Il male si prescrive?

Giovanna Rezzoagli

Tutti noi sappiamo che determinati reati, dopo un certo lasso di tempo, cadono in prescrizione, ovvero non sono più perseguibili in termini di legge. Non occorre tuttavia essere laureati in giurisprudenza per porsi alcune domande di tipo etico-morale, con evidenti risvolti sociali e legali. Cagionare volontariamente danno fisico e/o psichico ad altro essere umano, a parer mio, in prescrizione non dovrebbe cadere mai, anche se i “danni” non coincidono con l’omicidio. Così non è, non per le leggi terrene, neppure per quelle in vigore nello Stato Vaticano. Come qualificare un pedofilo reo confesso, dopo il palesarsi di prove inconfutabili del suo reato? Come qualificare quest’uomo dopo che è stato dimostrato ampiamente che per anni ha letteralmente pagato una sua vittima per farla tacere? Come qualificare uno Stato che offre rifugio e “rimpatria” questo pedofilo, ripetiamolo, reo confesso, per aiutarlo a superare le sue tendenze con opportuni trattamenti spirituali e psicologici? A ciascuno le proprie risposte, spero su base etico-morale, non su base emozionale. Già, perché se il pedofilo in questione fosse un personaggio qualsiasi, la condanna sarebbe con tutta probabilità univoca, ma trattandosi dell’ex vescovo di Bruges, monsignor Roger Vangheluwe, i distinguo si sprecano. Gli atti di pedofilia compiuti da quest’uomo sono caduti in prescrizione sia per il Belgio, dove si sono verificati, sia per il Vaticano, cui questo pedofilo deve comunque rispondere. E’ giusto? E’ sbagliato?  Per le leggi terrene, è giusto così, le leggi sono tali e tali vanno rispettate. Per la morale di chi legge, che dire, ognuno ha il diritto di avere i propri pensieri. Due considerazioni: le vittime non hanno avuto giustizia, il pedofilo ha addirittura una sorta di “asilo politico”, si, proprio quello che viene di fatto negato ai tanti poveri che lasciano l’Africa con la sola “colpa” di sognare un’esistenza migliore. Per la mia morale il male non si prescrive, ma io sono solo una persona che studia l’animo umano, che conosce bene le dinamiche che sottendono la pedofilia e ancor meglio le conseguenze sulla vita delle vittime. Immagino che teologi, filosofi, giuristi e quant’altro di “elevato” si trovi in circolazione, sapranno senz’altro spiegare perché, in questo mondo, il male si prescrive…

 

10 pensieri su “Il male si prescrive?

  1. Dottoressa, articolo lucido e preciso. I miei sentiti complimenti perchè lei scrive cose che ci vuole coraggio a scrivere. Tante cose belle.

  2. Sono madre e il tema della pedofilia mi preoccupa. E’ vergognoso che questo vescovo la passi liscia. Brava dottoressa a denunciare, è giusto che la gente sappia come stanno le cose.
    Alba

  3. No, il male fatto a un essere senziente non si prescrive mai ed è indegna per la morale (che non conosce distinzioni tra religioso e laico) la scappatoia della “rieducazione” offerta dal Vaticano. Una vergoga per chi pontifica sui cosiddetti libri sacri dove la “giustizia” è intesa alla maniera dell’occhio per occhio e dente per dente. E questi individui che officierebbero in nome del divino sono maleficamente attorno a noi pronti a giustificare questo vescovo belga. La chiesa ha mantenuto un potere temporale occulto e pericoloso. Occorre tagliare gli artigli del mostro rivedendo il Codice penale e modificando gli “accordi” con la cosiddetta “santa sede”.
    Giangastone

  4. Cara amica dr Giovanna,
    Ritengo che sia un po’ complesso e difficile rispondere ad un quesito di tale
    importanza., ma mi piace premettere che nel mondo , ogni giorno e in qualsiasi momento ,vi sono stupri di ogni genere che passano impuniti.
    Lei parla di reati caduti in prescrizione perché mai dichiarati oppure perché non sono stati giudicati in tempo reale. Non ci dimentichiamo, però che vi sono anche degli innocenti che attendono un giudizio che non arriva mai. Cosa pensa, dottoressa Giovanna su ciò che può provare una persona che non ha commesso alcun fallo e che deve aspettare anni per essere giudicato per innocente? Non crede che , in tali casi, si è distrutta la vita di una persona per mera negligenza di chi è giudicante?
    Quindi , innanzitutto occorrerebbe abbreviare i tempi per giudicare le persone , poi occorrerebbe far pagare con il misurino dell’equità i malfatti a tutti indistintamente.
    Ma il discorso è talmente implicato in mille e più diversità che non è certamente facile districarsi: Vedi gli extracomunitari che, taluni , se non tantissimi, vivono come bestie senza affetto e senza comprensione. Vuoi che un reato di tali individui abbia la medesima colpevolezza di chi vive nel “ventre della vacca”? A me pare che ci sia una certa differenza. Anche per i ladri c’è la differenza di chi lo fa per esigenza e fame e chi lo fa per mestiere e abitudine. Quindi, le colpe dovrebbero essere differenziate, secondo me.
    Cordialità

