Pontecagnano Faiano: Aeroporto Costa d’Amalfi- dubbi e chimere

Pontecagnano Faiano: Aeroporto Costa d’Amalfi- dubbi e chimere
Devo purtroppo constatare che neppure l’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi sfugge alla regola “aurea” vigente in Italia, quella cioè che impone ad ogni opera pubblica di sottostare ad una incessante trafila di distinguo e vivisezioni prima di poterla vedere completata, sempre che non si arrivi addirittura a stopparla. 
Sono numerosi i casi in cui l’insorgere di tante motivazioni, ognuna originata da considerazioni le più disparate, ha determinato ritardi macroscopici nella realizzazione dei programmi attuativi, ma anche la loro cancellazione. 
Ecco alcuni esempi:
1 – in primis le centrali nucleari, definitivamente escluse dai piani produttivi di energia, salvo constatare che oltre i confini nazionali ce ne sono tante pienamente funzionanti. Queste producono anche per noi e noi, in mancanza di sufficiente capacità alternative in casa nostra, siamo costretti a ricorrere a consistenti approvvigionamenti di gas da fornitori esteri di cui non è sempre certa l’affidabilità. 
Sono attuali i rischi che si stanno correndo in queste ore per effetto della guerra in Ucraina. 
Si è peraltro consolidata una situazione per cui il lontano divieto di installare impianti nucleari – assurdo, benché consolidato da un referendum – impedisce anche di accettare centrali di nuova e più moderna tecnologia e quindi di elevate affidabilità e sicurezza. L’intento di privilegiare l’eolico e il solare non può essere risolutivo sia perché si tratta di sistemi a prevalente confinamento locale, sia perché scontano un significativo impatto sui paesaggi con sottrazioni di estesi terreni ad altre colture, sia infine perché, proiettati nel tempo, richiederanno notevoli risorse per il loro smaltimento o riconversione, vanificando in parte i vantaggi associati alla loro proclamata economicità.

2 – Il rigassificatore di Brindisi. Dopo circa 10 anni di discussioni, di confronti su temi ambientali, di valutazioni sulla reale convenienza economica di installare un impianto del genere, la società inglese interessata per la sua realizzazione ha rotto gli indugi e rinunciato alla partita. Non se ne è fatto più nulla e ora che servirebbe se ne recrimina la mancanza.

3 – nel territorio di Anagni si sarebbe dovuto avviare un importante Impianto farmaceutico gestito dalla multinazionale Catalent. C’è stata una gestione lunga e difficile dell’impresa, caratterizzata dall’insorgere di vincoli insormontabili e pastoie burocratiche. Dopo tanto tergiversare, un consistente investimento di milioni di dollari è stato dirottato in Inghilterra, con buona pace dei … puristi!

4 – la … fatidica autostrada SA-RC: è divenuta l’emblema della regola dello “stop and go”. Ora si cominciano ad avvertire le avvisaglie che anche per l’omologa tratta di alta velocità/capacità ferroviaria non si disdegnerà di ricorrere alle più varie, documentate, ragionevoli motivazioni perché il percorso passi di qua o di la, perché questa o quella località meriti maggiormente di ospitare una stazione, e così via.

5 – il ponte sullo stretto di Messina. È un’araba fenice che volteggia sopra di noi e sembra un miraggio che giammai si materializzerà.

6 – Il tratto dell’autostrada tirrenica fra Tarquinia e Cesena: non si riesce ad aprire i cantieri per completare la saldatura fra i due tronconi, rispettivamente per Civitavecchia e per Livorno. Si è costretti a percorrere la via Aurelia, con tutti i limiti che tale soluzione comporta.

7 – la bretella autostradale fra Latina e Roma: servirebbe per alleggerire il traffico giornaliero sulla via Pontina, sempre congestionata dal traffico, soggetta a continui incidenti, causa di pesante inquinamento atmosferico. 
La famosa regola aurea sopra citata ne ostacola la realizzazione.

6 – a Roma, il solo annuncio dell’amministrazione capitolino di voler realizzare un Termovalorizzatore ha immediatamente scatenato una serie di contrapposizioni, in particolare da parte di ambientalisti, nonostante che i suddetti impianti abbiano fra l’altro anche una forte valenza per ridurre l’inquinamento da rifiuti organici.

8 – e ancora: 
– i tempi inammissibili per la costruzione della ferrovia ad alta velocità/capacità fra Torino e Lione; 
– a Salerno, gli inammissibili e onerosi ritardi con cui sono stati portati a termine i lavori per la Stazione Marittima, il CrescentPiazza della Libertà;
– la lentezza con cui si procede per completare e aprire al traffico la bretella porto-autostrade denominata Porta Ovest.
 
In un simile contesto si inserisce, e sarebbe strano il contrario, la vicenda che ormai da anni ruota intorno al previsto potenziamento dell’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi. I tanti dubbi che vengono sollevati, tutti legittimi ma non tali da dover essere considerati assolutamente non risolvibili, stanno rischiando effettivamente che questa infrastruttura diventi una “chimera”, cioè assimilabile al mostro di mitologica reminiscenza, oppure in senso traslato un sogno fantastico quasi un utopico miraggio che sta abbagliando tutti coloro (…politici, pizzaioli, ingegneri …) che vorrebbero gestire problematiche lontanamente percepibili dalle loro capacità cognitive. Essi ignorano infatti tutti i “warning” che solo qualche illuminato scienziato si ostina a diffondere, anche se purtroppo colpevolmente inascoltato dai più, ad onta della bontà degli studi condotti e dell’impegno professionale profuso.
Nel caso specifico, è innegabile che non si debbano trascurare la criticità ambientale o l’eventuale interferenza con altre infrastrutture vicine né ignorare il grado di intensità degli effetti nocivi sulle popolazioni o sulle coltivazioni ortofrutticole circostanti.
Esistono al riguardo normative da rispettare e sarebbe illogico ipotizzare una presunta connivenza degli Organi di controllo onde eludere gli standard prescritti. 
Del resto non tutti gli aeroporti esistenti al mondo si trovano in zone desertiche. La letteratura specifica ne segnala tanti in esercizio con ubicazioni vicinissime a centri abitati, a vie di comunicazione e infrastrutture viarie e ferroviarie di accesso immediato alle aerostazioni. Lo stesso personale di servizio o addetto alle manutenzioni negli appositi centri situati in aeroporto vive giornalmente in una determinata situazione ambientale. Credo che tali specificità siano state tenute di volta in volta nel dovuto riguardo, altrimenti l’unica soluzione giusta sarebbe far cessare totalmente l’attività del trasporto aereo!
Quanto alla validità delle ricerche di mercato riguardanti le previsioni sul numero dei passeggeri in transito o sulla consistenza delle ricadute economiche o sul turismo o sulla possibile evoluzione socio-culturale e ambientale del territorio, si tratta di materie troppo influenzate da fattori contingenti per affermare con certezza se potranno essere salutati con successo o definire deludenti.
In conclusione, non vorrei far credere che il potenziamento dell’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi debba essere affrontato con faciloneria, superficialità e con poca attenzione ai vincoli di ogni natura esistenti.
E però, si può parafrasare Churchill quando, nel commentare il patto di Monaco disse che, potendo scegliere fra il disonore e la guerra, scelsero il disonore e avrebbero avuto il disonore e la guerra. 
Analogamente verrebbe da dire:”potevano scegliere fra avere una infrastruttura o frapporre ostacoli. Hanno scelto la seconda opzione e avranno danni incalcolabili e giudizi poco lusinghieri per ogni sistematico mister NO”.
Gaetano Perillo