Benevento: Sappe su agenti positivi a TBC

Benevento, resta alta la tensione nel carcere di Contrada Capodimonte dopo l’accertamento che 4 agenti di Polizia Penitenziaria sono risultati positivi al test della TBC. Gli accertamenti erano stati disposti dopo aver accertato che un detenuto straniero era affetto da tubercolosi.“Nel carcere di Benevento un detenuto affetto da Tbc è entrato in contatto con agenti e altri ristretti senza che, nel penitenziario, venisse effettuato uno screening serio. Il detenuto era per giunta un lavorante ed era a costante contatto con detenuti, agenti ed altri operatori penitenziari. Ma come è possibile che un detenuto con la tubercolosi possa essere ammesso al lavoro interno? Come è possibile che la Direzione abbia sottovalutato questa cosa? 4 poliziotti sono risultati positivi agli accertamenti disposti solo dopo che ‘erano scappati i buoi’: e le preoccupazioni che questo contagio possa avere conseguenze nei contatti con coniugi, figli e familiari è del tutto legittimo. Sono dunque talmente evidenti le inadempienze del Direttore del carcere che risultato sconcertanti le difese d’ufficio di chi evidentemente ha più a cuore la reputazione di un Funzionario che non la salute dei poliziotti penitenziari. Noi vogliamo che la tutela della salute di chi lavora in carcere sia effettivamente esercitata, e non solo un argomento che occupa pagine di libri e dispense!” Lo dichiara Donato CAPECE, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE (il primo e più rappresentativo della Categoria), che è tornato a chiedere una indagine dell’Amministrazione Penitenziaria, celere ed immediata, su quanto avvenuto nel carcere di Benevento, a tutela del personale di polizia penitenziaria e dei detenuti anche al fine di scongiurare il rischio di diffusione della tubercolosi nella struttura. “Non è un mistero che la prevalenza della tubercolosi, sia essa conclamata o latente, è più alta nella popolazione carceraria rispetto alla popolazione generale, per cui  e da tempo le organizzazioni sanitarie hanno messo l’accento sulla necessità di arrestare il contagio in questa popolazione a rischio”, conclude Capece. “Questo a Benevento non è avvenuto, per cui chi dirige la struttura deve essere avvicendato perché deve mettere coloro che lavorano a stretto contatto con i detenuti – come i poliziotti penitenziari – nelle condizioni di operare con tutte le tutele, a cominciare da quelle sanitarie. Peraltro, secondo recenti studi l’alta prevalenza di tubercolosi nella popolazione carceraria contribuisce all’aumento dell’infezione anche nella popolazione generale: i risultati hanno evidenziato una prevalenza 23 volte più alta nella popolazione carceraria per la Tbc conclamata e 26,4 volte più alta per la Tbc latente. Inoltre, l’8,5 per cento dei contagi nella popolazione generale è attribuibile a contatti con la popolazione carceraria.”