Salerno: tradizioni legate a San Martino di Tours, cavaliere della Pannonia   

Salerno: tradizioni legate a San Martino di Tours, cavaliere della Pannonia   

Maria Amendola

L’11 novembre si celebra uno dei primi Santi (non martiri) proclamati dalla Chiesa Cattolica, ossia San Martino di Tours (316 – 8 novembre 397). Nella Gallia del IV secolo, esattamente nell’inverno del 335 d.C. Martino era un giovane uomo pagano ed era figlio di un graduato soldato dell’Impero Romano (un veterano), per tale motivo una volta entrato nella milizia romana ricoprì il grado di “circitor” ovvero di ufficiale e si occupava delle ronde, della guardia notturne e della sicurezza. Durante una  ronda notturna una pioggia battente e un vento pungente lo costrinsero a scendere da cavallo e a cercare un riparo, fu in quel momento che incrociò un mendicante zuppo e infreddolito. Martino decise di tagliare il suo mantello da soldato in due, così da poterne donare una metà al mendicante, (gesto divenuto identificativo del Santo, infatti l’immagine sacra a lui associata riporta proprio questo episodio). Immediatamente dopo aver donato il mantello tutto si placò e la temperatura divenne mite. Tornato al campo quella notte stessa, Martino vide in sogno Gesù con indosso la metà del suo mantello, proprio quella che aveva donato al povero mendicante e udì le sue parole “ ecco qui Martino, il soldato romano non battezzato, colui che mi ha vestito”, Gesù lo lodava e lo innalzava agli occhi degli altri Cristiani, aveva compiuto un atto generoso, aveva avuto bontà d’animo dividendo il suo mantello con un povero. Al risveglio Martino notò che il suo mantello era nuovamente integro. Da lì a breve Martino si convertì, ma continuò a servire l’esercito romano. Dopo 20 anni lasciò il suo lavoro e divenne monaco, predicò in Italia, in Francia e nel paese dei suoi natali ovvero l’Ungheria. Dedicò tutta la sua vita alla lotta contro il paganesimo e nel 361 fondò il monastero benedettino più antico d’Europa, ovvero l’Abbazia di Sant-Martin de Ligugè in Francia, che con alti e bassi ospita i monaci benedettini sin dalla fondazione. Dal 2013 la struttura ospita 25 monaci. Fu eletto vescovo di Tours nel 371 d.C. Morì a Cardes l’8 novembre del 397, ma i funerali vennero celebrati il giorno 11, e in ricordo dei suoi funerali e della fiaccolata in barca che scortò il Santo fino a Tour, in alcuni paesi delle Fiandre, della Germania, d’Austria e dell’Alto Adige i bambini vanno in processione con delle lanterne.

“L’estate di San Martino” è il nome di una particolare condizione climatica che può verificarsi dopo il primo freddo autunnale, a volte si registra un innalzamento delle temperature per circa 3 giorni, proprio nella prima metà del mese di novembre. Un detto popolare molto antico e ancora oggi ben impresso nella memoria dei più recita: “L’estate di San Martino dura 3 giorni e un pochino”. Tradizionalmente questo cambiamento climatico viene attribuito proprio al Santo, ovvero al suo generoso gesto di dividere il mantello con un mendicante, dopo l’episodio infatti si tramanda che il cielo tornò sereno, la pioggia e il freddo cessarono e le temperature divennero miti. Questo periodo così mite e ricco de “l’estate di San Martino” è stato celebrato anche dai poeti e dagli scrittori, ricordiamo “San Martino” del 1883 di Giosuè Carducci (1835-1907); “Novembre” del 1891 di Giuseppe Pascoli (1855-1912); “L’estate di San Martino” un romanzo del 1857 di Albert Stifter (1805-1868) e la canzone popolare francese “Frère Jacques” ( in italiano “Frà Martino” o “Frà Martino campanaro”) del 1700 di Jean- Philippe Rameau (1683-1764).

Tradizionalmente durante “l’estate di San Martino” vengono  aperte le botti e da qui il proverbio: “A San Martino ogni mosto è vino”. Vengono rinnovati i contratti campestri ed agricoli si dice infatti “fare il Martino” e si tengono le fiere degli animali.

Il Santo è il cosiddetto “patrono dei cornuti”, forse proprio per via l’uso antico di fare in questo periodo le fiere degli animali con le “corna” tra questi i tori, le capre, le mucche e i buoi. In alcune zone della Campania quali Avellino e Salerno, è molto diffusa l’usanza di regalare dei torroncini: l’uomo regala dei “torroncini” alla propria dolce metà per premiarla della fedeltà.

