La Voce e la Vita della Chiesa: Maria, la Serva del Signore, modello per ogni cristiano

Diacono Francesco Giglio

Con la riapertura delle chiese, come comunità cristiana, ci sentiamo grati della presenza di Gesù Eucaristico e come gli Apostoli nel cenacolo rivolgiamo i nostri occhi a Maria, la Madre e la Serva del Signore. Con profonda umiltà, in questo mese mariano, ci mettiamo ai piedi del quadro di Nostra Signora di Pompei.  Sentendo la sua presenza, siamo chiamati a guardarla con gli stessi occhi di Santa Elisabetta quando l’accolse nella sua casa, così da riconoscere anche noi, in Maria, la presenza di Dio. Aiutati e sorretti dallo Spirito Santo, chiediamo che ci vengano dati i suoi stessi occhi, quando, nella grotta di Betlemme, ha potuto contemplare per la prima volta il volto di Gesù che aveva concepito e portato, in spirito di ubbidienza al volere di Dio,  nel suo seno per nove mesi. Allo stesso modo potremmo anche noi scoprire la bellezza e la gioia di poter contemplare il volto misericordioso di Dio, donatoci da Colei sulla quale posiamo i nostri occhi spesso bagnati di lacrime, a volte stanchi, delusi, spenti a causa dei nostri peccati e non di rado incapaci di vedere le realtà delle cose terrene. Poiché Ella è stata ed è la “Serva del Signore”, invochiamo il suo aiuto e la sua protezione affinché faccia nascere in noi i suoi stessi sentimenti di stupore, di riconoscenza, di adorazione, di gioia, di umiltà…

La Madonna nel mistero dell’incarnazione, ha anticipato la fede eucaristica della Chiesa. Per volontà di Dio, quando ricevette ed accolse l’annunzio dell’Arcangelo Gabriele che nel suo grembo, il “Verbo si sarebbe fatto uomo”, fu destinata ad essere il primo “Tabernacolo” della storia della salvezza. Invisibile agli occhi degli uomini il “Dio fatto carne si fece adorare da Elisabetta rendendosi presente attraverso il volto e la voce della Madre. La dottrina della Chiesa ancora oggi continua a ricordarci che l’apice della nostra fede, il tesoro più grande della Chiesa e delle comunità cristiane è : “la presenza, invisibile, nell’Eucarestia del corpo, anima sangue e divinità di Cristo”. Con gli occhi della fede, però,  il corpo di Cristo è visibile nei poveri”. Maria è il modello di colei che non solo ci insegna ad amare il corpo del povero in quanto corpo di Cristo ma anche a vivere la nostra vita quotidiana all’insegna della semplicità, della disponibilità e della povertà evangelica. Nessuna altra persona al mondo ha avuto il privilegio di avvolgere il corpo di Cristo, di toccarlo, amarlo,  lavarlo e venerarlo. Come Maria, dopo aver scoperto che Dio l’amava di un amore tenero e gratuito per cui ha deciso di abitare in lei, divenendo così il tempio del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; anche noi in virtù del nostro Battesimo siamo chiamati a cantare con Lei il “Magnificat “. Alla scuola di Maria, Regina di tutti i Santi, si sono formati tanti cuori e sono nate tante santità. Lei, che a ragione si può considerare la “Madre di tutti i consacrati” e nello specifico di tutti i Diaconi, è stata anche colei che ha guidato Bartolo Longo nella sua opera di servizio agli ultimi a far diventare oggi il più importante faro di spiritualità e carità quella che ieri era conosciuta con il nome di  “Valle di Pompei”. Se il fondatore di Pompei fosse vissuto a cavallo del Concilio Vaticano II sarebbe stato annoverato sicuramente tra i primi, se non il primo, “Diacono permanente” e oggi lo avremmo potuto pregare con il titolo di “Beato Diacono Bartolo Longo” e a Maria avremmo potuto aggiungere nelle litanie lauretane il titolo di “Regina di tutti i Diaconi”. Alla Madre di tutta l’umanità il nostro grazie per averci insegnato, con la sua vita, il vero significato della parola “serva” del Signore che oggi noi traduciamo con i termini “diaconia, diaconato, servizio” a Cristo, alla Chiesa, e ai fratelli.