Italia, basta con l’indegno teatrino della politica-spettacolo!

Giuseppe Lembo

La crisi italiana è veramente grave; mentre i problemi impongono protagonismo e senso pieno di responsabilità, il Paese reagisce con un fare politico del tutti contro tutti. A chi giova lo sfascio? A chi giova il teatrino della politica? La situazione che viviamo ci impone di fermarci; di fermarci a riflettere per il bene di tutti. Non possiamo permetterci, a cuor leggero, di assistere inermi allo sfascio del Paese Italia, uno sfascio sistematico che per fermarlo richiede un grande forte impegno del fare e non più quel teatrino della politica/spettacolo che non porta da nessuna parte e non produce niente di buono se non per se stessa e per la sua rovinosa continuità di privilegi personali, assolutamente in contrasto con le difficili condizioni di un Paese reale, ormai in un’avanzata fase agonica, in situazioni fortemente implosive, da resa dei conti. Ma come è possibile che possa succedere tutto questo per colpa di una classe politica che ha tradito la politica ed ha tradito tutti noi e che, nonostante questo, ancora è ferma a pontificare, per consolidate posizioni di un potere a vita, la grande e grave anomalia di un Paese veramente civile e democratico? In altre parti del mondo e soprattutto nelle tante realtà del pianeta dove sono in piedi le democrazie mature non esiste, come da noi, lo scandalo della politica/spettacolo, del gridarsi addosso e della politica a vita con privilegi scandalosi per tanti personaggi ormai mummificati nel solo pretestuoso ruolo di rappresentanti democratici del popolo. Nel nostro Paese, ultima ciliegina del tradimento politico, è quella del politico nominato e non più democraticamente eletto a rappresentare gli interessi del popolo. Tutto questo succede mentre il Paese è ormai al capolinea; tutto questo succede in una condizione da vero e proprio disastro sociale con la gente che non ce la fa più a campare e con una crisi di futuro, un grave tradimento nei confronti del mondo giovane che non crede più a niente e sempre più chiuso in se stesso, vive in silenzio e/o esplode con atti di indignazione diffusa o addirittura di violenza contro un sistema considerato assolutamente nemico, dove agiscono da troppo lungo tempo, i ladri di futuro che, tradendo le attese della gente, non ci permettono di sognare, di pensare, di dialogare ed ancor meno di fare, pensando al bene comune. L’Italia è indignata. L’Italia grida a viva voce che è ora di finirla con il teatrino della politica/spettacolo; l’Italia  chiede a viva voce un nuovo corso della democrazia della rappresentanza per vivere meglio insieme. Promesse ed aggiustamenti di facciata non risolvono i gravi problemi del Paese Italia. Occorrono cambiamenti forti e radicali; occorre il rispetto della gente, perché il potere politico che la rappresenta possa poi essere rispettato. Occorre il dialogo, il confronto, l’insieme sociale per idee e programmi forti, credibili ed utili al bene comune. Occorre pensare al futuro, costruendolo giorno per giorno, mattone su mattone, infondendo fiducia nella gente e soprattutto nei giovani di oggi fortemente delusi ed assolutamente incapaci di pensare positivo e di credere di poter costruire insieme il proprio futuro. Purtroppo, a guardarsi intorno, si vede solo il vuoto; un disperato vuoto esistenziale, il frutto infame di un altrettanto infame tradimento generazionale di chi si vede bastardamente tradito e scippato del proprio futuro. Fermiamo tutti insieme, come società civile, che vuole guardare all’insieme italiano proiettato nel futuro, lo “sfascismo italiano”; pensiamo positivo e rifiutiamo il nostro anche se tiepido consenso, a tutti quei ladri di futuro che non sapendo educare, non sapendo comunicare, non sapendo organizzare e progettare, non sapendo stare insieme e soprattutto non sapendo essere protagonisti di vera democrazia, agiscono con la forza, appellandosi al potere dei propri ruoli, sempre più subordinati ai poteri della politica, per continuare indisturbati a godersi i loro privilegi ed a tradire il futuro della gente comune, un diritto legittimo e sacrosanto che tutti noi italiani buonpensanti dobbiamo saper difendere, difendendo così il futuro dei nostri figli e del nostro grande Paese, forte di un grande e non comune patrimonio di saperi e di umanità. Nonostante tutto  siamo orgogliosi di essere italiani. Per cambiare, per un nuovo corso, tutti insieme appelliamoci alla nostra saggezza antica e fermiamoci a riflettere, per costruire un nuovo modello di vita che renda giustizia all’Italia ed agli italiani, fuori dal potere, da sempre gabbati, da sempre traditi nelle legittime attese di uomini liberi, in un grande Paese qual’è il nostro nella terra dei nostri padri e nel mondo; sono in tanti ad invidiare per il ricco patrimonio di beni materiali ed immateriali che fanno grande l’Italia, la nostra storia, la nostra cultura, la nostra immortale appartenenza.

 

 

                                                                                             

                                                                                               

Un pensiero su “Italia, basta con l’indegno teatrino della politica-spettacolo!

  1. Caro Lembo,
    sono mesi che nel mio … piccolissimo. sostengo che il vero male del paese sia il teatrino messo su.
    COsì come da tempo sostengo che la messa in scena (sudamericana) sia stato un diversivo per far sì che, da un lato Mr B e la sua corte risolvessero un bel po’ di problemi e, dall’altro, una vecchia sinistra sopravvivesse con il suo apparato.
    Ed allora, è ora che il popolo si svegli e pretenda una classe dirigente nuova, emancipata e votata al futuro.
    E’ altresì ora che tanti soloni, piccoli e grandi (anche su questo rispettabilissimo giornale) la smettano di fare i partigiani del piffero, difendendo l’indifendibile, ammettessero il cumulo di fesserie sostenute per anni sul liberalismo e sulla rivoluzione della libertà.
    SIAMO NEL PIENO DELLA PEGGIORE NOTTE SUDAMERICANA.
    Davvero crediamo che lo Stato Italiano non possa fare a meno della metà dei palrmentari, dei boiardi di stato, dei consiglieri regionali e via via scendendo?
    Davvero crediamo che lo Stato Italiano deve aver bisogno di corporazioni che, anzichè di dare il contributo alla modernizzazione, sono impegnate costantemente alla difesa dello status quo?
    Davvero crediamo che il sindacato non deve essere chiamato alla “responsabilità del dovere della proposta”?
    Il problema è, però, che fino a quando abbiamo avuto un “imbonitore” icona della destra populista e, al pari, della sinistra vetero statalista, ognuno ha avuto i suoi alibi (anche RUBY) e, quindi, eccoci quà!
    Il problema, però, che bisogna ripartire dai territori, dagli enti locali, dalle connessioni tra piccoli grumi affaristici e classi dirigenti.
    Ma voi lo volete?
    Spesso mi sembra di no.
    Eppure, sarebbe molto semplice: i programmi di De Luca e di Cirielli sono scritti: sarebbe vostro dovere, verificare ….
    Altrimenti, a parlar della nazionale, siamo tutti buoni commissari tecnici ….
    Saluti.

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