San Giuseppe e l’umile scuola di Nazareth

Cosimo Cicalese

L’anno particolare in onore di san Giuseppe fino all’otto dicembre 2021 indetto da papa Francesco è un’ottima occasione per addentrarci in una nuova visione globale di questo Santo, talvolta così bistrattato, in senso buono del termine, ma a cui occorrerebbe volgere il nostro sguardo nella certezza di essere da lui guidati come figli che guardano al loro padre spirituale per avere quelle indicazioni di comportamento e di bisogno nella vita corrente. Il libro di don Marcello Stanzione “ San Giuseppe. Una meditazione al giorno con il santo patrono della famiglia” edito dalla Gribaudi

“La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo”: così disse Papa Paolo VI nel corso del suo pellegrinaggio in Terra Santa, nel gennaio del 1964, e da quella dimora di silenzio e di meditazione  in cui l’azione silenziosa di Giuseppe è tutta finalizzata a fare la volontà di Dio, nobilitando la dignità del lavoro fatto in modo redentore della fatica umana e non già fine a se stesso ma volgendolo al suo nobile fine che, piano piano, si comprendono e si fanno proprie le parole di Gesù alla Madre Maria, al Tempio di Gerusalemme: “Devo occuparmi delle cose del Padre mio”. E’ in questo contesto che potrebbe apparire assai strano far parlare San Giuseppe, colui del quale in tutto il Vangelo non è riportata nessuna parola ma, che in quella Casa di Nazareth ‘tutta ha una voce, tutto ha un significato’, e se davvero vogliamo metterci alla sequela di quell’umile e sublime scuola, dobbiamo cogliere tutti i possibili insegnamenti del falegname di Nazareth, dello Sposo di Maria, l’uomo giusto, prescelto dal Signore per essere paziente educatore del Figlio di Dio, anche Lui chiamato a crescere imparando l’arte del carpentiere. Con il suo silenzio Giuseppe ha parlato e continua a parlare a noi oggi. Il suo è stato un silenzio d’azione: un’azione semplice e nascosta nella quotidianità delle normali giornate; un’azione decisa e coraggiosa nei momenti particolari in cui Gesù doveva essere difeso e salvato; un’azione che pubblicamente appare poche volte nei Vangeli, per tornare subito a quella normalità per cui il “Bambino cresceva in sapienza, età e grazia”.

Pur nella sua semplicità, questo libretto di don Stanzione con meditazioni per 365 giorni con San Giuseppe che l’editore Gribaudi di Milano ha voluto stampare per i devoti “giuseppini” del ventunesimo secolo è  una miniera di informazioni su San Giuseppe, protettore particolare della Chiesa, ed è un originale strumento di meditazione e di preghiera che accompagna il fedele cristiano devoto al santo Patriarca per un intero anno. Il testo potrebbe essere usato in questo modo: prima della lettura del pensiero del giorno, dedicato a san Giuseppe, si potrebbe scegliere una delle preghiere al santo presenti nell’appendice, a cui seguirebbe la recita della Sacro Manto e, dopo la lettura del pensiero, seguito da qualche minuto di meditazione, segue un’altra preghiera finale a san Giuseppe, scelta sempre dall’appendice.