  5. Ringrazio tutti per i vostri gentili commenti. Ad “e” rispondo che ad esprimere con serenità e coerenza le proprie idee, cercando di essere rispettosi di chi legge, non richieda coraggio particolare, basta essere semplicemente se stessi. Ad Alba rispondo che anche io sono mamma, per cui il problema pedofilia lo sento presente in modo particolare, parlarne serve sempre, in primis con i nostri figli fin da quando sono piccini, l’importante è calibrare il messaggio in base alle capacità di comprensione dei bimbi. Parlarne sempre e comunque è l’unica vera difesa preventiva. A Giangastone rispondo che non è nelle mie intenzioni mettere sotto processo un’istituzione o una categoria, i membri del clero sono uomini, e secondo me debbono essere puniti esattamente come gli altri cittadini quando commettono reati, ne più ne meno, certamente anche per loro vi deve essere certezza della pena e non assoluzione o colpevolizzazione a priori in ragione del loro ruolo sociale. Al carissimo Alfredo rispondo che comprendo molto bene le sue obiezioni. I reati a sfondo sessuale restano tantissime volte impuniti perchè le povere vittime non trovano la forza di denunciare e di sopportare poi l’iter giudiziario. Che deve essere rigoroso ed uguale per tutti. Cosa penso di chi è ingiustamente accusato? Penso che sia una vittima al pari di chi denuncia e non viene creduto. Pur non conoscendo le statistiche, impossibili da redigere, credo che sia molto più alta la percentuale di chi commette reati e la fa franca di chi subisce accuse ingiuste. Nel caso oggetto del mio scritto il problema non si pone: l’accusato è reo confesso. Purtroppo caro Alfredo, viviamo in un Paese dove chi ruba una mela per fame va in galera e chi stupra bambini innocenti in Paesi lontani viene stimato e rispettato. Questa è la realtà che dovrebbe mordere la coscienza di ciascuno di noi. Questo è ciò che penso io. Grazie a tutti.
    Giovanna Rezzoagli Ganci

  6. Vescovi e preti pedofili sono cittadini di questa discutibile repubblica e soggetti alle Leggi di questa. Almeno questo fosse sempre vero. Oltre non pagare l’I.C.I. e affittare a prezzi di mercato i beni immobiliari si beccano pure lotto per mille. E’ ora di avere una giustizia più lineare: condannare i pedofili e per le parti civili battersi per avere più risarcimento possibile.
    Signor Varriale, mi diventa filosofo di colpo? Non è d’accordo che il male arrecato da un pedofilo meriti di essere reciso senza troppi “se” e troppe chiose su possibili errori che sempre sono esistiti nell’amministrazione della giustizia?
    Roller

  7. Gentile Counselor,
    intanto complimenti per il suo articolo salla Rivista “Giornale di Psicologia” vol. 4, (3) 270 – 276 (2010) con cui dimostra che per valere non occorre essere “Dottori”. Lei è in mezzo a tanti “Dottori” che su questa Rivista restano astratti, mentre lei offre una indagine concreta.
    Mi colpisce la sua risposta ai commentatori, contenuta e pacata anche di fronte alla peggiore espressione dell’Es. Mi chiedo: come fa a conservare una visione lucida e disincantata di questi fenomeni aberranti?
    Grazie se vorrà chiarire la mia curiosità.
    Con la mia stima e i miei più cordiali saluti
    Giangastone

