Il Sogno (meditiamo affinché resti tale)

  Giulio Caso

Correva l’anno 2039, il condono edilizio generalizzato non era stato che la prima pietra.   La Torre con i suoi miniappartamenti “extra medioevali” ed il mastodontico palazzo, sorto in piazza municipio, furono le prime avvisaglie della nuova urbanistica. La longeva amministrazione aveva, definitivamente, approvato il suo “Spiano Regolatore” e le ruspe, e le gru, e le betoniere, lavoravano, senza posa, anche di notte per le vie della città. Il centro storico si alzava, in media, di sette/otto piani e la gente, con un modico biglietto d’ingresso, poteva fare un giro attorno ad una vaschetta di pesci rossi esibita, ogni domenica, sul verde prato della minuscola aiuola dell’ex  Piazza del Corso ora rinominata “Piazza tien a ment”. Mi risvegliai di botto pensando:<< Niente più peperoni a cena, meglio una camomilla>>.  

Giulio Caso