I clochards in cerca di panchine sicure!

di Rita Occidente Lupo

Ragazzi a caccia d’emozioni. E di serate diverse, all’insegna del via allo straniero. Della messa in fuga dello straniero. Chiunque sia ed ovunque sia. Così a Nettuno, in una tranquilla serata d’inverno, su una panchina relegata alla stazione ferroviaria della cittadina romana. Il branco, non solo tre ragazzi italiani, tra i quali addirittura un minorenne, hanno dato fuoco ad un indiano, che dormiva isolato dalla luci cittadine. L’anima neroniana è rivissuta attraverso questa nuova generazione del terzo millennio. In preda all’alcol, alla droga, alla febbre del sabato sera! Inconsapevole fino al punto da voler sentenziare che il malcapitato clochard, 36 anni la sua esile vita, dovesse finire i suoi giorni così, senza quasi rendersene conto. Orrenda la sorte del malcapitato che, ustionato ed in condizioni fisiche precarie, lotta tra la vita e la morte. Un gesto di mera xenofobia o semplicemete di stupidità, ha commentato qualcuno. Il fatto che ancora si cerchino divertimenti insani, che si spigoli la voglia d’esistere, distruggendo la vita altrui, gela il sangue. Ed i semplici, costretti a vivere sotto un cielo trapunto di violenza, ancora si chiedono fino a che punto sarà possibile vivere in una società in cui lo stupro e la violenza bullesca la facciano da padrona. Rituale la visita dei politici al capezzale dell’indiano. La solidarietà di chi sa che l’intolleranza criminale, sta allungando la sua ombra nel nostro Paese vertiginosamente. Non sarà l’ultimo caso questo di Nettuno. Ma noi ci auguriamo proprio di sì. Nell’incandescente clima elettorale, ognuno crede che i paroloni siano la forbita aureola, per passare alla gloria del tempo, come i Soloni della società opulenta. Che ancora riceve, plasma, accoglie il diverso…! Bruciandolo vivo! Storie di tutti i giorni!