Liliana Peduto: lirica e prosa, intrise di fede

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La semplicità nel porgersi agli altri e nell’andare avanti, malgrado le inevitaili difficoltà della vita. Liliana Peduto, un volto sorridente, che comunica serenità al solo guardarla, rimandando una pace interiore in ogni anfratto esistenziale. Dopo la pubblicazione sulla sua terra d’origine Castel San Lorenzo, un percorso dell’animo. Scandito da ricordi e riflessioni sul senso stesso della quotidianità. “La fede, io, il  tempo e la voce dell’anima” attualmente in stampa, ritma tappe salienti della donna-sposa e madre. “La mia, una famiglia profondamente religiosa- dichiara la Peduto- che annovera anche presenze talari al suo interno. Svezzata ai primi rudimenti della fede, finora questa non mi ha mai abbandonata, anzi è stata la mia ancora di salvezza in momenti bui, dai quali difficilmente si esce indenni senza una corazza. Tra le tante esperienze, che hanno segnato il mio fisico profondamente, quella del tumore. Mi fu diagnosticata circa 10 anni fa una massa benigna sub linguale al Pascal, difficilmente operabile. Spedita a casa, dovevo rientrare di lì a qualche giorno per l’intervento: ero notevolemnte preoccupata. La sera, davanti al balcone della cucina, vidi Padre Pio, che mi accarezzò il volto e mi disse di non preoccuparmi; riandai in ospedale il giorno dopo e mi fu detto che occorreva una semplice terapia. L’intervento fu scongiurato. Da allora, solo cure farmacologiche. Questo, uno dei atnti episodi della mia vita, connotati dalla presenza di Dio che sento sempre vicino. Quando scrivo, non sono io. C’è qualcuno che detta il mio cuore e dirige la mia mano. Quest’ultimo mio libro, vuol essere testimonianza dei prodigi della fede. Sono una semplice donna, che va per la sua strada con quei valori che oggi sono soffocati. Quando ricevo premi letterari, ne sono lusingata, ma non m’inorgogliscono. L’umiltà è la dote essenziale per vivere. Recentemente, la polemica sul Crocifisso, m’ha preoccupata. Noi, Paese cattolico, che vantiamo la culla vaticana, ci adeguiamo “alle pseudo mode” straniere. Il Crocifisso è simbolo della nostra fede e non dev’essere trasferito dalle pareti di edifici pubblici!”