San Giovanni Rotondo: scomparsa di Padre Marciano Morra, ultimo confratello di Padre Pio, instancabile evangelizzatore

di Giulio Siena

Per una ventina di minuti una linea di controllo bagagli dell’Aeroporto Internazionale di Toronto-Pearson è rimasta ferma perché gli addetti alla sicurezza avevano sentito il bisogno di una benedizione, di una parola di conforto o semplicemente di toccare l’abito cappuccino di padre Marciano Morra. Il frate era in America per presiedere quale segretario dei Gruppi di Preghiera al raduno dei fedeli dell’Ontario.

Una scena, quella accaduta una decina di anni fa in Canada, che si ripeteva in forme diverse ogni volta che padre Marciano si presentava per una conferenza su Padre Pio o per partecipare ad un incontro dei suoi devoti e figli spirituali. Tutti gli andavano incontro e lo cercavano anche solo per scattare una foto ricordo con lui.

Domenica scorsa, padre Marciano, al secolo Ferdinando Morra, l’ultimo dei confratelli che ha vissuto con San Pio da Pietrelcina, è tornato alla Casa del Padre dopo un terzo ricovero in ospedale per i postumi del Covid che aveva minato il fisico già provato da precedenti malattie.

I suoi funerali si sono svolti ieri mattina nella chiesa del santuario “Santa Maria delle Grazie” dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo, presieduti dall’arcivescovo padre Franco Moscone, presidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza e direttore generale dei Gruppi di Preghiera. Alla cerimonia funebre hanno partecipato i confratelli della Provincia monastica di Foggia e una numerosa rappresentanza di amici e devoti del santo di Pietrelcina.

Nato a Monteleone di Puglia il 16 febbraio del 1929, padre Morra aveva sentito da fanciullo una particolare attrattiva per la missione sacerdotale e decise di farsi frate cappuccino predicatore essendo rimasto colpito dalle catechesi di padre Arcangelo Perrotti.

Ha vestito l’abito religioso il 15 settembre 1946 e dopo dodici mesi ha emesso la professione temporanea dei voti di povertà, castità ed obbedienza, che ha confermato in perpetuo l’8 dicembre del 1950. La sua consacrazione sacerdotale è avvenuta il 21 febbraio del 1954 con l’imposizione sul suo capo delle mani da parte dell’arcivescovo di Campobasso, monsignor Alberto Caringi.

All’omelia, nel tracciare il suo profilo biografico, il provinciale fra Maurizio Placentino ha ricordato il primo incarico di padre Marciano quale vicedirettore del Ginnasio inferiore nel convento di San Severo, poi come direttore del Seminario di Vico del Gargano e quindi come maestro dei novizi a Morcone. Per lunghi periodi ha svolto il ministero della predicazione, coinciso con i compiti di governo nel Definitorio provinciale, con la responsabilità della Fraternità e del Santuario di San Giovanni Rotondo e per diciotto anni con l’impegno di segretario generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio. Padre Marciano ha anche ricoperto la carica di ministro provinciale facente funzioni dall’8 marzo del 1984 al 17 gennaio 1985, alla morte del provinciale padre Pietro Tartaglia, è stato segretario nazionale dei predicatori cappuccini e segretario nazionale per l’Evangelizzazione.

Padre Marciano è commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal dicembre 1994, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.

La vita del compianto frate cappuccino di Monteleone di Puglia è strettamente legata alla figura di Padre Pio, che ha conosciuto agli inizi degli anni ’50 durante una gita a San Giovanni Rotondo, organizzata per gli studenti al termine del ginnasio, prima di iniziare il noviziato.

“Di Padre Pio l’impressione che ebbi fu di un papà ma, ancor di più, di un nonno”, amava dire padre Marciano ricordando i periodi vissuti nel convento di San Giovanni Rotondo, con l’incarico di curare la corrispondenza indirizzata al santo confratello.

Dopo la morte di Padre Pio del 1968, padre Marciano è divenuto il custode della sua eredità spirituale, una missione svolta attraverso i mezzi di comunicazione e le sue numerose pubblicazioni sulla vita e la spiritualità del santo Confratello, ma anche con il suo infaticabile apostolato in giro per l’Italia ed il mondo come segretario generale dei Gruppi di Preghiera, incarico che ha svolto per diciotto anni, dal 1995 al 2013.

In questo suo ruolo ha organizzato le Commissioni di studio incaricate, sotto la guida del compianto arcivescovo Michele Castoro, alla redazione del nuovo Statuto e del Regolamento dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, approvati ufficialmente il 7 febbraio 2012 dal segretario cardinale di Stato Tarcisio Bertone.

Come responsabile dei Gruppi padre Marciano ha girato il mondo intero, dall’India al Brasile, dall’Argentina alla Polonia, dal Canada all’Irlanda e ogni parte d’Italia, dove organizzava annualmente raduni a livello diocesano e regionale.

In questa veste nel 2002 ha incontrato a Buenos Aires il cardinale Jorge Mario Bergoglio, a cui aveva portato in dono una statua di Padre Pio, conservata nella cattedrale della Santissima Trinità. In precedenza, come superiore del convento e rettore del santuario, il 23 maggio del 1987 aveva accolto Giovanni Paolo II in visita pastorale a San Giovanni Rotondo e in terra di Capitanata, e il successivo 5 settembre Madre Teresa di Calcutta.

Come dono alla comunità di San Giovanni Rotondo lascia il monumento a Padre Pio di Pericle Fazzini, da lui fortemente voluto girando casa per casa a raccogliere i contributi per questa finalità.

Tra gli episodi che lo hanno legato al Santo, il frate cappuccino raccontava spesso della guarigione di suo padre, che andò a trovare il figlio a San Giovanni Rotondo dopo essere stato dimesso dall’ospedale senza grandi speranze: “Aveva un tumore ai polmoni e i medici gli avevano dato poco da vivere. Padre Pio lo guardò fisso, poi lo prese per il bavero della giacca e con l’altra mano iniziò a tirargli dei pugni sul petto dicendo: ‘E chi te l’ha detto che tu stai malato? Tu stai bene! Stai bene!’. E subito dopo: ‘Ora ti saluto. Arrivederci!’. Disse proprio così: ‘Arrivederci’. Non capii subito cosa volesse dire, ma lo compresi in seguito. Il mio papà aveva i giorni contati e invece guarì e incontrò ancora Padre Pio. Ci lasciò quindici anni dopo per un’altra malattia”.