A questa nomea di Santo patrono dei “cornuti ”, è stato presupposto un fondamento storico attraverso fonti agiografiche, ma non ne è pervenuto.  Allora le sempre ferventi credenze popolari hanno tramandato una versione dei fatti poco veritiera, si tratta di un fantasioso aneddoto: si narra che San Martino avesse una sorella bellissima, a cui piacevano le attenzioni carnali degli uomini, questo provocava nel Santo non pochi dolori. Questi, pensò bene di tenerla lontana dalle tentazioni, e per poterla salvare dal peccato, decise di portarla sempre con se, tenendola seduta sulle sue spalle. Purtroppo di tanto in tanto anche la ragazza aveva bisogno di restare sola per espletare i propri bisogni fisiologici. Una volta, a tal fine, la fanciulla chiese al fratello di farla scendere, affinché potesse nascondersi dietro una siepe. Il Santo acconsentì alla richiesta, ma prima si volle assicurare che dietro la siepe non ci fosse un uomo lanciando dei sassi. Volò via solo qualche uccello. Questo rassicurò il Santo. Ma fu ingannato. Dietro la siepe c’era un giovane che aspettava la ragazza, che aveva liberato alcuni uccelli al momento del lancio delle pietre. Quando la furba sorella ritornò sulle spalle del Santo, questi le disse: “Sorella mia, come pesano i peccati!”. In virtù di questo aneddoto si donano i torroncini alle donne, e chi non rispetta la tradizione non è assicura la “salvezza” e potrebbe essere oggetto di “penitenza”.

La processione dei “cornuti”

In tempi passati forse neanche troppo, la tradizione era vivamente sentita. In alcune città o rioni, il giorno della vigilia, si tenevano delle vere e proprie processioni di “corna” con bandiere, con copricapo, con stendardi, con trofei e con lunghe corna messe sui bastoni, e per i più goliardici a cavallo di animali dotati di grandi corna. I più buontemponi organizzavano sempre tutto, riunendo una folla. Non mancavano però violente baruffe per motivi di “corna”, certe o sospette. Anche perché chi non voleva partecipare lasciava  spazio alle dicerie e ai pettegolezzi dei malpensanti.

Nel Cilento è ancora molto sentito l’uso “deI San Martino”, ovvero dei piccoli gesti ben auguranti attraverso i quali si chiede la “benedizione” del Santo, spesso le mamme, quotidianamente, lo invocano per le loro attività ad esempio per la panificazione e la lievitazione del pane o altri cibi, o per auspicarsi una buona riuscita di una attività, all’inizio di una preparazione di una pietanza. Mentre i “Benedica” sono la benedizione rivolte solitamente ai bambini e alle persone care (esempi: per i ruttini dei bambini piccolo dopo la pappa; oppure molte persone quando vedono un bambino piccolo pronunciano la parola “Benedica”, oppure alla visione di una cosa positiva lo pronunciano).

In alcuni luoghi è tradizione mangiare le oche l’11 novembre, perché Martino non voleva accettare la nomina a vescovo, ma voleva rimanere un umile monaco e decise di nascondersi in un rudere di campagna. Ma fu tradito delle oche che iniziarono a starnazzare, attirando così una moltitudine di gente, a quel punto dovette accettare.

Curiosità.

A San Martino Cilento (SA), frazione del Comune di Laureana Cilento (SA) in Campania, il 31 luglio 2016 è stata istallata una statua raffigurante il Santo nel momento della divisione del mantello.

Alcuni Comuni e frazioni italiane, che  potano il nome del Santo:

Adrara San Martino (BG) Lombardia; Borgo San Martino (AL) Piemonte; Campo San Martino (PD) Veneto; Cazzago San Martino (BS) Lombardia; Fara San Martino (CH) Abruzzo; Monte San Martino (MC) Marche; San Martino al Tagliamento (PN) Friuli-Venezia Giulia; San Martino Alfieri (AT) Piemonte; San Martino Buon Albergo (VR) Veneto; San Martino Canavese (TO) Piemonte; San Martino d’Agri (PZ) Basilicata; San Martino dall’Argine (MN) Lombardia; San Martino del Lago (CR) Lombardia; San Martino di Finita (CS) Calabria; San Martino di Lupari (PD) Veneto; San Martino di Venezze (RO) Veneto; San Martino in Badia (BZ) Trentino-Alto Adige; San Martino in Passiria (BZ) Trentino-Alto Adige; San Martino in Pensilis (CB) Molise; San Martino in Rio (RE) Emilia-Romagna; San Martino in Strada (LO) Lombardia; San Martino Sannita (BN) Campania; San Martino Siccomario (PV) Lombardia; San Martino sulla Marrucina (CH) Abruzzo; San Martino Valle Caudina (AV) Campania; Vigano San Martino (BG) Lombardia; San Martino di Castrozza; Valle San Martino (TN) Trentino; Valle San Martino (BG-LC) Lombardia; San Martino Cilento (SA), frazione del Comune di Laureana Cilento (SA) Campania.

A conti fatti mancano solo 42 giorni alla Vigilia del Santo Natale.