Salerno: dolci note "Nel segno della donna" a Villa Guariglia

Note internazionali a Villa Guariglia, martedì 14 luglio  per l’inaugurazione della mini-rassegna della XII edizione dei “Concerti d’estate in Costiera dei Fiori”, organizzati da Tonya Willburger, con il contributo del Comune di Vietri Sul Mare, della Regione Campania, della Camera di Commercio e della Provincia di Salerno, della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, dell’Ept di Salerno, nonché con il patrocinio del Conservatorio di Salerno, della Coldiretti e del Centro Studi “Raffaele Guariglia”, “Nel segno della Donna”. La serata principierà, alle ore 20,30, con una conferenza intorno all’opera di Monica Amendola, a cura di Marco Alfano e Matilde Romito. Monica Amendola, la “divina vasaia” che ci ha abbandonato prematuramente, attingendo a motivi archetipici, ha contribuito al rinnovamento della ceramica contemporanea, proponendo un linguaggio plastico-figurale estremamente personale, capace di addentrarsi in territori dell’immaginario fino ad ora inesplorati, come rivelano gli otto pezzi rappresentativi delle diverse fasi della sua produzione plastica,  in mostra a Villa Guariglia.Seguirà, intorno alle ore 21, il recital della pianista coreana Yoo Jae-Kyung, vincitrice del Concorso pianistico internazionale “Vietri sul Mare – Costa Amalfitana” 2008 (Premio “Antonio Napolitano”). La pianista ha scelto per il pubblico di Villa Guariglia due Impromptus op.142  di Franz Schubert. Inizierà con il n°3 in Si bemolle maggiore, un Andante con Variazioni, tratto da uno degli Entr’actes per la musica di scena di Rosamunde, per poi passare al quarto ed ultimo Impromptu, un Allegro scherzando in Fa minore, una pagina d’inflessione popolareggiante, dagli accenti ritmici spesso irregolari, ricco di sincopi e di una esuberanza di modi perfino aggressiva, vagamente all’ungherese. La chiusura della prima parte della performance saluterà l’esecuzione dei ventotto tasselli dell’op. 35 di Johannes Brahms, le Variazioni su tema di Niccolò Paganini. L’opera si compone di due quaderni, ciascuno contenente quattordici variazioni, e fu concepita per merito del pianista Karl Tausig, che “deviò” Brahms verso un pianismo funambolico, decisamente lontano dalla salda, massiccia, corpulenta dimensione brahmsiana. L’anomalia sulla quale occorre riflettere è la scelta del tema, cioè l’ultimo dei 24 Capricci per violino di Paganini. Scelta poco classica, poco prevedibile, poco congeniale alla natura di Brahms: non per altro rimarrà, nella letteratura brahmsiana, l’unico “tema variato” immolato ad un virtuosismo pirotecnico.La seconda parte della serata sarà aperta da Goyescas n. 1 di Enrique Granados, musicista che racconta la cultura del suo Paese, la Spagna, ispirandosi a quadri e a disegni di Francisco Goya. Ecco dunque il primo pezzo del ciclo Los Requiebros (i Complimenti galanti), un pezzo che ignora la feroce ironia del pittore, moraleggiante fustigatore dei costumi e impietoso ritrattista di corte, ma si stempera in uno stile di valzer da concerto, dopo che la danza venne chiamata “degli imperatori”, per il favore con il quale era stata accolta. Nei Requiebros confluiscono almeno tre elementi, il ritmo della Jota, danza popolare aragonese per eccellenza, ovvero di quella regione nella quale era nato Goya, la musica settecentesca suggerita dalla Tirana de Tripili di un contemporaneo di Goya, Blas de Laserna e il gusto per il virtuosismo pianistico che da Liszt sembrava diffondersi come una pandemia in molti che ne volevano eguagliare lo stile affascinante e sontuoso. Infatti, coerentemente, il programma sarà chiuso dai Sei studi di esecuzione trascendentale da Paganini di Franz Liszt, composti intorno al 1830 e comprendenti la celeberrima Campanella in La bemolle minore e La Chasse in mi maggiore, summa di una tecnica “faustiana” e stupefacente fatta di rapide successioni di ottave, accordi, passaggi diatonici folgoranti tra le note principali, impiego di tutti i registri dello strumento, sonorità orchestrale, in una parola tutti gli elementi di base della moderna scrittura pianistica.