Discriminazioni: Pittella e Pagano,”Passi avanti per l’Europa”

Bruxelles-“Stamattina abbiamo votato due testi importanti per il rafforzamento di un’Europa dei diritti e senza discriminazioni e per un’Europa dove la cittadinanza europea abbia tutte le possibilità di dispiegarsi senza ostacoli e barriere inutili.Finalmente approvata un’attesa Direttiva con la quale – per la prima volta – si tutelano i cittadini UE di fronte ad ogni sorta di discriminazione (per religione, disabilità, età, orientamento sessuale) e in tutti gli ambiti della propria vita, non limitandosi a quello lavorativo. Importanti risultati sono stati ottenuti grazie all’impegno degli eurodeputati del Partito Democratico: il riferimento alla discriminazione multipla, il riconoscimento dell’esistenza anche di forme discriminatorie indirette, l’attenzione per i diritti delle persone discriminate, ivi compreso il diritto ad un equo indennizzo. Spetta ora agli stati membri recepire correttamente il testo e darne piena attuazione. Sfidiamo il Governo Berlusconi a non tradire il significato della Direttiva e mantenere le sue conquiste fondamentali, ma non ci facciamo illusioni. Quanto accade ogni giorno nel nostro paese, per esempio con i cittadini extracomunitari ormai vittime permanenti di una sorta di discriminazione di stato, non ci lascia molte speranze. Dal voto di oggi è emersa anche una forte denuncia sullo stato di attuazione della Direttiva 38 del 2004 (già in vigore) sulla libera circolazione dei cittadini comunitari. Il quadro emerso è sconfortante: nessuno stato UE ha finora trasposto completamente e correttamente la normativa europea. Quello che dovrebbe essere uno dei pilastri dell’integrazione europea, ovvero la possibilità di vivere e lavorare in un altro paese comunitario, è ancora soggetto a troppe eccezioni e ostacoli da parte di troppi stati membri. Su questo punto, il rapporto del Parlamento muove forti critiche all’Italia – critiche approvate anche dal Gruppo PPE, palesando l’isolamento in Europa del PDL, che ha votato contro. Il Parlamento chiede quindi di definire orientamenti comuni sui motivi che giustificano l’allontanamento di un cittadino UE (risorse minime, onere eccessivo per l’assistenza sociale e ordine pubblico), sulla libera circolazione delle coppie omosessuali e di eliminare gli oneri amministrativi ingiustificati. Il primo in Italia a dover studiare a fondo il testo del Rapporto è senz’altro il ministro Maroni il quale, da quando si è insediato, ha tentato molte volte di rendere difficile la vita ai cittadini UE presenti nel nostro paese salvo poi essere puntualmente smentito dalla Commissione europea.Su questa materia l’Italia, grazie ai governi di destra, ha accumulato molte infrazioni. Speriamo sia la volta buona”.