Il potente manto natalizio di San Giuseppe

Il potente manto natalizio di San Giuseppe

Prof. Antonio Adinolfi

Giuseppe de Barcia e Zambrana  fu  vescovo di Cadice  nella  seconda metà del Seicento e fu  un grandissimo devoto di san Giuseppe sia perché ne portava il nome sia perché  visse in una nazione portata  da Teresa d’Avila nel secolo a lui precedente a una devozione infuocata al santo sposo della Madonna. Predicò in molti conventi e chiese spagnole.  Molte prediche di de Barcia ( per semplificare da ora  chiameremo questo vescovo così ), scritte da lui stesso probabilmente, furono tradotte, raccolte in volumetti e pubblicate dal carmelitano G. A. Panceri agl’inizi del Settecento.  Nel volume intitolato  << Svegliarino cristiano. Santuario di vari discorsi dei santi  >>  ci sono ben sette prediche su san Giuseppe ( dal discorso VIII° al XJV° ). Nella prima parte del discorso undecimo  ( 4° su san Giuseppe ) sono citate l’esistenza reliquie importanti della notte di Natale  presenti a Roma fin dal IV secolo d.C. di cui una buona parte del popolo non fu per lungo tempo a conoscenza. Erano esposte infatti molto raramente. Perché questo non lo sappiamo. Queste reliquie erano il mantello di san Giuseppe e il velo della Madonna da loro indossati nella grotta di Betlemme poco prima che nascesse Gesù. Aveva avuto questi panni in Palestina, dove era andato a vivere, S. Girolamo da cristiani della Giudea che li possedevano e che lo pregarono di portarle a Roma. E a Roma li portò. Poi tornò in Palestina. Morirà anni dopo a Betlemme.

Il papa di quel tempo li consegnò alla chiesa di S. Anastasia al Palatino ( fig, 1) e lì ancor oggi sono in una stanza blindata e ancora oggi non si espongono molto al pubblico. Ma in occasione dell’anno di san Giuseppe  nel 2021 sono stati portati addirittura in qualche altra chiesa perché fossero un po’ più conosciuti e venerati. In internet, in  You Tube e non solo, si vedono filmati delle uscite. Il fatto che sono stati per tanti secoli  conservati nel buio di una stanza ha prodotto un beneficio: non si sono  sbiaditi i colori, cosa che sarebbe successa con continue esposizioni alla luce. Il velo della Madonna non è intero, è un pezzo. Non è il velo bianco che vediamo nelle immagini delle Madonne di oggi. Quando era a Betlemme la Madonna era una normale donna ebrea sposata e deduciamo che portava, come tutte le donne ebree sposate del suo tempo, un velo a colori.  Ciò che abbiamo del suo velo è disteso in un quadro dietro una lastra di vetro. E’ attraversato da qualche striscia colorata. Due sono larghe, di esse una è blu e  l’altra è rossa. Il quadro si erge sopra il contenitore del manto di san Giuseppe ( fig.  2 ).  Il manto di san Giuseppe invece non è facilmente visibile. Da quello che abbiamo potuto capire esaminando varie  foto ci è sembrato chiuso in una federa di stoffa bianca. In S.Anastasia al Palatino fu celebrato il primo Natale di Gesù. Sul Palatino era nato l’ imperatore Augusto e vi aveva fatto edificare la sua reggia; ora nelle immediate vicinanze veniva festeggiatala nascita del Re dei re. Sul manto di san Giuseppe  c’è una interessante riflessione di de Barcia.

Nei Vangeli di Luca in italiano si dice che la Madonna, dopo aver dato alla luce Gesù, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia. Fasce sarebbe la traduzione della parola pannis del testo latino di Luca. Nessuno ha contestato mai  questa senso. Sui sarcofagi del IV secolo d.C. dove ci sono scolpite scene della Natività, Gesù Bambino è sempre raffigurato avvolto in fasce. Tuttavia c’è sempre stato qualcuno che ha voluto intendere la parola pannis  proprio con panni. Fra questi De Barcia. E quali erano i panni ? Proprio il velo della Madonna e il mantello di san Giuseppe. Ma allora la Madonna fu sprovveduta ? Non portò da Nazaret a Betlemme fasce per il bimbo che sapeva che stava per dare alla luce ? Sì che le portò. Lo fasciò  e lo pose nella mangiatoia non solo perchè l’alito del bue e dell’asino lo riscaldassero bene. Che cosa potevano fare solo le fasce? ma lo pose soprattutto per significare altra cosa che abbiamo trovata spiegata da S.Vincenzo Ferreri in una sua predica poco conosciuta. Dopo pochissimo tempo la Madonna  si tolse il velo che portava, riprese Gesù ve lo avvolse e  lo diede in braccio a san Giuseppe che decise di coprirlo anche col suo  mantello. De Barcia ci fa capire che san Giuseppe lo avvolse così  bene da impedirgli il movimento delle manine. Secondo una concezione antichissima la mano sinistra di Gesù simboleggiava la sua giustizia, la mano destra invece la sua misericordia. Facendosi immobilizzare entrambe le mani da san Giuseppe senza avere la possibilità, per la sua piccolissima età, di liberarsi Gesù aveva voluto dire al mondo che se san Giuseppe non allentava la stretta del mantello alle sue mani egli non avrebbe potuto scatenare la sua giustizia contro i peccatori ( e meno male ) ma non avrebbe potuto nemmeno “ scatenare “  la sua misericordia.

Questo è un po’ più difficile da capire. Forse san Giuseppe gli impediva di essere buono? Assolutamente no. De Barcia immagina che Gesù Bambino dica ai cristiani  << Vedete l’autorità  che ho data al mio amoroso padre legale ?  Io non voglio castigare nè far mercedi  se lui non mi scioglie l’una e l’altra mano mentre  il suo manto mi fascia e lega le mani  >> volendo significare che non avrebbe fatto neppure grazie e misericordie senza l’intercessione di san Giuseppe. Caspita, qual grande potere! Non bisogna aver paura però perchè san Giuseppe è più incline a sciogliere la mano della misericordia che quella della giustizia. De Barcia prende lui la parola e conclude:  << Non demeriti la nostra ingratitudine l’efficacia del patrocinio di Giuseppe. Egli ebbe dall’Angelo l’autorità di far da padre al Figlio di Maria e di chiamarlo  lui, per questa autorità,  Gesù. Ora Gesù è nome di pietà. Questo vuol dire che Dio vuole usare la sua pietà con gli uomini per mezzo di Giuseppe >>. Mai abbiamo letto in lode di san Giuseppe parole così singolari.