La Voce e la Vita della Chiesa: ”Alla scuola della Sacra Famiglia“

La Voce e la Vita della Chiesa: ”Alla scuola della Sacra Famiglia“

Diac. Francesco Giglio

Con l’espressione “Sacra Famiglia”, nella dottrina cristiana, si intende la famiglia di Gesù, composta da quest’ultimo, da Maria e da Giuseppe. Nel vangelo di Matteo, dopo l’adorazione dei Magi, un angelo avverte Giuseppe di fuggire in Egitto poiché Erode vuole uccidere il bambino Gesù; la Sacra Famiglia quindi permarrà in Egitto fino alla morte del re, il quale aveva ordinato di uccidere tutti i neonati maschi di Betlemme nel vano intento di liberarsi di Gesù. Morto Erode, questa fece ritorno a Nazareth. Nel vangelo di Luca si trovano invece l’episodio della circoncisione del bambino secondo la legge di Mosè, e lo smarrimento e ritrovamento di Gesù dodicenne al tempio di Gerusalemme; ritrovato dopo tre giorni di ricerca, la famiglia fece ritorno a Nazareth dove Gesù crebbe sottomesso ai genitori.

Nella dottrina cristiana la Sacra Famiglia è stata sempre ritenuta un “modello fondamentale della famiglia umana”. I legami di affetto, di amore, di comprensione che le famiglie umane sono chiamate a rinnovare continuamente, sono particolarmente espressi e vissuti nella Sacra Famiglia. La festa della “Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe” nel rito latino cade nel tempo di Natale nella domenica che intercorre tra il Natale e il Capodanno; in assenza della domenica la si festeggia il 30 dicembre. Nel Messale del 1962, invece, tale solennità cade nella prima domenica dopo l’Epifania.

Nel rito ambrosiano la ricorrenza viene celebrata nell’ultima domenica di gennaio, quindi nella terza o quarta domenica successiva all’Epifania. La Sacra Famiglia ha avuto un posto importante nell’arte e in particolare nell’arte pittorica. Molti pittori medioevali, rinascimentali e altri fino ad arrivare ai nostri tempi si sono ispirati alla Sacra Famiglia per realizzare i loro capolavori. Di opere che hanno come soggetto la Sacra Famiglia ne esistono circa una ventina, da Raffaello fino ad Antonio Gaudi’ con la sua “Sagrada Familia”. Nella Chiesa vi sono circa 30 congregazioni intitolate alla Sacra Famiglia.

La festa liturgica nasce nel XVII secolo. Papa Leone XII stabilì nel 1895 che essa venisse celebrata  nella terza domenica dopo l’Epifania. Questa data per volontà di Benedetto XV, nel 1921, venne spostata nell’ottava del Epifania. Attualmente in seguito alla riforma liturgica la festività si celebra la prima domenica dopo  Natale. Il matrimonio tra Giuseppe e Maria ha una sua particolarità. Maria accetta e rispetta la volontà di Dio, e Giuseppe rispetta il silenzio di Maria. In tutto questo emerge la fede di Giuseppe, che con serenità e gioia accoglie anche lui il mistero che i sta compiendo in Maria, impegnandosi a custodirlo con amore e fedeltà. A Giuseppe fu chiesto di “non temere di prendere Maria come sua sposa” anche se incinta, così Maria fu assicurata di “non temere di prendere Giuseppe come suo sposo”. Il “sì” di Giuseppe consente a Maria di non essere lapidata e al Figlio di Dio, che doveva nascere da lei, di svolgere con serenità e dignità il Suo ministero di salvezza universale. A causa del censimento di Cesare Augusto la novella coppia dovette raggiungere Betlemme (che significa casa del pane) e li si compirono i giorni del parto. Certamente per Maria un percorso di molti chilometri durato circa tre giorni, dovette essere spossante e disagevole. I due non trovarono ospitalità nel piccolo villaggio e quindi dovettero trovare posto in una stalla fuori del paese, dove nacque il Bambino Gesù. La sua nascita fu annunziata da un coro angelico che nella fredda notte cantava :” Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che e gli ama” (cfr. Lc 2, 14). Dopo questo evento alla grotta accorsero gli ultimi e gli umili della terra a rendere onore al nascituro. A seguire vennero i Magi, espressione della sapienza umana. Di seguito ci fu la “strage degli innocenti” voluta da re Erode (cfr. Mt 2,16-18). In quella occasione la Sacra Famiglia dovette prendere la via dell’esilio nella terra d’Egitto. Con la morte di Erode (cfr. Mt 2,19) la Famiglia fece ritorno a Nazareth  dove poté condurre tranquillamente la propria vita e vivere del lavoro umile e semplice di Giuseppe

La Chiesa in questo giorno ci invita a riflettere, meditare e imitare la Sacra Famiglia esortandoci ad elevare ad Essa la nostra comune preghiera: “ O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Amen ”.