ad una differenza sostanziale di comportamenti, dovuta probabilmente alla latitudine, a cui Ella fa riferimento in modo garbatamente ironico.

  4. Che dire … quando i cori di voce sono quasi unanimi e solidali la risposta me la dà indirettamente lei. “Qui si usa fare così”. In effetti la mia ironia (che fortunatamente è ritenuta “garbata”) nasconde l’elementare pensiero: “contenti voi…”. D’altra parte le immagini della Presidentessa della Regione (uscita fresca fresca dagli arresti) che elargisce languidi baci accompagnati da un grazioso movimento della mano, ha suscitato in qualche avventore al bar dove la TV trasmetteva la scena, qualche commento impietoso… Immagino che i cori siano stati quasi unanimi e solidali anche in quel caso. Ciò che mi dà un filo di speranza è il suo prudenziale “quasi”.
    Essere eroi isolati non serve, però, se non vuoi unirti al coro, io cercherei lavoro (anche umile) e residenza fuori regione, dove le Leggi della Repubblica sembrano (all’apparenza, almeno) funzionare meglio. Recentemente ho avuto modo di apprezzare il concetto che il vero coraggio non è “non avere paura” ma il non conformarsi a ciò (o a chi) ci sta attorno.
    Cordialmente
    Salvatore Ganci

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