Salerno: miracolo di San Matteo del 1544

Salerno: miracolo di San Matteo del 1544

Maria Amendola

Il 21 agosto si rinnova il rituale dell’Alzata del Panno con l’effigie del San patrono Matteo, in ricordo del miracolo avvenuto nel 1544. Dal secondo dopoguerra questo rito diviene una tradizione, mentre tempo addietro annualmente si celebrava la “Festa del Barbarossa” ormai dimenticata, con la processione delle reliquie di San Matteo. Dal 1532 a causa delle scorrerie saracene (Arabi), il vicere22 don Pedro da Toledo e il suo successore don Parafan de Ribera edificarono delle torri di avvistamento lungo le coste, tra queste la Torre Angellara. Mentre il forte La Carnale, facente funzione da torre caravella, venne maggiormente fortificato. Il 27 giugno 1544 Salerno venne assediata dalle navi dal turco Khayr al-DīN Barbarossa (1478-1546) detto Ariadeno Barbarossa, ammiraglio nonché comandante delle flotte ottomane. La flotta ottomana si trovava nel Golfo di Salerno avvicinandosi sempre più alla città, alcuni salernitani decisero di armarsi per cercare di contrastare l’incursione, altri si rifugiarono presso le campagne circostanti, mentre altri si ripararono in preghiera presso la Cripta del Santo, in cerca di un aiuto estremo lo supplicarono affinché intervenisse. Il cielo era sgombero da nubi e non vi era vento, l’incursione era imminente. Improvvisamente una tempesta affondò alcune navi, alcune invece furono scaraventate a riva, mentre altre furono disperse nel mar Tirreno. Salerno era salva. Gli amalfitani attribuirono il miracolo al loro patrono Sant’ Andrea, mentre i salernitani lo attribuirono a San Matteo che pronunciò in quel momento la frase divenuta motto “Salerno è mia: io la difendo”. Questa doppia attribuzione è dovuta ad una leggenda tramandata nei secoli: i due Santi apparvero in cielo e scatenarono la furiosa tempesta che contrastò l’incursione turca. Come da tradizione il 21 agosto il corteo dei portatori dalla Cripta di San Matteo trasportano il Panno nell’atrio del Duomo, insieme al braccio del Santo, e li viene issato tra la commozione popolare. Nella foto si nota un portatore con in spalla il figlio, come da tradizione questo onore si tramanda da padre in figlio, quindi un futuro portatore erge le mani verso il panno quasi a voler indicare il futuro che lo attende.