Non ridere delle disgrazie degli altri

Padre Oliviero Ferro

A volte ci capita di ridere o di commiserare chi è caduto in qualche difficoltà. Tanto è un suo problema. Ma quando arriva a noi,allora non è che poi ridiamo più di tanto. Già ce lo ricordava Gesù con la parabola del buon samaritano. “Quando un uomo è ingiustamente colpito,non restare passivo,spettatore,osservando da lontano quello che sta accadendo. Reagisci e prendi la difesa dell’oppresso. Se è un uomo,ricordati che è tuo fratello. Quello che gli fa del male, fa del male a tutti gli uomini…e tu sei uno di questi”. Sentite un po’ questa storia e poi mi direte “Un uomo aveva due galli che curava con molto amore,perché erano dei galli di razza. Un giorno venne la carestia nel suo paese,a causa di una stagione secca molto lunga. Per tre giorni, l’uomo non mangiò niente. Ma il terzo giorno,il suo stomaco gridava per la fame. Allora uccise uno dei due galli. Durante tutta la giornata,mentre  si cuoceva la carne sul fuoco,il secondo gallo cantava il suo orgoglio di essere rimasto il solo padrone della casa. Ma,due giorni dopo, fu il suo turno!”. Penso che i commenti siano superflui.

3 pensieri su “Non ridere delle disgrazie degli altri

  1. Come dire, gentile padre Oliviero, che tutti stiamo in una “stia” nell’attesa che la “contadina” ci tiri il collo; nel frattempo, invece di essere solidali, ci becchiamo fra noi.
    In effetti l’atto di ridere se vediamo cascare qualcuno, sembra, risalga ad altri tempi quando l’uomo (o scimmia, secondo i punti di vista)veniva attaccato da qualche animale e, quando la vittima cadeva sotto le grinfie della belva, gli altri digrignavano i denti per lo scampato pericolo.
    La solidarietà, l’immedesimazione, ha richiesto un salto di qualità, anche spirituale, che, purtroppo, molti “faticano” ad avere anche oggi.

  2. Pare che la parabola sia bene azzeccata con i tempi che corrono:
    Dicimo che il primo gallo rappresenti la povera gente che non riesci più a raggiungere il fine mese e che, quindi , dovrà pur farsi i conti in tasca per non morir di fame,sarà anche costretto a non comprare più i prodotti che produce il “trionfante secondo gallo”. Per tale motivo, non tarderà molto che anche lui finirà nella “padella”. Ma Iddio, essente onnipotente, lascerà vivere nel benessere ambedue “Galli”

  3. ringrazio per le acute riflessioni e per la gentilezza nell’aver letto l’articolo.padre Oliviero

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