Giulio Caso
Le votazioni, enormemente differenziate, per la classifica delle canzoni di Sanremo, si prestano a considerazioni più generali.
La democrazia è una conquista ancora da attuare in molti paesi del nostro geoide.
Noi ci sentiamo fieri di stare ai primi posti, ma già scricchiolano certezze, come è giusto che sia.
La perfezione non è ancora questa democrazia o, almeno, questa modalità di voto. Certamente è il massimo concepito, ma può essere migliorata.
Il governo del popolo o, almeno, la scelta dei governanti non sempre aggrada, poi, alla stessa maggioranza che l’ha votata.
Questo perchè i dati, le conoscenze dei fatti possono essere comunicati in modo poco oggettivo. L’interpretazione, ancora, diventa variabile nel tempo e facilmente assecondante pregiudizi, anche ideologici. Infine s’inseriscono gruppi per raggiungere scopi prefissati, piccoli agglomerati che  antepongono loro interessi a quelli collettivi.
Anche i candidati, tenendo conto di ciò, possono essere condizionati.
Come superare tutto ciò?
Non c’è un modo definitivo, ma un possibile rimedio nel senso di miglioramento del voto democratico perché più aderente alla reale volontà del popolo, più oggettivo perché meno “manipolabile”, è il voto statistico.
Ad esempio sorteggiando un numero da 0 a 9 nel giorno delle elezioni e facendo votare solo quelli che hanno quest’ultimo numero sulla scheda elettorale.
Ovviamente questo è un livello superiore di democrazia, ci vorrà un proteico passo, educativo/evolutivo, ove l’ego cede, in parte, il posto al nos, all’empatia, all’accettazione della volontà collettiva e ad un poco di amore.