  8. Gentile Giangastone, avevo intuito dai Suoi commenti che nutrisse un interesse verso la psicologia ed il counseling, non sono molte le persone che conoscono le differenze tra le due discipline. Resto piacevolmente stupita del fatto che conosca la mia pubblicazione, recentissima, su “Il Giornale di Psicologia”, il fatto che conosca con precisione i dettagli della stessa mi lascia supporre che abbia visionato il fascicolo. La mia sperimentazione è frutto di ore e ore di lavoro e di passione, spero che apra la via ad un nuovo filone di ricerca sui rapporti umani in età avanzata. Cerco di rispondere alla Sua curiosità: io sono un counselor, non mi tange minimamente non essere “Dottore”, non mi sento sminuita a pubblicare laddove i miei contributi sono ritenuti validi anche se sono l’unica a non avere la laurea, se non è un problema per me, e lo garantisco che non lo sia, perchè deve stupirsene Lei? Viva sereno Signor Giangastone, mi creda che l’abito non fa il monaco. Lei riscontra pacatezza nella mia risposta, ora pongo io una domanda a Lei: perchè non dovrei essere pacata nel rispondere a chi pone quesiti o riflessioni? Lo so che di questi tempi intrigano le risse verbali e gli scontri ideologici, ma dove ci conducono? Come ho recentemente affermato senza problemi, io sono un essere molto travagliato, proprio per questo mi sforzo di essere conciliante, non creda che la cosa sia indolore però. Detto ciò, la ringrazio del Suo commento, e del Suo apprezzamento.
    Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli Ganci

  9. Gentile Counselor, grazie per la sollecita risposta. In linea di ma ssima sono interessato agli aspetti psicologici individuali e sociali e da qui l’occhiata saltuaria alla Rivista presente nella biblioteca Civica della mia città. Ho fatto caso, nell’indice, al suo cognome e il resto è stato il classico 2 + 2. Lei fa molto bene ad essere pacata e neutra nelle risposte, suppongo perché così è fatto un buon Counselor. Mi permetto di osservare che da una psicologa con cui ho avuto a che fare per vicende personali, ho ottenuto pacatezza ma anche uno sgradevole senso di fastidio. Infatti il giudizio dovrebbe essere tipico di chi ha inquadrato correttamente un problema e ne ha la soluzione. Riguardo la pedofilia temo di avere le idee chiarissime: è un reato tra i più esecrabili e il colpevole va messo definitivamente in condizioni di non nuocere. Per il resto, a ognuno il suo mestiere.
    Ancora comgratulazioni per il suo articolo che, mi creda, spicca per concretezza in mezzo a tanto pseudosapere di “psicologi laureati”.
    Con stima e cordialità
    Giangastone

    Giangastone

  10. Gentilissimo amico Dott. Roller,
    La ringrazio per il Suo “ mi diventa filosofo” e le assicuro che concordo pienamente circa il dovere di rispettare le leggi vigenti in Italia anche , e soprattutto, da parte dei religiosi. che vivono e diffondono la loro e la nostra fede , ma, mi creda, ho voluto stuzzicare, un po’ furbescamente , quelle istanze che si allontanano dal buon vivere in generale. Secondo me, vanno, si, puniti i colpevoli, ma occorre anche di non trascurare chi viene calunniato per crimini mai commessi..
    Le voglio raccontare uno dei tantissimi episodi capitatimi circa 50 anni fa a Palm Beach, Florida.:
    In quel luogo avevo preso in affitto una stanza ammobiliata , ma dopo qualche settimana, dovetti fare la valigia perché mi dovevo spostare in un’altra zona. Il proprietario, avvedendosi che nella stanza che stavo per lasciare mancava un’asciuga mano , mi minacciò con un coltello , chiamandomi ladro italiano. Io mi difendevo perché mi sentivo innocente e di non essere assolutamente un ladro, ma fui costretto ad allontanarmi e chiamare la forza pubblica per farmi accompagnare per la consegna delle chiavi di casa, perché rischiavo di essere ammazzato dal proprietario.. Come dicevo, non avevo rubato proprio nulla e mi sentivo infinitamente offeso per tale affronto che non meritavo, La polizia mi accompagnò e fui in grado di consegnare le chiavi e di ritirare la mia valigia che avevo preparato e chiuso il giorno precedente..
    La polizia mi diede ragione; ma quando entrai nella nuova abitazione, Ahimé! Mi accorsi che, distrattamente, avevo effettivamente chiuso l’asciugamano di quel proprietario nella mia valigia. Cosa potevo fare ? ero distrutto! Potevo finire in carcere come ladro per una semplice sbadataggine . Non potevo tornare dal proprietario per riconsegnargliela altrimenti sarei stato ugualmente condannato. Allora gettai via quella misera cosa che poteva essere corpo di un reato non commesso.
    Per questo voglio dire che dovremmo essere sempre ponderati nel condannare persone solo per sospetti e senza considerare i fatti che l’hanno provocato
    Un abbraccio sincero, Alfredo

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